Le prime luci dell'alba entrarono dalla finestra e gli uccellini iniziarono a svegliarsi cominciando a parlare tra di essi.
I raggi del sole colpirono il letto di Jimin che, infastidito dalla luce, aprì gli occhi; si stiracchiò e si alzò sbadigliando passandosi una mano tra i capelli.Subito si cambiò, salutò i piccoli uccellini che si erano accomodati nella sua piccola finestra e corse fuori in giardino.
Chiuse gli occhi sentendo l'aria pulita e sorrise, successivamente, iniziò a raccogliere le uova dal pollaio, diede da mangiare agli animali e corse a preparare la colazione alla sua matrigna e alle sue sorellastre.Sentendo parlare al piano di sopra, decise di fare più velocemente possibile, non volendo essere rimproverato già di prima mattina.
Apparecchiò nella sala da pranzo, portò tutto lì e quando le tre donne entrarono, Jimin aveva poggiato il thè caldo, rigorosamente al limone, sul tavolo.Le vide e si inchinó.
"Buongiorno madre, buongiorno sorelle" disse facendosi subito da parte sapendo che non poteva di certo sedersi con loro a fare colazione.Una delle sue due sorellastre, gli si avvicinò e toccó con espressione disgustata i suoi capelli.
"Per l'amor del cielo, Jimin, dobbiamo dare una sistemata ai tuoi capelli, sono crespi e hanno un taglio a dir poco orribile!!" urlò questa andandosi a sedere."Ma io-"
"E il colore Jimin!" lo interruppe l'altra "questo biondo non mi piace! Oggi ci pensiamo noi a te!" disse convinta annuendo.
"Ma a me piacciono i miei capelli, va bene, forse hanno bisogno di essere un pò tagliati, ma il colore è quello mio naturale, non voglio cambiarlo" disse toccandosi una ciocca dei suoi capelli dorati.
"Oh caro" s'intromise la matrigna "sono sicura che le mie figlie hanno ragione" fece un sorriso diabolico, sapendo di avere Jimin tra le mani e di poterlo manovrare a suo piacimento.
"Ma signora madre-"
"È così!" alzò la voce facendo sobbalzare Jimin e ridere le sue due figlie che avevano visto la reazione del loro patetico fratello.
Il ragazzo abbassó la testa e annuì sussurrando un semplice "si madre".
Si ritirò in cucina e sospirò sedendosi in cucina, si tolse la piccola collanina che ogni giorno portava al collo e aprì il ciondolo guardando la foto dei suoi genitori posta all'interno."Mi mancate come l'aria" sussurrò accarezzandoli.
"Jimin!!!!" urlò una delle sue sorellastre ed egli subito si alzó, si rimise la collanina e corse da ella.
"Si sorella?" chiese una volta arrivato.
"Andiamo dal parrucchiere!!" esclamò prendendolo, con la punta dell'indice e del pollice, dalla manica e trascinandolo via.
"Ma sorella, devo sparecchiare, fare il bucato-" venne interrotto nuovamente e sospirò sentendo "lo farai dopo."
"Bene, un'altra notte da passare in bianco" pensò, sapendo perfettamente che la sua matrigna voleva che finisse tutte le mansioni quel giorno stesso, perché il giorno successivo ce ne sarebbero state altre.
Una volta arrivati al villaggio, andarono direttamente dal parrucchiere.
Aspettarono qualche minuto e subito dopo la sorellastra, fece sedere Jimin in un posto pronto per essere 'lavorato'.
"Voglio che accorciate qui, sistemate qui e fate un nuovo colore" disse ella senza mai fermarsi e sentì le lacrime arrivare agli occhi, lacrime che decise di reprimere, se no sua sorella lo avrebbe preso in giro per sempre.
"Jimin, che colore vuoi? Rosa? Rosa sia." disse senza aspettare la conferma del ragazzo.E così, dopo tre ore passate lì dentro, con sua sorella che faceva finta di sorridergli e Jimin che non faceva altro che reprimere le lacrime, uscirono e si diressero verso alcuni negozi, nei quali la sorella poteva comprare ciò che desiderava.
Mentre il ragazzo aspettava fuori e si guardava i capelli, sentì delle acclamazioni dalle persone verso un luogo preciso e, preso dalla curiosità, decise di avvicinarsi sorpassando gran parte delle persone per poter capire meglio.
