6. Il passato non dimentica

728 28 0
                                    

POV: Manuel

Vedo Chicca entrare dalla porta: "Sono venuta per restare" risponde al professore. Sorrido debolmente: sono felice che non abbia rinunciato alla scuola per colpa mia. "Però me sa che il mandarino sta a morì" esclama andandosi a sedere: si riferisce ad una pianta rinsecchita che il professore mi aveva fatto comprare fuori scuola, per convincerci del fatto che sul terreno giusto, ogni cosa può fiorire nel migliore dei modi. "Ci vuole più amore", continua Chicca. "Sì, più amore", concludo io: nel dirlo ho l'istinto ruotare la testa verso Simone. Perché mai dovrei associare questa espressione a lui? Abbasso lo sguardo velocemente, come per nascondermi da qualcuno in grado di leggermi nel pensiero. "Avete ragione, venite con me", esclama il padre di Simone, dopo aver preso vaso e cappotto. Poco dopo ci ritroviamo su una collinetta alle spalle del Colosseo, intenti a piantare il mandarino nel terreno, annaffiarlo e sperare di vederlo fiorire in futuro.

È per questo che mi piacciono le lezioni del professore: è grazie a lui se, dopo il liceo, ho intenzione di studiare filosofia all'università. Durante le sue ore mi sento leggero, libero e riesco a incanalare tanti nuovi concetti utili: il ragazzaccio superficiale e ribelle, sempre incazzato col mondo intero, viene surclassato dal fanciullo sereno e volenteroso di apprendere. Vorrei tanto che la mia vita fosse come queste lezioni: avere la spensieratezza di dedicare un po' di tempo a piantare un mandarino al centro di Roma, senza che nessuna cosa brutta possa scalfire quel momento. Che bel sogno, mi dico inspirando aria nei polmoni. Peccato che poi, inesorabilmente, arrivi la sveglia della realtà a buttarci giù dal letto.

Schopenhauer ne sapeva qualcosa: la vita è come un pendolo che oscilla tra noia e dolore. Durante la spiegazione del professore, molti si sono visti d'accordo con lui: "Se con l'amore già ti sei fatto male, perché riprovarci? È stupido!" dice Laura. "Perché innamorarsi è una delle cose più belle del mondo": la voce di Simone riecheggia da sola nell'aula. Lo osservo mentre parla con la testa china sul banco e tortura un pezzetto di carta con le mani: istintivamente sorrido. Sarà davvero così? Innamorarsi è veramente una delle cose più belle del mondo? Perché non riesco a dare una risposta netta a questa domanda? Ripenso a Chicca: forse di lei non ero innamorato dopotutto. Con Alice allora? Dovrei saper rispondere in modo sicuro e deciso, eppure l'unica cosa che mi viene da fare è domandarmi: sono innamorato di Alice?

Arriva la quarta ora: compito di italiano. Domani è il compleanno di Simone: occorre organizzare una festa coi fiocchi.

Il giorno seguente Simone mi dice che sa dove festeggiare il compleanno: è riuscito a fregare le chiavi della scuola al padre. Gli ospiti d'onore saranno alcol e musica. Prima, però, devo andare a parlare con Alice: si è stranita per la sparata che le ha fatto Chicca e ora mi tocca rimediare. 

Non c'è un finale. ~ SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora