5. Un iratze nel cuore-Taehyung

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Taehyung's pov

Taehyung si era appena svegliato, erano quasi le tre della notte e aveva fatto un brutto incubo. Durante la cena, si era sentito poco bene, e Seokjin lo aveva accompagnato in infermeria lasciandolo a riposare.
Da quel che sapeva, i suoi due fratelli stavano facendo a turni per dormire in infermeria in caso di bisogno, ed infatti si trovò con un Seokjin mezzo addormentato ma molto preoccupato.
"TaeTae?" Domandò il suo hyung, con gli occhi lucidi di preoccupazione.
"Ciao, hyung."
"Controlliamo, piccolo Kim." Seokjin gli sollevò la maglia del pigiama, e tolse la benda per controllarla.
Fece alcuni iratze in aggiunta a quelli di Hoseok, e cambiò il bendaggio con uno pulito.
"Ecco fatto, tesoro."
"Cosa?"
"Niente, niente." Seokjin era diventato rosso in viso. "Mi è sfuggito, la mamma ti chiamava così e io... io mi stavo occupando di te come faceva lei."
Taehyung sentì una delusione nel petto, perchè gli sarebbe davvero piaciuto ricevere dei nomignoli carini da Jin. Sì, era suo fratello, ma non biologico e lui sentiva tutto il diritto di provare qualcosa per lo hyung.
Con la scusa di essere fratelli, avevano dormito assieme alcune volte (Namjoon russava troppo, quando erano piccoli) e spesso e volentieri finiva per abbracciarlo quando dormiva non riuscendo a riposare bene senza stringere qualcosa.
"Va bene..."
"Hey, tutto okay?"
Taehyung annuì, mestamente. "Mi fa solo un po' paura ciò che ho sognato."
In certi momenti, avrebbe solo voluto un iratze nel cuore.
"Ti aiuto." Seokjin gli accarezzò i capelli. "Cerca di dormire. So che quando ti svegli così significa che hai fatto un incubo, ma ci sono io qui adesso."
Il moro sospirò. "Non credo di riuscire a dormire." Sussurrò, prendendo la mano del fratello.
"Devo chiamare Jimin?"
"No, lascialo riposare. Mi arrangio, tanto qualche ora ho dormito."
Seokjin lo guardò severamente. "Devi riposare ancora, ma ti sembra? Come ti pare, resterò io con te, hai bisogno di qualcuno da abbracciare? Ci penso io."
Si intrufolò nel letto, accanto a lui.
"Il tuo cuscino." Aggiunse, con un sorriso.
Taehyung perse un paio di battiti, erano così vicini... timidamente, lo abbracciò, sentendo il rassicurante profumo dello hyung.
"Dovrei stare male più spesso." Pensò, chiudendo gli occhi. "Mi piace abbracciare Jin."
Si addormentò in poco tempo, sentendo le mani di Seokjin-hyung che gli accarezzavano i capelli scuri.

"Buongiorno, piccolo principe." Seokjin lo svegliò, reggendo la colazione.
Nuovamente, il suo cuore perse un paio di battiti, a quel soprannome. Era uno di quelli che Seokjin utilizzava da più piccolo, ma non lo sentiva più molto spesso.
Tutto era dovuto al fatto che la storia preferita del minore fosse proprio il Piccolo Principe.
"Woah, pancakes!" Esultò il ragazzo, con un enorme sorriso.
"Perchè è sabato, abbiamo i pancakes a colazione il sabato." Ricordò Seokjin, passandogli il vassoio: pancakes, succo di frutta al mango e una ciotolina di miele per i pancake, non apprezzava troppo lo sciroppo.
"Buono!" Esultò, felice.
"Lo so. Mangia, sei uno Shadowhunter e non puoi saltare gli allenamenti o stare per troppo tempo fermo. Mangiare ti aiuterà a tornare in forze. Come va la ferita?"
Taehyung si alzò la maglia, perchè potesse controllare: per fortuna, si sentiva già molto meglio ed ebbe l'okay di Seokjin per allenarsi.

"TAEEEHYUUUUNG!" Jimin gli corse incontro, fermandosi all'ultimo dall'abbracciarlo ricordandosi della ferita.
"Jimin-ah, ti sono mancato?"
"Ero preoccupato, ieri sentivo il tuo dolore, sai? Brutto stupido, perchè mi avevi detto che ti sentivi abbastanza bene per cenare?" Il suo parabatai era abbastanza scosso nonostante fosse felice di vederlo.
"Scusami, Chim. È che non volevo farti preoccupare, so che sei molto protettivo, ma avevi i tuoi problemi a cui pensare." Gli spiegò, mentre andavano verso la zona dove erano raccolte tutte le spade per l'allenamento. Ne presero una a testa, analizzandone prima le lame per controllarne l'integrità.
"Allenamento leggero, oggi. Jin-hyung mi ha proibito di farmi colpire al petto anche solo per gioco."
Jimin annuì. "Allora proviamo solo qualche affondo, mira alle braccia e alle gambe, ma mettiamo il coprilame."
Così fecero, iniziando a tirar fendenti qua e là, cercando di non divertirsi troppo: era comunque un allenamento, non un gioco.
Una voce da dietro li fece distrarre: era Yoongi, con Jungkook al seguito.
"Tae io... mi sento così a disagio in sua presenza." Jimin si fece piccolo piccolo in un angolo.
"Hey, ci sono io qui. Lo so che ti tratta sempre male, ma almeno oggi sembra esser venuto qui per allenarsi."
"Di solito tira solo pugni al sacco da boxe." Notò Jimin, e il suo parabatai fu d'accordo.
Si allenarono ancora un po' con i fendenti, per poi decidere di lanciare qualche pugnale e coltello nella zona apposita della grande palestra.
"Cento." Esultò, quando il centesimo coltello trafisse il bersaglio.
"Io sono ancora a novantanove." Jimin gli diede un bacio (amichevole) sulla guancia.
"Oooh mamma mia, quanta differenza, Chim." Lo prese in giro Taehyung, mentre aspettava che riuscisse a prendere il centesimo bersaglio.
"Va a farti fottere, Kim."
"Trova qualcuno e la tua richiesta sarà esaudita."

Dopo l'allenamento, potè farsi una doccia, avendo cura di cambiare la fasciatura e controllare la ferita per ovvi motivi.
Jimin per fortuna si era calmato, ma a differenza sua aveva deciso di rimanere ad allenarsi un altro po'.
La ferita del ragazzo invece bruciava, segno che doveva smettere e riposare.
Si vestì con una maglia nera e dei pantaloni della tuta del medesimo colore, per poi dirigersi verso la biblioteca: avrebbe letto qualcosa, e di sicuro lì ci sarebbe stato anche suo fratello Namjoon. Loro due erano fratelli di sangue, ed il più grande era molto protettivo nei suoi confronti.
Spesso il maggiore gli raccontava dei loro veri genitori, quel poco che ricordava lo aveva fatto scrivere da un adulto anni ed anni prima, così da non dimenticarsene.
I loro genitori avevano usato un cognome mondano per nascondersi, quindi i due ragazzi non avevano avuto modo di cercare le loro radici.
Taehyung non ricordava dei loro genitori-a due anni si è troppo piccoli per ricordare chiaramente-ma nella sua mente era ancora impressa la voce di sua madre che gli cantava canzoni prima di dormire.
Avrebbe così tanto voluto riabbracciarla, prima o poi.

War of Hearts-BTS Shadowhunters AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora