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Nei giorni successivi, tutte le azioni che avevano dato vita a quella casa, erano le urla di felicità delle sorellastre mentre provavano un vestito dopo l'altro, mentre si mettevano in posa per far prendere alla sarta tutte le misure che le sarebbero servite.

La matrigna sorrideva soddisfatta a vedere le sue figlie, uniche e preferite, prepararsi in modo perfetto per quella serata che stava arrivando ogni giorno sempre di più.
Aveva un'unico obiettivo per quella serata: far notare le sue figlie dal principe in persona, o comunque da qualche nobiluomo con un'importante patrimonio dietro.

Era stanca di vivere in quella che lei definiva topaia, piena di animali, insetti, così tanto piena di...verde.
Lei non era fatta per stare in mezzo alla natura, a quei "rumori" che emetevvano gli uccelli la mattina presto; per lei nulla di tutto ciò doveva esistere e soprattutto, odiava, con tutta se stessa, il suo figliastro.

Per lei Jimin era...anzi no, per lei Jimin non era nulla.
Valeva il niente assoluto.
Ogni volta che lo vedeva sorridere, che lo vedeva più contento, più felice, le sembrava di star fallendo come madre alle sue due figlie: le uniche che, per lei, dovevano brillare di felicità in quella casa.

Oramai, al ballo, mancava un solo giorno e mentre le tre donne di casa si riposavano per apparire senza rughe alla festa, Jimin, chiuso in camera sua, stava finendo di cucire quella che era la camicia di suo padre.
L'aveva indossata il giorno del suo primo matrimonio e Jimin non voleva non indossarla in un giorno così tanto speciale per il popolo.

Aveva deciso di indossare una camicia bianca, dei pantaloni neri, gli unici che aveva, delle scarpe eleganti nere, rubate anch'esse dalla stanza di suo padre, e come giacca una semplice bianca.
Aveva trovato tutto cercando nel guardaroba di suo padre e, per fortuna, non aveva dovuto chiedere nulla a nessuno, non mettendo debiti e non facendo intendere nulla alla sua matrigna o alle sue sorellastre, sicuro che se lo avessero saputo, gli avrebbero rovinato tutto quanto e Jimin non poteva permettere che rovinassero anche le ultime cose che gli rimanevano di suo padre.

Sospirò contento e scrollò le spalle per poi guardare il panorama dalla piccola finestra che c'era in stanza.
Il sole stava tramontando, il cielo si stava dipingendo di un'arancione sempre più acceso e gli uccelli si ritiravano tutti nei loro nidi, pronti a prendere il sonno che li avrebbe accompagnati per tutta la notte.

"Gli piacerà?" si chiese sussurrando e pensando al bellissimo principe incontrato due volte in meno di un mese.
Che fosse stato il destino?
Non lo sapeva.
Ma Jimin sperava solo che quella volta non sarebbe stata l'ultima.
Inutile negarlo, il principe era dolce, buono, sembrava una persona dall'animo genuino e voleva conoscerlo sempre di più.
Sapeva che dietro quello sguardo fermo e determinato, che un vero reale doveva avere, ci fosse ben altro; in fondo il principe non era altro che un normale ragazzo.

Una volta finita la camicia, l'appese dietro la porta sapendo che chiunque fosse entrato, o aperto la porta, non si sarebbe accorto di nulla.
Sorrise nel vedere il completo e si immaginò, per un breve istante, lui e Taehyung che ballavano insieme, al centro della sala, con gli occhi di tutti puntati su di loro.

Scosse, però, la testa sapendo che tutto ciò fosse impossibile da realizzare.
Scese quindi le scale e andò a preparare la tavola per la cena, cucinando quelli che erano i piatti preferiti delle tre donne di casa.

                            ︶꒦꒷♡꒷꒦︶

L'indomani sera, la felicità di Jimin la si poteva toccare con un dito.
Il ragazzo non vedeva l'ora di poter mostrare il suo "nuovo" abito alla matrigna e alle sue sorellastre.
Ci aveva messo anima e corpo, sorrideva ogni volta che lo osservava e sperava che, ovunque fosse, suo padre sarebbe stato orgoglioso di lui, anche se non faceva nulla di speciale, anche se era solo un servo, Jimin un po' ci sperava.

Sapeva di non aver fatto chissà cosa ai vestiti di suo padre, eppure quelle piccole modifiche apportate, gli facevano provare un sentimento di soddisfazione verso le sue capacità.

Sorrise guardandosi nel piccolo specchio che aveva appeso in stanza, vicino l'armadio, e si sistemò di poco i capelli.
Quando sentì le voci femminili al piano di sotto, scese anche lui timidamente con le guance tinte di un leggero rosa, mostrando il suo imbarazzo ma si fece coraggio fino a quando non arrivò davanti ad elle.

"Aspettate, ci sono anche io" disse Jimin guardando le tre donne girarsi e fece un piccolo sorriso.
"Le piace?" disse mostrando i vestiti da lui cuciti "non ho comprato nulla, ho fatto tutto quanto io"

La donna più grande fece una smorfia tra il disgusto e il fastidio che provava nel vedere il suo figliastro...bello.
"E cosa fai vestito così?" chiese cercando di non aver capito cosa Jimin volesse fare.
Anche perché, una nullità come lui, non sarebbe potuto andare da nessuna parte poiché nessuno lo avrebbe mai voluto.

"Al ballo del principe, non darò fastidio se è questo quello che vi preoccupa, voglio solo ammirare il palazzo" e rivedere il principe aggiunse nella sua mente Jimin sorridendo appena.

"Oh, mio caro e piccolo Jimin" iniziò la matrigna avvicinandosi a ragazzo.
"Tu non puoi venire al ballo, non con la giacca strappata" disse ella.

A primo impatto, Jimin non capì a cosa si stesse riferendo la donna, ma subito dopo vide la mano della donna strappare una manica cucita da lui.
A seguito di lei, si aggiunsero le sorellastre che rovinarono sia la camicia, sia la giacca del povero ragazzo.
E mentre elle ridevano e lo prendevano in giro, Jimin sentì gli occhi riempirsi di lacrime.

"Sei una nullità Jimin e le nullità come te, non meritano nulla." disse freddamente la matrigna e dopo qualche altro minuto, tutte e tre andarono via, dirette verso il ballo, lasciando un Jimin piangente, più nudo che vestito e che vedeva il suo sogno, di rivedere il principe, sgretolarsi davanti ai suoi occhi.

Corse in stanza e si gettó nel letto piangendo.

Mamma, papà, non riesco a trovare la felicità, non la vedo più.

𝘼𝙢𝙖𝙢𝙞 𝙋𝙚𝙧 𝙌𝙪𝙚𝙡𝙡𝙤 𝘾𝙝𝙚 𝙎𝙤𝙣𝙤  ~VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora