3. Il ragazzo ribelle-Yoongi

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Yoongi's pov

Yoongi aveva assistito alla battaglia per via uditiva, nel senso che lui ed il ragazzo-mago di nome Hoseok avevano parlato tramite radio con Seokjin-hyung, a quanto pare uno dei più grandi tra gli Shadowhunters residenti all'istituto.
Era ancora debole dopo quanto accaduto a Daegu, ma doveva dire che il mezzo maghetto dai capelli rossi era piuttosto bravo tra incantesimi e rune.
"Come ti senti?" Hoseok lo accompagnò alla sua stanza, con premura.
"Beh, faccio un po' fatica a stare in piedi senza aiuto, ma per il resto ho molto meno male di prima."
Il rosso sospirò di sollievo. "Almeno il dolore sta diminuendo. Per quanto concerne lo stare in piedi, sono a tua disposizione."
Yoongi arrossì. "Ma dovrei fare la doccia, e-"
"Non ti guardo." Ridacchiò Hoseok. "Ti faccio solo da appoggio, davvero. Sembro una persona così perversa, hyung?"
Fece come promesso, non girandosi nemmeno una volta.
Dopo aver indossato una tuta pulita e aver controllato le sue ferite, Hoseok lo accompagnò a cena.

Il pasto venne servito in una grande sala che sembrava molto antica, con vari tavoli al quale sedevano tanti Shadowhunters, giovani e vecchi.
"La scuola per Shadowhunters di Seoul non ha una mensa interna." Fece chiarezza Hoseok, vedendolo confuso. "Il resto dei commensali sono membri del consiglio, istruttori e persone che come me vivono qui per motivi vari. Alcuni si sono trasferiti, come BamBam, ed altri hanno perso la propria casa come Jimin. Suppongo che vivrai qui, no?"
Yoongi annuì, sospirando. Ormai, si era abituato all'idea, ma non aveva perso la speranza che i suoi genitori potessero essere ancora in vita.
Venne servito un bel pasto nutriente e bilanciato: carne ai ferri, riso, kimchi e una grande varietà di verdure.
"Il sabato fanno il dolce." Venne informato da Seokjin, e notò nel ragazzo la stanchezza della breve ma intensa battaglia.
"Ed è buoniffimo." Aggiunse il ragazzo accanto a lui, ricordandogli il suo nome: Kim Taehyung, fratello di Seokjin e Namjoon.
I tre non si assomigliavano molto, e venne subito a conoscenza del motivo.
Taehyung e Namjoon erano stati adottati dai Kim, e mentre il primo aveva preso dalla madre, il secondo dal padre. Dei genitori non c'era traccia, solo una vecchia fotografia sgualcita e consumata dal tempo.
"Faremo delle ricerche sui tuoi genitori, Yoongi, tranquillo." Lo rassicurò Seokjin, passandogli della carne. "Ora mangia, però, non vorrei stessi male. Per riprenderti hai bisogno di nutrienti."
Fece fatica a finire metà del cibo che aveva sul piatto, così Hoseok gli propose di terminare il pasto in camera. Aveva capito che il ragazzo si sentiva a disagio davanti a persone quasi sconosciute, era già difficile davanti ad Hoseok che conosceva comunque solo da qualche ora.
"Hoseok..."
"Dimmi." Il minore prese un altro pezzo di carne e lo posò su una fetta di insalata, decorandolo con la salsa piccante e facendo un rotolino.
"Uhm, ti ringrazio per avermi capito senza bisogno di parole."
Hoseok scosse la testa. "Era necessario. Sembri un sacco freddo, invece sei solo timido. Sono felice che tu mi stia parlando."
"Non ti ci abituare, è solo perchè mi hai aiutato. Io... non sono la brava persona che credi."
Chiarita la situazione e finita la cena, il rosso lo salutò scendendo con i piatti oramai vuoti.

Di certo il mezzomago non poteva saperlo, ma Yoongi non si reputava una bella persona.
Aveva fatto svariati disastri, ed aveva anche incasinato il consiglio quando si erano riuniti ad Idris-città degli Shadowhunters-durante il suo sesto anno di vita: aveva rischiato di dare fuoco ad una casa, il tutto perchè si divertiva a curiosare nelle cose dei grandi. Questo fatto era stato ciò che aveva portato a litigare i suoi genitori per quello che era successo, poichè ciascuno pensava che l'altro non fosse in grado di badare al figlio. Si erano poi separati l'anno successivo, facendo sentire Yoongi estremamente in colpa.
A Daegu, invece, era terribile: saltava gli allenamenti, era scappato tantissime volte dall'Istituto quando era più piccolo e non lo facevano combattere senza gli adulti, disobbediva agli insegnanti perchè non lo lasciavano vestire come voleva.
Lo chiamavano piccolo demone, nonostante i suoi genitori biologici fossero cacciatori degli stessi demoni, come lui.
Era una persona orribile...
Con la velocità e il silenzio di un vero Shadowhunter, raggiunse il tetto: aveva bisogno di calma e di aria fresca, per pensare quel posto era l'ideale. Aveva fatto fatica per salirci, ma già dopo la cena si sentiva meglio ed in grado di camminare.
Essendo estate, era anche piuttosto caldo, non si moriva di certo di freddo come in inverno, e le sue mani non temevano alcuna aria gelida.
Con sè aveva solamente un pugnale per sicurezza, e un pacchetto di biscotti che aveva con sè da quando era scappato da Daegu: che fossero lì dentro, era stata una casualità.
Si fermò ad ammirare le stelle, aprendo il pacchetto di biscotti alle gocce di cioccolato.
Sentiva la mancanza di casa, e quelli erano proprio la marca che sua madre gli comprava.
Sì, era un ragazzo molto ribelle e solitario, ma amava le piccole cose. I biscotti che prendeva sua madre, il bagnoschiuma di suo padre e le mille confezioni di quest ultimo che gli erano state regalate dopo aver detto che gli piaceva l'odore, il suo libro di testi ormai andato perduto a Daegu.
Gli mancava così tanto quella città. Vagava spesso per le vie più sperdute, perdendosi tra vicoli vari, sui tetti e nell'ombra per non farsi vedere dai mondani. I comuni mortali potevano non vederlo anche quando usava la runa dell'invisibilità, trucchetto comodo anche in caso di fastidiosi insegnanti e allenatori petulanti durante il tempo in Istituto.
Yoongi era un'anima libera, e per quanto fosse solitario, amava il movimento più di quanto si potesse pensare. Gli piaceva dormire e riposare, ma anche sfogare i suoi istinti e le sue emozioni incanalandole nel combattimento e nelle lezioni di spada e armi in generale.
"Scusami, posso sedermi qui?" Domandò una voce: non ne conosceva il proprietario, ma sentiva la stanchezza ed il dolore che questa persona provava.
Si voltò, trovando due grandi occhi scuri a fissarlo in una silenziosa richiesta.
"Va bene, resta. Chi sono io per dirti di no?"

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