Capitolo 17

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Dan.

Il giorno seguente, verso sera, io e i miei migliori amici decidemmo di ritornare a mangiare fuori, più precisamente nel grande quartiere di Piccadilly, a due passi da casa, nel mentre Tom era in compagnia di sua madre Sharon per delle questioni private.

Piccadilly Circus era il quartiere dello shopping e oltre ad avere fatto spese, grandi spese, ci divertimmo molto nel parlare l'accento inglese.

"Davvero simpatico Tom." Sorrise Gabriel continuando a camminare in giro per il centro. "Ci hai detto che hai conosciuto anche Emma, Rupert, Stanislav, Evanna, Bonnie e Scarlett; non è che ce li presenteresti?"

"Beh, certo che sì! Non ci sono problemi. Ne parlo con Tom e così possiamo organizzare un incontro."

Dopo quelle parole Andrew e Gabriel sorrisero felici.

Tre ore più tardi, dopo avete mangiato hamburger e patatine, accompagnate da una lattina di coca-cola, ci stavamo incamminando verso casa.

Appena entrati incontrammo Gregory in compagnia di Simon Piaget il secondo coinquilino in affitto, un ragazzo dolce e buono come pochi che si stavano preparando un buon tè caldo.

Con Simon che come me veniva dall'America avevo avuto un buon rapporto sin da subito, con Gregory invece no visto che dal primo istante che era arrivato non aveva fatto altro che essere inopportuno con Tom.

Simon aveva trovato un lavoro qui a Londra come operatore socio sanitario, mentre Gregory invece veniva da Manchester e continuava i suoi studi nella capitale per svolgere l'erasmus.

"Ciao!" Disse Simon con un sorriso dolcissimo.

"Ehi." Risposi.

"Ciao Simon." Dissero Andrew e Gabriel.

"Come va ragazzi?"

"Bene grazie. Voi invece come state?" Risposi per poi togliermi immediatamente il cappotto ed invitare i miei amici a fare altrettanto.

"Non c'è male." Continuò Simon, nel mentre Gregory si stava avvicinando a me ed il suo sguardo era odioso.

"E il tuo uomo? Stasera non c'è?"

"No, ma a te che cosa importa? Non è affar tuo!"

"Uhh, come siamo permalosi!" Sorrise. "Ti secca?"

"Non lo sono affatto, credimi. La verità è che questi non sono fatti tuoi. Perché ti impicci?"

"Beh, lo vedremo Daniel!"

Detto ciò Gregory si allontanò da me nel mentre io geloso più che mai feci uno scatto in avanti per cercare di afferrarlo e dirgliene quattro, ma fui prontamente fermato dai miei amici e Simon.

"Dan non farlo." Rispose Simon. "Non ne vale la pena. È quello che vuole, provocarti." Disse con saggezza.

"Hai ragione Simon, il problema è che è così odioso!"

"Lo so amico, ma cerca di ignorarlo." Rispose a quel punto Gabriel. "È la cosa migliore, credici!"

"Come faccio? Lui vuole Tom!"

"Ma Tom non vuole lui." Disse allora Andrew. "Ha solo te in testa, fidati. Ho visto come ti guarda."

"Dici?" Chiesi a quel punto con il cuore a mille.

"Dico, dico, insicuro cronico!"

Dopo quelle parole scoppiammo tutti a ridere con più leggerezza, passando il resto della serata in tranquillità.

Verso mezzanotte Tom rientrò in casa in quanto aveva passato la serata con la madre Sharon.

A quel punto Gregory che io definirei un disgraziato, gli si avvicinò abbracciandolo.

Tom a quel punto, infastidito da tale atteggiamento oserei dire molto confidenziale, lo allontanò.

"Che cosa vuoi?" Domandò con freddezza.

"Sei tornato finalmente. Ti stavo aspettando!"

"Quindi? La cosa non ti riguarda affatto Gregory. Te l'ho già detto tempo fa: non farlo più, altrimenti ti sfratto e dovrai cercarti una nuova casa."

"Dai, Tom, voglio solo che questa notte stia con me. Non ti chiedo nient'altro." Sorrise. "Poi domani se non cambi idea... torni da lui. Non è una brutta cosa, no?"

"Tu devi essere completamente impazzito!"

Nel mentre loro stavano parlando, ad un certo punto si udì un rumore di oggetti caduti in maniera accidentale per terra; Tom quindi piantò in asso Gregory per correre nella mia stanza e vedere se fosse tutto ok, in quanto si era preso un grande spavento.

"Oddio Dan, tutto bene?"

"Che cosa vuoi Tom? Lasciami stare!"

Dopo quelle parole lui non resse tale cosa e quindi in un attimo, forse anche meno mi stese sul letto per poi sedersi sul mio bacino impedendomi ogni via di fuga.

"No, voglio sapere che cosa è successo!"

"Te lo devo anche spiegare Tom?"

"Ti stai riferendo a Gregory?"

"E chi se no? Ho sentito tutto quello che ti ha detto e a questo punto ho preso una decisione: o se ne va via lui, o me ne vado via io." Dissi deciso, tanto che questa mia scelta lo fece impaurire ed altrettanto spaventare, quindi mi abbracciò forte tenendomi stretto a lui.

"Lui. È lui che se ne deve andare." Mi disse allora con estrema decisione tanto che un piccolo sorriso pieno di gioia invase il mio volto arrivando alle labbra.

"Lui?" Ripetei.

"Lui. Tu sei il mio uomo, non vai da nessuna parte. Sei mio Dan, mi hai capito bene?"

Dopo quelle dolcissime parole i miei occhi iniziarono a brillare incessantemente. "Tuo?!"

"Mio, di nessun altro o altra! Qualunque cosa Gregory ti abbia detto non ascoltarlo. Vuole solo mettere zizzania tra di noi, ma non dobbiamo permetterglielo perché faremmo il suo gioco."

Detto ciò tra di noi ci fu un'intensa effusione ed io quindi non potei fare altro che gemere nel bacio.

"Hai proprio ragione piccolo, beh, direi che adesso siamo più forti di prima, quindi non l'avrà vinta!"

"Mai e poi mai Dan."

Appena detto ciò Tom mi baciò ancora una volta, rendendomi felice ed altrettanto rilassato.

Feltcliffe ~ Verso Londra! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora