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Will se ne stava seduto su un pouf verde ad osservare i murales sulle pareti della grotta. Si trattava di una grande stanza con il soffitto alto, piena di comode poltrone e secchi di vernice. In piedi su un treppiedi Rachel stava dipingendo l'unica parete ancora libera. Si era legata i capelli rossi in una coda disordinata e dava le spalle a Will. Ad un primo sguardo le sue pennellate sembravano totalmente casuali, ma allontanandosi si riusciva a distinguere l'immagine nei minimi dettagli. Sembrava la spiaggia del campo mezzosangue, con due piccole figure che si rincorrevano sulla battigia. 

 Quando era entrato, Will era imbarazzatissimo. Lui e Rachel si conoscevano a pena, e lui era entrato nella sua "casa" senza nemmeno bussare. Ma la mortale, anche se di poche parole, era stata gentile con lui. Lo aveva fatto sedere su quel pouf, gli aveva dato dei biscotti allo zenzero, e poi aveva ripreso a dipingere come se nulla fosse. Will aveva provato a rompere il ghiaccio con qualche domanda gentile, ma lei era andata dritta al punto.

"Che sei venuto a fare?"

Will aveva iniziato a raccontare cosa era successo tra un biscotto e l'altro, prima con poca convinzione e poi lasciandosi prendere dalle emozioni. Qualche lacrima era scesa lungo le sue guance lentigginose, ma Rachel stava dipingendo di spalle e non lo aveva visto, Will le aveva immediatamente mandate via con il palmo della mano. Ormai il panico generale era scemato e adesso il figlio di Apollo non riusciva a smettere di pensare a dove fosse finito Nico. L'ansia che il figlio di Ade potesse fare confusione con i viaggi ombra gli aveva lasciato un nodo allo stomaco che neanche i biscotti riuscivano a sciogliere. Nico non avrebbe più voluto parlargli e a lui andava bene così, voleva solo accertarsi che stesse bene. Anche se non era ricambiato voleva essere sicuro che Nico non si facesse male.

Oddio aveva appena rovinato un appuntamento, oltre a tutto il resto della sua esistenza, e comunque non riusciva a smettere di comportarsi come un fidanzatino ansioso.

Finito il discorso, Rachel scese dal suo treppiedi e ci si sedette sopra. Afferrò un biscotto e iniziò a parlare con la bocca piena, ovvimente mentre si scarabocchiava i pantaloni con il pennello ancora sporco: 

"Non so, mi sembra un problema abbastanza banale. Non ci sono divinità arrabbiate di mezzo, titani appena risorti e nemmeno scuole femminili di buone maniere. Devi solo aspettare che Nico torni e scusarti con lui, no?"
"E se lui non tornasse? E se non accettasse le mie scuse? E se gli capitasse qualcosa di brutto mentre io non sono con lui? Ti prego guarda il futuro per me." Will si passò una mano tra i capelli biondi, preoccupato. Rachel fece un respiro profondo prima di rispondere:
"Senti mi dispiace ma io non sono una psicologa e tanto meno un'indovina, non posso dirti cosa sta facendo Nico in questo momento, non ho modo di decidere quando e come avere le visioni. Puoi provare a chiamarlo con un messaggio Iride, sempre che funzioni, sennò non puoi fare altro che aspettare." Rachel sembrava veramente dispiaciuta.
"Cosa intendi con sempre che funzioni?" chiese Will facendo le virgolette con le dita.
"Praticamente da quando è finita la battaglia con Gea i miei poteri sono scomparsi nel nulla. Apollo mi aveva detto che anche la Foschia ci metteva in po' a riequilibrarsi dopo una battaglia ma ormai è passata più di una settimana, sarebbero dovuti già tornare come prima. E poi anche tutte le comunicazioni semidivine sono bloccate, penso che sia per lo stesso motivo ma è comunque strano."

Will non sapeva cosa dire, avrebbe dovuto essere preoccupato per  la foschia, ma la verità era che non riusciva a smettere di pensare a dove fosse Nico, e al fatto che Rachel e suo padre fossero tipo i migliori amici della profezia. Molto imbarazzante. 

Ormai si era fatta ora di cena e, dopo aver salutato Rachel e arraffato qualche biscotto, il figlio di Apollo corse alla mensa. Dietro le colonne di marmo bianco, seduti al proprio tavolo, i suoi fratelli lo stavano aspettando con un sorrisetto pervertito stampato in faccia. Quando lo videro arrivare però i loro sorrisi scomparvero, sostituiti da un'espressione confusa, Will sapeva di non avere proprio un bell'aspetto, era preoccupatissimo e non riusciva a smettere di pensare a cosa stesse facendo Nico in quel momento. Si sedette sulla panca senza aprire bocca e iniziò a smangiucchiare un pezzo di pane a testa bassa. Non aveva proprio voglia di parlare con loro. Ad un certo punto sentì Austin muoversi accanto a lui.

"Ehi! Ma cosa stai facendo?"
"Scansati Austin, svelto." era Kayla che cercava di sedersi tra i due facendo un sacco di confusione. 

Dopo essersi seduta comodamente la ragazza si girò verso Will e lo strinse in un grande abbraccio, sussurrandogli all'orecchio:
"Finito di mangiare mi racconti cosa é successo, ok? Adesso non preoccuparti, penso a tutto io." Per la seconda volta quel giorno Will dovette trattenere le lacrime. Doveva solo aspettare e poi Nico sarebbe tornato e avrebbe fatto pace con lui. Giusto?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 01, 2022 ⏰

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