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Nico se ne stava appoggiato ad un'albero vicino ai bagni, mentre aspettava Will. L'odore che arrivava dal piccolo edificio di cemento era talmente disgustoso, che il figlio di Ade aveva dovuto farsi prestare da Percy una delle vecchie clip per il naso che usava alle lezioni di nuoto. In realtà servivano per bloccare l'acqua e non il tanfo di un bagno pubblico, ma era comunque meglio di niente.

Quella mattina, Nico si era svegliato verso le sei, dopo aver dormito più di dodici ore. Aveva dei ricordi confusi su Will e Jason che tentavano di svegliarlo, ma sicuramente era stato un sogno. Era strano che non avesse sognato pericoli imminenti o profezie oscure, ma dopotutto la guerra era appena finita, si meritavano sonni tranquilli.

 Senza rendersene conto, si era ritrovato a fissare un rotolo di carta igienica ammuffita, sul tetto dei bagni. Le assi di legno cadevano a pezzi, e sul fianco dell'edificio c'era un enorme graffito con scritto "Gli Stoll sono stati qui". Perfino l'erba, che per tutto il campo era verde e rigogliosa, vicino ai bagni diventava secca e giallognola. Se l'esterno era in quelle condizioni chissà cosa avrebbero trovato dentro. Distogliendo, disgustato, lo sguardo dai bagni vide una testa bionda che arrivava correndo, era Will ovviamente. Si era portato dietro una scatola piena di mascherine, guanti e flaconi di sgrassante.

"Buongiorno! Come stai?" chiese sorridendo il figlio di Apollo. Per quanto cercasse di risultare rilassato, si vedeva che era in imbarazzo. Non lo guardava negli occhi e continuava a strusciarsi le mani mentre parlava, come se stesse nascondendo qualcosa. Erano dettagli che a Nico non sfuggivano.
"Bene, ho dormito tutto il pomeriggio e stamattina mi sono svegliato presto."
"Per gli dei." disse Will guardando verso i bagni.
"Sarà meglio iniziare subito. Questo posto e disgustoso." 

I due semidei si misero due paia di guanti a testa e, trattenendo il fiato, aprirono la porta dei bagni. Davanti a loro, un angusto corridoio divideva i bagni delle femmine da quelli dei maschi. Ogni lato aveva una fila di docce, posizionate davanti alle porte dei gabinetti. Le pareti erano ricoperte di muffa e scarabocchi fatti con i pennarelli indelebili. I lavandini gocciolavano e il pavimento era ricoperto di carta igienica.
"Sto per vomitare." disse Will con un filo di voce. La sua espressione schifata era così buffa, che Nico sarebbe volentieri scoppiato a ridere ma non voleva aprire la bocca per paura di essere contagiato dal puzzo del bagno.
"Non puoi vomitare adesso, i bagni dei maschi ci aspettano."

I due semidei impiegarono almeno un ora solo per grattare via la muffa dalle pareti e pulire le mattonelle delle docce. Lo sporco non finiva mai e i gabinetti sembravano raddoppiarsi ogni volta che ne pulivano uno. Verso mezzogiorno arrivò la sorella di Will, Kayla, con il pranzo.
"Ehilà, come sta andando qui?" chiese mentre passava loro i piatti.
"Malissimo." rispose Will. Era passata tutta la mattina e non erano neanche a metà del lavoro. Il tanfo di fogna che arrivava dai cessi gli si era impregnato nei vestiti, ed erano entrambi sudati dalla testa ai piedi.
"Sì, effettivamente si nota." rispose Kayla abbastanza divertita.
"Vi ho portato il pranzo perché tutti hanno paura che portiate il puzzo dei bagni fino alla mensa. Non affaticatevi troppo non vogliamo che succeda come ieri, eh Will?" ammiccando al fratello, Kayla si allontanò, lasciando i due ragazzi da soli. Will era diventato tutto rosso dopo averla sentita, ma Nico non capiva il perché. Probabilmente il giorno prima era successo qualcosa mentre dormiva.

Dopo essersi presi una pausa per mangiare, i due semidei si rimisero al lavoro. Stavano cancellando le scritte da un muro, quando Will si fece scappare una domanda:
"Come mai non sapevi usare il tablet ieri?" era una domanda banale, ma Nico ci mise un po' a rispondere.
"Quanti anni mi daresti?"
"Non saprei, uno o due meno di me. Perché?" Will era confuso, si vedeva dal modo in cui aggrottava le sopracciglia guardando Nico.
"E invece sbagli. Ne ho un ottantina più o meno." Will scoppiò a ridere ma, vedendo che Nico era serissimo, si ricompose subito.
"No aspetta, non stai scherzando?" A quel punto il figlio di Ade iniziò a raccontare la sua vita in modo conciso. Dai giorni passati a Venezia, il viaggio in America, il Casinò Lotus e l'arrivo al Campo per la prima volta. Le parole uscivano dalla sua bocca senza esitazione. Dopo una ventina di minuti finì il discorso, lasciando Will a bocca aperta. Anche se aveva omesso gli eventi più personali, come la morte di Bianca e la cotta per Percy, si era aperto come non aveva mai fatti prima. Era sicuro che Will avrebbe capito, per questo si fidava di lui. Il figlio di Apollo sembrava veramente confuso.
"1932 eh? Cioé... wow. Questo spiega un sacco di cose."
"Cosa intendi?"
"Quando ho tirato fuori la siringa sterile dalla busta e tu mi hai chiesto se l'avessi passata sotto una fiamma prima di usarla. Oppure quella volta in cui mio fratello ha fatto una battuta su un cantante famoso e tu l'hai guardato come se fosse pazzo. Un sacco di cose." Will era stupito, ma non a disagio. Di solito tutti lo guardavano in modo strano quando scoprivano che era molto più grande di loro, ma non Will. Nico si sentiva veramente sollevato dopo aver raccontato tutto. Senza aggiungere altro, i due semidei si rimisero a pulire il bagno, immersi in un dolce silenzio.

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