Capì tutto quando vive una carrozza reale ferma proprio al centro e da lì scendere il re, insieme a suo figlio che..wow, per Jimin era il ragazzo più bello che avesse mai visto.Taehyung sorrise al suo popolo e non appena incrociò lo sguardo di Jimin, rimase a fissarlo per secondi interminabili.
"Padre" disse richiamano l'attenzione dell'uomo "chi è quel ragazzo?" domandò non staccando gli occhi di dosso a Jimin che, essendosi accorto dello sguardo, arrossì come mai aveva fatto prima d'ora."Sarà un ragazzo di famiglia contadina" rispose solo il re per poi far richiamare, a uno dei suoi consiglieri, l'attenzione del popolo.
"Ascoltate, il compleanno di mio figlio, il principe Taehyung, si sta avvicinando e come da tradizione, il principe che compirà ventun'anni diverrà nuovo erede al trono. Per tanto, gli servirà una principessa o un principe al suo fianco; abbiamo deciso che, in onore della sua saggia scelta, tutto il popolo è invitato al compleanno di mio figlio che si terrà esattamente la prossima settimana. Questo è quanto." disse il re a voce alta.Taehyung non sapeva perché suo padre aveva dato lui stesso la notizia ma poco gli importava, voleva solo che quel ragazzo dai capelli rosa venisse al suo compleanno.
Così mentre tutto il popolo esaltava, il principe si avvicinò a Jimin che subito si inchinò."Vostra Altezza" sussurrò.
"Vi prego alzatevi, non dovete inchinarvi con me, badate bene a farlo con mio padre invece" disse Taehyung strappando un piccolo sorriso a Jimin che subito si era alzato alle parole del principe.
"Volevo sapere se voi venivate al mio compleanno, mi farebbe davvero piacere vedervi" disse dimenticandosi del popolo che, ora in silenzio, stava ascoltando la conversazione dei due.
Anche il re lì stava guardando, ma non poteva di certo fare star zitto Taehyung come era solito fare.Jimin arrossì nuovamente e annuì.
"Se me lo chiedete, verrò di certo Vostra Altezza" sussurrò guardando com'era bello il sorriso che il principe gli rivolse."Principe!!! Oh mio dio, c'è il principe!!!" si sentì urlare da lontano e subito Taehyung alzò gli occhi verso quella voce, cercando di sorridere alla vista di una fanciulla che correva nella sua direzione.
"Principe!!" esclamò una volta davanti a lui "levati Jimin" gli sussurrò, sua sorella, mettendosi davanti a lui.
"Perdonate mio fratello, qualsiasi cosa abbia detto, non sa nemmeno farsi una piega" ridacchiò ella."Non disturbatevi fanciulla, vostro fratello non ha detto nulla di inopportuno.
E penso che farsi una piega non sia poi così tanto importante, non credete?" domandò Taehyung cercando di guardare ancora sul volto Jimin che, per imbarazzo, aveva abbassato la testa."Taehyung, dobbiamo andare" disse suo padre risalendo sulla carrozza aiutato dai cocchieri.
"Arrivo padre" disse solo per poi far tornare la sua attenzione ai due "fanciulla, potrebbe spostarsi un poco per favore?" chiese cortesemente per poi sorridere alla vista di Jimin.
"Ehi, Jimin, no?" chiese per essere sicuro e sorrise alla conferma "ti aspetto al mio compleanno" sussurrò in modo da non farlo sentire a nessuno, tratte che alla sorellastra, molto vicina ai due.
Detto ciò, Taehyung salì in carrozza e fece un ultimo sorriso a Jimin, per poi sparire dentro la carrozza.
E Jimin, per la prima volta, sentì il suo cuore battere, battere forte, talmente forte che non poté non sorridere.
Finalmente qualcuno si era accorto di lui, certo non si aspettava del principe, ma qualcuno aveva rivolto la parola a lui.Non vedeva l'ora di andare a quel compleanno, sperava di poter parlare nuovamente con il principe.
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𝘼𝙢𝙖𝙢𝙞 𝙋𝙚𝙧 𝙌𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝘾𝙝𝙚 𝙎𝙤𝙣𝙤 ~Vmin
Fanfictiondove Jimin è maltrattato dalla sua matrigna e le sue sorellastre mentre Taehyung è il principe del piccolo regno dove vive Jimin /preso spunto da cenerella! /se non ti piace, non leggere :) /aggiornamenti: LENTI