POV: Simone
La festa è iniziata da un paio d'ore: la folla di persone beve e balla a ritmo della musica che sovrasta ogni altro rumore. Io continuo a guardarmi intorno nella speranza di scorgere, prima o poi, solo un volto: quello di Manuel. Mi maledico ancora una volta: nonostante la mole di persone venuta qui a festeggiare il mio compleanno, io aspetto l'unico essere vivente a cui non importa nulla di me. Il più bello, il più stronzo e il più etero di tutta la scuola. Chiudo gli occhi e scuoto la testa, poi faccio un altro sorso dalla mia birra.
* * *
"Divertiti, eh": non sono capace di aggiungere altro, dopo gli auguri sterili e aridi di Manuel. Scemo io che ho atteso così tanto il suo arrivo. Mi allontano da lui, sperando di distrarmi da quella che, ormai, potrei definire quasi un'ossessione: nada.
Dopo poco vedo quello stronzo avviarsi verso l'uscita, barcollante e con una bottiglia di birra in mano. Fanculo, non è un problema mio: se ne vada pure, se è questo che vuole. Ottimo proposito per cominciare a reagire: non sarò più quello sempre pronto a coprirgli le spalle o a consolarlo quando ne ha bisogno. Ottimo proposito, davvero. Proposito talmente solido che va a farsi benedire in soli due minuti: mi mordo la lingua per maledire me stesso e la mia scempiaggine. Ma non basterebbero cento maledizioni per fermarmi dal corrergli dietro: parte della folla che devo attraversare per uscire mi blocca ma io, molto celermente e con un bel sorriso, liquido ogni singola persona. Devo andare da lui. Mi fiondo fuori e lo trovo a buttare giù le transenne del cantiere: provo a fermarlo ma sembra indemoniato.
- "Mi dici che hai?"
- "C'ho tutto, che ce devo ave'? C'ho quella puttana che m'ha lasciato".
- "Fermati ti ho detto!" tento di nuovo a bloccarlo.
- "Lasciami!"
- "No! Non ti lascio! E non ti lascio perché ti voglio bene".
Ed è così vero: gli voglio bene. Voglio il suo bene, la sua felicità, il suo sorriso. Non sono affatto pentito della frase che ho detto: ho solo paura di aver oltrepassato un limite, cosa che lui non mi perdonerà. E so che forse ho fatto una cazzata nel proferire quelle tre parole, ma non potevo più nascondermi: gli voglio bene.
Ciò che succede subito dopo mi lascia spiazzato: mi guarda le labbra per un secondo, poi si butta sulla mia bocca, avvicinandomi a sé.
L'incredulità, però, dura poco: senza troppe cerimonie, lo conduco in una zona più nascosta del cantiere, mentre gli alzo la maglietta per sfiorare, con ardore e delicatezza, la sua pelle. Scoprirlo eccitato mi regala scariche di piacere: la mia mano si muove ormai da sola, quando inizio a masturbarlo e aumento le spinte per provocargli gemiti incontrollati. Sentire, poco dopo, le sue dita calde afferrare la mia erezione mi fa impazzire: bastano i suoi occhi piantati nei miei a farmi raggiungere l'apice del piacere. Sono. In. Paradiso.
La magia di quel momento e la profondità del suo sguardo, però, vengono soppiantate troppo presto da due occhi lucidi, una mascella serrata e una velocità nel ricomporsi.
Provo ad inseguirlo mentre scappa via:
- "Stai bene?", chiedo.
- "Sì, sto bene", risponde in modo piatto.
- "Ma non avevi detto che non ti piacevano i ragazzi?"
- "E infatti, chi t'ha detto che me piacciono? ... Però con te è diverso, dai, hai capito, no?"
- "Sì, sì, ho capito" sussurro, non troppo convinto.
Sviando l'argomento, mi chiede di tenergli la pistola che gli ha dato Sbarra: io, da bravo sottone, acconsento. Sono confuso, arrabbiato, amareggiato: eppure, una parte di me non può fare a meno di sorridere dopo ciò che è accaduto.
Dopo essere finiti in ospedale, a causa del coma etilico di Giulio, cerco di parlargli: distoglie lo sguardo, evita in contatto fisico, si allontana. Mi sento usato, ferito, sporco. Non prova nemmeno a rincorrermi dopo la sfuriata con mio padre davanti a tutti.
Tutta la felicità è sfumata. Buon compleanno Simone.
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So che potrebbe sembrare una ripetizione del capitolo 7, però volevo affrontare la scena del cantiere anche dal punto di vista di Simone.
Spero vi piaccia :)
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Non c'è un finale. ~ Simuel
RomanceAVVERTENZE: questa storia è il prequel di "Non siamo su binari diversi: tu sei il mio binario ~ Simuel" Storia su Simone e Manuel, ambientata durante e dopo la prima stagione di "Un professore" (prima di leggerla, è meglio vedere tutte le puntate...