Capitolo 10

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Attenzione:
In questo capitolo viene trattato un tema delicato come il sequestro: premetto che non voglio assolutamente urtare la sensibilità di nessuno;
il personaggio coinvolto infatti otterrà un totale riscatto e la tematica non verrà mai incoraggiata.
Grazie a tutti!

Tom.

Dopo che il nostro primo e piccolo bacio a stampo ebbe fine, Dan mi guardò attentamente.

"Mi mi hai baciato..."

"Sì, scusami tanto Dan, ma non ho saputo resisterti." Sorrisi mostrando come i miei occhioni azzurri erano totalmente lucidi dall'emozione.

A quel punto Dan quindi mi sorrise. "Non fa niente, veramente è tutto ok. Andiamo a dormire? È stata una giornata davvero lunga, ma anche piena di felicità."

"Va bene Dan." Risposi per poi stringerlo a me con un sorriso. "Buona notte e sogni d'oro piccolo."

"A te."

Una volta che Dan si chiuse la porta alle spalle, io non potei fare altro che sospirare sommessamente, ma anche in maniera molto estasiata: lui era così perfetto, talmente perfetto che credeva di sognare, ma non era affatto così perché tutto ciò era solo la verità.

Con tutti quei pensieri in testa mi addormentai in maniera anche veloce e il giorno seguente arrivò.

Come al solito mi svegliai lentamente e dopo essermi sciacquato il viso, andai direttamente in cucina.

"Buongiorno Dan."

"Ehi!" Mi rispose lui spengendo il fornello e prendendo in mano una piccola padella con uova e pancetta. "Vuoi favorire?"

"No, ti ringrazio." Sorrisi. "Questa mattina ho voglia di mangiare delle brioche. Ti piacciono?"

"Sì, soprattutto quelle al cioccolato."

Risi. "Non so perché, ma lo ero immaginato!"

A quel punto Dan mi sorrise. "Piace anche a te?"

"Lo adoro!"

Dopo che lui ed io ci sorridemmo, improvvisamente il mio cellulare iniziò a squillare.

Dunque a quel punto andai a rispondere e vidi che si trattava di mia madre. "Ehi, mamma!"

"Buongiorno tesoro, come va?"

"Abbastanza bene. Tu invece come stai?"

"Eh, potrebbe andare meglio." Sorrise in maniera lieve. "Senti Tom, ti chiamo perché vorrei chiederti se dopo, con tutta calma puoi venire a casa. Ti devo parlare in maniera piuttosto urgente."

"Che cosa è successo?! Mi devo forse preoccupare?"

"Non per telefono caro. Ci vediamo dopo, ok?"

"Ok."

Appena riattaccai, Dan non poté fare altro che accorgersi del mio sguardo più che allarmato e difatti mi si avvicinò.

"Ohi, tutto bene?"

"Non lo so, mia madre era così preoccupata. Devo correre da lei, adesso."

"D'accordo, ti aspetto qui?"

"Non importa Dan, tu... tu fai pure quello che devi, magari hai bisogno di studiare per il tuo dottorato."

"Il mio dottorato può aspettare, fidati." Rispose allora lui con un sorriso. "Mi interessa di più sapere di te!"

"Grazie Dan. Appena ho fatto, ti racconto."

"D'accordo."

Una volta che uscì di casa, Dan si sedette davanti alla tavola iniziando a consumare la sua colazione; nei suoi occhi azzurri come il mare una nota di terrore.

Ma che cosa stava accadendo realmente?

Una volta arrivato a destinazione suonai al campanello dei mio pianerottolo, aspettandomi di vedere mia madre aprirmi la porta.

In quel momento però fui preso in contropiede, in quanto ebbi una vera e propria sorpresa, anche se sinceramente non era giusto definirla così.

Ciò che vidi mi lasciò completamente senza parole e in un attimo mi ritrovai a sperare che tutto ciò non fosse vero, ma solo un incredibile incubo!

Accanto a mia madre che era appunto seduta su di una sedia e aveva legata le mani e i piedi, c'era Jade che in quel preciso momento mi stava osservando con particolare attenzione e con un sorriso oserei dire malandrino.

"Sei arrivato finalmente! Quanto tempo ci hai messo?!"

"Lascia stare subito mia madre!"

Lei mi sorrise. "Altrimenti?"

"Ti faccio immediatamente arrestare e non credo affatto che tu lo voglia veramente." Sorrisi felice di averla messa al tappeto. "Quindi lasciaci andare, ora!"

"Tom..." iniziò lei a quel punto.

"Cosa?!" Chiesi innervosito.

"Devi scegliere me, non puoi preferire quello!"

"Ancora con questa storia?! Non dirmi che hai rapito mia madre per questa assurdità!"

"Sì!" Ringhiò lei a quel punto. "Era l'unica maniera per farmi ascoltare ancora una volta da te!" Urlò a quel punto sull'orlo di una crisi di nervi.

"Sei completamente pazza, lasciatelo dire!"

"Voglio... voglio solo il tuo amore."

"Mi dispiace molto ferirti, ma non ti amo Jade e se proprio devo dirla tutta, non è colpa tua. Non mi piacciono le donne in generale perché sono gay. Hai capito Jade?! Sono gay e non staremo mai insieme!"

Dopo quelle mie parole che lasciarono sbigottita Jade, -ma non certamente mia madre, che già sapeva tutto quanto-, all'improvviso quest'ultima scappò via a perdifiato piangendo tutte le sue lacrime.

A quel punto liberai immediatamente mia madre che in un attimo mi abbracciò forte essendo felice del fatto che tutto si era risolto per il meglio.

"Stai bene mamma?"

"Sì." Sorrise. "Va tutto bene tesoro."

Sospirai sollevato. "Ne sono più che felice."

Una volta che mia madre si alzò dalla sedia, la strinsi a me ancora una volta e poi la convinsi a venire a casa con me in modo da potere raccontare tutto a Dan che una volta venuto a conoscenza della situazione, ne rimase totalmente senza parole.

"Sul serio Tom? Non ci posso credere!"

"Purtroppo è così Dan." Rispose allora Sharon.

"Ma lei come sta signora? Ha bisogno di qualcosa?"

Sharon sorrise. "No, grazie caro, è tutto apposto!"

Dan sorrise dolcemente.

Dopo alcune ore da quello spiacevole episodio, Dan ed io ci accordammo per fare la famosa gita al British Museum con tutti gli altri nostri amici: Stanislav, Rupert, Emma, Scarlett, Bonnie ed Evanna.

Per Dan era una grande emozione essere lì con tutti e lo stesso valeva per me, anche se in quell'istante avevo più che altro bisogno di sbollire la rabbia.

Come aveva osato Jade farmi tutto ciò?!

Feltcliffe ~ Verso Londra! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora