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Will non aveva mai corso così veloce in vita sua. Il rami degli alberi gli graffiavano le gambe, e con tutto il fango che aveva addosso faceva fatica a scansare le radici. Non riusciva a vedere Nico, ma era sicuro che fosse poco più avanti di lui. Dovevano solo riempire delle bottiglie e Will era riuscito a rovinare tutto. Se qualcuno si fosse fatto male sarebbe stata tutta colpa sua. 

Mentre correva non si accorse del grosso masso che intralciava la strada,
"Aaaaaaaaaaah!" cadde come un birillo, picchiando il naso in terra. Rialzandosi vide che la nebbia era arrivata fin laggiù e le foglie degli alberi iniziavano a riempirsi di gocce di rugiada. Non aveva idea di quanto potesse arrivare lontano il potere dei Palikoi, ma non voleva proprio scoprirlo.

"Will! Wiiiiiiil!" la voce di Nico arrivava da destra ma tra la nebbia e le foglie degli alberi non riusciva a vederlo.
"Nico! Sono quaggiù."
"Ma cosa fai? Sbrigati!" disse il figlio di Ade sbucando tra le foglie. 

"Waaaaaaaaah" Il grido di Paulie arrivò seguito dal rumore dell'acqua che scorreva sotto di loro.
"Prendi la mia mano, così posso..."
"Non hai il permesso di viaggiare nell'ombra!" Will avrebbe preferito diventare un semidio lessato, piuttosto che lasciare che Nico usasse i viaggi ombra un altra volta.
"Sei proprio uno scemo Solace." senza aggiungere altro il figlio di Ade lo prese per un polso e iniziò a correre verso il tronco di un albero. Will ebbe la sensazione di scomparire nell'oscurità, il suo corpo divenne leggerissimo e iniziò a dissolversi, per ricomporsi ai margini del bosco, all'ombra delle stalle dei pegasi. 

"Ti avevo detto... ma lascia perdere, siamo sempre vivi." Stesso in terra accanto a Nico, bagnato e ricoperto di fango dalla testa ai piedi, Will non riuscì a non scoppiare a ridere, per la seconda volta, quel giorno. Nico si unì a lui e rimasero così a ridacchiare, mentre si sentiva il geyser eruttare in lontananza.
"Siamo nei guai eh?" disse il figli di Apollo fissando il cielo.
"Will." borbottò Nico in risposta. "Sento che sto per svenire."

Mentre si alzava, Will vide alcuni semidei avvicinarsi di corsa, quello più alto indossava la maglia del campo Giove e l'altro, che gli arrivava appena alla spalla, si trascinava dietro uno strano aggeggio metallico.
"Cosa è successo qua? Stavo combattendo contro il tostapane di Leo, quando abbiamo sentito un esplosione arrivare da quaggiù" Disse Jason Grace preoccupato.
"Si infatti il mio tostapane è fantastico e... perché siete entrambi ricoperti di fango?" Chiese Leo continuando ad armeggiare con la sua nuova invenzione. Will, allora, spiegò in breve ai due semidei cosa era successo. L'escursione per riempire le bottiglie, il fraintendimento dei Palikoi e la loro fuga azzardata. Invece che preoccuparsi, Jason e Leo sembravano abbastanza divertiti dall'accaduto. Il figlio di Giove prese Nico di peso, che nel mentre era rimasto a terra svenuto, e se lo caricò sulle spalle.
"Noi portiamo Nico in infermeria. Ti conviene andare a fare una bella doccia." disse a Will.
"Già, sembra che abbiate combattuto un mostro di fango" aggiunse Leo "E poi non credo che Chirone prenderà bene questa storia." Aveva ragione, mentre si dirigeva verso le docce, Will non fece altro che pensare a tutte le tremende punizioni che Chirone avrebbe inflitto loro. Avrebbero dovuto lavare le stalle? O forse sarebbero stati costretti a sparecchiare il tavolo di Ares dopo la mensa? Forse gli avrebbero legati ad un tronco, lasciandoli alla mercé di Clarisse e dei gemelli Stoll. Tutte le opzioni erano tremende a modo loro.

Dopo aver fatto la doccia ed essersi cambiato, Will si avviò verso la Casa Grande, come un condannato a morte che saliva sul patibolo. Dalle esperienze passate sapeva che era meglio farsi avanti da soli invece che far aspettare Chirone, e poi voleva vedere se Nico si era svegliato.  Arrivato danti al portico del grande edificio azzurro, poté quanto meno togliersi una preoccupazione. Nico era seduto al tavolo, e stava giocando a Pinnacolo insieme al signor D e ad altri due satiri. Le driadi dovevano averlo pulito mentre era svenuto, e adesso indossava la maglia arancione del campo, che cercava di nascondere in tutti i modi con le braccia. Anche i due satiri accanto a lui sembravano a disagio, probabilmente terrorizzati dall'improbabile combo signor D/Nico di Angelo. Quando lo vide, Nico si alzò da tavolo, e gli andò in contro.
"Will, stai bene? Dove eri finito?" gli chiese. Per aver fatto due viaggi ombra in un giorno sembrava essersi ripreso in fretta. Will si sentiva tremendamente in colpa, per aver convinto Nico ad andare con lui, per aver rovinato tutto, e adesso anche per non essersi preoccupato che stesse bene. 

"Allora ragazzini, avete intenzione di entrare o preferite rimanere lì tutto il giorno?" gli sgridò il signor D senza alzare il naso dalle carte. Indossava una camicia ghepardata rosa fucsia che, insieme alle macchie di Diet Coke sul colletto, lo facevano assomigliare ad una palla da discoteca in pensione.
"Sì, signor D. Bella camicia. Signore" Solo dopo aver risposto Will si rese conto di cosa aveva detto. Accanto a lui Nico ridacchiava sotto i baffi, e i due satiri lo guardavano come se avesse appena firmato la sua condanna a morte.
"Entra William Solace, prima che ti trasformi in un delfino." Rispose il signor D, chiaramente offeso. Will si disse che ne aveva combinate abbastanza per un giorno solo, e senza ribattere aprì la porta della casa grande.

SOLANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora