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"Will. Will, calmati. Smettila di mangiucchiarti le unghie e ascoltami." disse Kayla al fratello mentre spazzava il pavimento dell'infermeria.

Will stava impazzendo, completamente. Dopo l'abbraccio di Nico il suo cervello aveva smesso di funzionare. Era durato pochissimo e si erano sfiorati appena, ma era riuscito a percepire tutto il calore e la sicurezza che Nico voleva trasmettergli.
Quando il figlio di Ade si era allontanato, lui era rimasto a fissarlo a bocca aperta, rosso come un peperone, mentre un paio di figlie di Afrodite gli passavano accanto ridacchiando. Aveva pranzato senza degnare di uno sguardo i suoi fratelli, e poi aveva trascinato Kayla in infermeria con sé. Di tutte le sue sorelle era quella che lo capiva di più, anche perché era l'unica che restava al campo tutto l'anno come lui. Le aveva raccontato quel che era successo e come si era sentito. Ma lei gli aveva detto proprio quello che lui non voleva sentirsi dire.

"È palese fratellino, ti sei preso una cotta."
Era assurdo, non poteva essere vero. Lui e Nico erano solo amici, la loro era una relazione esclusivamente platonica. Giusto?
Will non sapeva cosa fare. Il figlio di Ade era carino, era gentile con lui e anche se si lamentava tutto il tempo alla fine lo accontentava sempre. Però non poteva piacergli, non in quel modo. Le possibilità di essere ricambiato erano una su mille milioni di miliardi. Will sentiva ancora le guance arrossate e le farfalle nello stomaco. Non sapeva più cosa pensare.
Kayla al contrario, l'aveva presa abbastanza tranquillamente, dopotutto non era la prima volta che aiutava i fratelli con le questioni d'amore. Continuava a spazzare come se nulla fosse, mentre portava avanti la conversazione praticamente da sola.
"Pensa al lato positivo. Domani dovrete pulire i bagni insieme quindi sei sempre in tempo a dichiararti."
"Kayla! Ma cosa stai dicendo!" Will guardò male la sorella che si teneva una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere. Se avesse continuato così probabilmente domani si sarebbe seppellito vivo pur di non stare di nuovo con Nico.
"Sappi Will che non c'è nulla di male nel prendersi una cotta per qualcuno. Innamorarsi è una sensazione bellissima e non devi vergognartene. Dopotutto l'amore è cieco."
"Ma se tu e Austin a mensa state tutto il tempo a fare la classifica delle ragazze più belle. Mi stai prendendo in giro?"
"Eddai, stavo cercando ti fare un pensiero profondo. E poi non è colpa mia se Austin tenta sempre di fregarmi le ragazze più carine." Rispose Kayla, riuscendo finalmente a strappare un sorriso al fratello.

I due rimasero a chiacchierare del più e del meno nella calma dell'infermeria deserta. Le tende ondeggiavano per la brezza estiva, che portava nella stanza il profumo dei fiori. Ad un certo punto la porta si aprì di scatto, facendo entrare un Connor Stoll col fiatone.
"Ragazzi venite. Questa non potete perdervela." Con un sorriso scaltro il figlio di Ermes corse via, lasciando la porta spalancata.
Will e Kayla si guardarono confusi e decisero di andare a controllare cosa fosse successo.

Davanti alla loro cabina si era radunata un intera folla di semidei, satiri e driadi. Alcuni sembravano confusi, mentre altri continuavano a ridacchiare sotto i baffi, come se avessero paura di svegliare qualcuno. Come si accorsero del loro arrivo il mormorio svanì e tutti si girarono verso Will, rivolgendoli strane occhiate. Il figlio di Apollo era a disagio, ma ormai non poteva tornare indietro.

"Cosa sta succedendo qui?" Will e sua sorella si avvicinarono ad Austin che stava parlando con alcuni semidei lì vicino.
"Guarda sul tetto e lo scoprirai." Rispose lui in modo misterioso, ammiccando al fratello. Will non capiva. Cosa poteva esserci sul tetto della loro cabina che aveva attirato tutta quella folla? Le tegole scendevano lateralmente intorno a tutto l'edificio, ma Will sapeva che al centro era piatto. Qualche anno prima Austin ci aveva improvvisato un concerto. Cercò di allontanarsi per avere una visuale maggiore, ma per quanto allungava il collo non riusciva a vedere oltre lo strato di tegole. Doveva sembrare uno struzzo impazzito, perché tutti i semidei intorno a lui ripresero a ridere come se non ci fosse un domani. La giornata non faceva altro che peggiorare, e Will stava iniziando a perdere la pazienza.

"Hai bisogno di un passaggio?" Era lo stesso semidio di prima, Jason. Si era avvicinato sorridendo insieme ad una ragazza molto carina. Will sapeva che erano fidanzati e che lei era diventata la capogruppo della casa di Afrodite, ma non ci aveva mai parlato prima. "Un passaggio? Cosa intenti?" 

Invece di rispondere il figlio di Giove lo afferrò per la vita e si librò in volo. Will non aveva mai provato nulla del genere, sentiva i venti intorno a loro che si muovevano permettendogli di rimanere sospesi in aria. Con gli occhi strizzati e le gambe ciondoloni non riuscì a farsi sfuggire un gridolino. Quando sentì le tegole sotto le infradito, Jason lo lasciò andare. Aprendo gli occhi, si ritrovò ad osservare la folla di semidei dall'alto. Davanti a lui si estendeva la spiaggia e dopo l'oceano che continuava fino all'orizzonte.

Girandosi, Will non riuscì a farsi scappare una risatina nervosa. Era uno scherzo. Doveva essere uno scherzo.


SOLANGELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora