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Diversamente dal suo solito quella mattina Will si era svegliato presto, e dopo una veloce sistemata ai capelli biondi, era corso alla mensa, per aspettare Nico. Dato che sarebbero andati nel bosco, si era trovato costretto a mettersi le scarpe chiuse che, rispetto alle sue solite infradito, lo facevano sentire come se fosse strizzato dentro un panino fatto di calzini sudaticci. Per quando rimpiangesse i bastoncini di pesce che si era perso la sera prima, in quel momento aveva ben altro a cui pensare: Nico era in ritardo. Per quanto il figlio di Ade era sembrato un po' riluttante, Will era sicuro che si sarebbero divertiti quel pomeriggio. In verità, aveva invitato anche Lou Ellen e Cecile, ma i due non potevano venire, erano troppo impegnati a dormire fino a mezzogiorno, dato che le lezioni di tiro con l'arco non erano ancora ricominciate. Quando aveva detto che sarebbe andato da solo con Nico, i suoi fratelli non avevano fatto altro che torturarlo con stupidi doppi sensi e espressioni pervertite ogni volta che si incrociavano in infermeria.

 E, nel momento in cui era rientrato nella cabina, la sera prima, loro erano ancora tutti svegli ad aspettarlo, per poterlo prendere in giro.  Certo, Nico era simpatico ma si conoscevano da tipo, tre giorni? Il figlio di Ade non sembrava neanche sicuro di voler essere suo amico, figuriamoci... Ma cosa stava a dire. Era riuscito a mettersi più in imbarazzo lui da solo che tutti i suoi fratelli messi insieme. 

"Allora, andiamo o vuoi rimare a fissare la colazione di Chirone tutta la mattina?" A Will schizzarono gli occhi fuori dalle orbite. Nico gli era apparso accanto  come un filo di vento. Anche dopo il divieto di utilizzare i viaggi ombra, riusciva comunque ad apparire alle spalle delle persone senza che nessuno se ne accorgesse.
"Miei Dei, mi hai fatto prendere un infarto. Da quanto tempo sei lì dietro senza dire nulla?" Chiese il figlio di Apollo, abbastanza scosso.
"Su per giù due minuti. Stavo arrivando, ma Leo Valdez mi ha visto e ha iniziato a urlare, perché voleva farmi vedere la sua nuova creazione." Rispose Nico, che sembrava abbastanza infastidito dall'accaduto.
"E cosa sarebbe la sua nuova creazione?"
"Non vuoi saperlo"
"Daaai, la suspense mi sta uccidendo"
"Un tostapane di bronzo celeste con laser incorporati."
"Sì, effettivamente non volevo saperlo"

Dopo aver preparato gli zaini con le bottiglie da riempire, ed aver costretto Nico a ricoprirsi di crema solare, Will era ufficialmente pronto a partire. La foresta quel giorno sembrava meno assassina del solito, le ninfe si nascondevano nei loro alberi quando gli vedevano arrivare, lasciando il sentiero ricoperto di coroncine di fiori e pezzi di corteccia, il sole che filtrava tra le foglie creava un atmosfera veramente stupenda e si sentiva l'estivo canto delle cicale arrivare da tutte le direzioni. Ma naturalmente a Nico non importava un fico secco di tutto ciò. Era troppo impegnato a lamentarsi della crema solare appiccicosa, degli insetti che gli si posavano addosso, delle ninfe che intralciavano il passaggio e della colazione che gli gorgogliava nello stomaco. Mano a mano che si inoltravano nella foresta, il paesaggio iniziò a cambiare: gli alberi si fecero più fitti e i rumori più distanti come se quella zona del bosco fosse stata isolata dal resto.
"Ma almeno sai dove dobbiamo andare?" Gli chiese Nico, che non ne era poi così sicuro.
"Sì, più o meno, so la strada ma non ci sono mai stato di persona. Di solito ci andava mia sorella insieme a una figlia di Demetra. Era più una scusa per saltare i turni in infermeria, ma le lasciavamo fare"
"E poi cos'è successo?"
"Hanno litigato e adesso preferirebbero triplicare i turni in infermeria pur di non andare insieme."
"Non le capisco proprio  le ragazze." mormorò Nico a bassa voce. "Sí, hai proprio ragione" rispose Will ridacchiando.

Quando Nico aveva finalmente smesso di lamentarsi, e dopo aver sbagliato strada un paio di volte, arrivarono al ruscello di Zefiro. L'acqua limpida gorgogliava tra i sassolini stondati e, verso nord, dove il ruscello sfociava nell'oceano, si sentivano le chiacchiere soffuse di qualche Nereide annoiata. Decisero di fermarsi lì per riprendere fiato e controllare sulla mappa dove si trovavano.
"Questo posto mi ricorda tutte quelle partite di caccia alla bandiera in cui mi mandavano come esca a distrarre il nemico e puntualmente mi facevo  catturare."
"Direi che dalla battaglia contro Gea abbiamo capito sei proprio una schiappa a combattere. Non sai neanche mimetizzarti come si deve." Disse Nico, con un tono grave, per poi scoppiare a ridere davanti al figlio di Apollo. Aveva una bella risata, pulita e cristallina, anche se quando rideva si copriva la bocca con la mano.
"Grazie Nico, si vede proprio che mi vuoi bene." farfugliò Will amareggiato.
"Dai, stavo scherzando. Sarà meglio ripartire, se non vogliamo farci notte quaggiù." Rispose il figlio di Ade senza smettere di ridacchiare. Raccolti gli zaini, attraversarono il ruscello e si rimisero in marcia. Ad un certo punto gli alberi iniziarono a farsi più radi e l'ambiente più umido e caldo, finché non sbucarono in una radura con due enormi geyser gemelli. Will si schiarì la gola:
"Oh grandi divinità dei geyser... possiamo riempire qui le bottiglie?"

SOLANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora