Yoongi's pov
Quella sera a cena, Yoongi aveva deciso di unirsi agli altri, convincendo anche Jungkook a mangiare nel grande salone.
A guardare bene quella mischia di piccoli e grandi cacciatori di demoni, sembrava quasi che andasse tutto bene, ma lui percepiva che non fosse così.
Se c'era qualcuno di davvero nervoso, quello era di certo Hoseok: da come giocherellava con i propri capelli, si vedeva come fosse in uno stato di irrequietezza, o forse ansia.
Decise che sarebbe stata una buona idea parlargli dopo cena, dopotutto gli doveva un favore per quando si era preso cura di lui dopo l'attacco a Daegu.
Prima però doveva finire il suo bel panino con la cotoletta, qualcosa di assolutamente non convenzionale che sembrava essere una novità anche per gli altri ragazzi del suo tavolo.
"Yoongi-hyung." Lo richiamò Jungkook, forse vedendolo perso nei suoi pensieri.
"Sì?"
"Non ti ho ringraziato abbastanza per tutti i tuoi consigli, il maestro di spada ha detto che sono migliorato."
Lo Shadowhunter di Daegu sorrise. "Ne sono felice, te lo sei meritato. È chiaro che devi fare ancora molta pratica, ma è altrettanto ovvio che hai un potenziale assurdo, non ho mai visto nessuno imparare tanto velocemente tecniche del genere."Dopo aver rassicurato Jungkook e finito la cena, chiese ad Hoseok di poter andare loro due soli a fare un giro fuori, per parlare.
Il minore lo portò fino ad un parco che amava molto, proponendo di parlare seduti su una bella panchina.
"Allora, Hoseok. Ho un piccolo dubbio e mi sembrava corretto fartelo sapere."
Il mezzostregone annuì, morendosi il labbro. "Dimmi..."
"Come mai stasera sei così giù? Sovrappensiero, dico."
Hoseok sospirò. "È una storia lunga, e non credo tu voglia ascoltarla. Nessuno vuole, perchè la mia nascita è uno sbaglio."
Yoongi lo guardò. "Ascoltami, io ti devo un favore. Tu mi hai aiutato senza sapere nulla di me, e adesso vorrei potermi sdebitare."
Il rosso annuì piano. "Beh, diciamo che mia madre è parte del mondo dei nascosti, e si dice che mio padre abbia tradito gli Shadowhunters. Io e mia sorella siamo stati lasciati da piccoli all'istituto, mia mamma ci viene a trovare ma è tanto mal vista. Lei lo ha fatto per proteggermi, hyung, ma nessuno la comprende davvero." Si alzò, sembrava nervoso.
"Hoseok, dove vai? Sono disposto ad ascoltarti, non..."
"Ti prego, adesso no. Adesso no, Yoongi-hyung, sono arrabbiato e potrei fare pazzie, potrei a-anche perdere il controllo della magia. So curare, sì, ma so fare anche il contrario! Parleremo dopo, te lo assicuro."
Lo Shadowhunter-nascosto corse via, lasciando Yoongi su quella panchina tutto solo.
Non conosceva bene il posto, e ricordava ben poco della strada che avevano percorso assieme quella sera.
Certo era che non si aspettava un epilogo del genere dopo tutti i buoni propositi che aveva messo in una, già difficile per lui, relazione umana.
Camminò per un po', distava circa una ventina di minuti se ricordava bene, il suo orologio digitale segnava le 22 precise ormai, una decina di minuti solo lo separavano dall'istituto.
Eppure...
L'aria sapeva quasi di zolfo, un puzzo nauseabondo si levava da poco lontano, ed era certo non ci fosse una discarica o qualche tombino malfunzionante nei paraggi.
Quell'odore, lo conosceva bene.
Vermithrall.Estrasse la spada angelica che aveva con sè, avviandosi verso la minaccia.
Seguendo quel demone sarebbe arrivato all'istituto, ma voleva coglierlo alle spalle prima che potesse anche solo avvicinarvisi.
Non era un demone troppo potente, non uno dei superiori, piuttosto un comune nemico che avrebbe tanto voluto fare arrosto cuocendolo nel suo stesso icore, un piatto stellato insomma.
Masterchef Nephilim... o forse no.
Salì su uno dei tetti più bassi che trovò, facendo lo stesso percorso del demone ma in parallelo, il più silenziosamente possibile.
Fu allora che lo vide: davanti al demone, inerme, c'era Hoseok.
Sembrava aver perso i sensi, e nonostante fosse scappato in quella maniera lui doveva salvarlo.
Raggiunse il Vermithrall colpendolo di spalle-sempre che potessero definirsi tali vista la forma curiosa dell'essere-scatenando l'ira di quest'ultimo al dolore inflitto dalla spada angelica.
Continuò a combattere, in confronto a tutti quei demoni affrontati a Daegu uno solo sembrava quasi un gioco.
Si battè con una destrezza che non ricordava di avere, per fortuna si era rimesso abbastanza in fretta ed era capace di lottare per difendere sia sè stesso che il mezzostregone.
Finalmente, la creatura si accartocciò su sè stessa, scomparendo nel nulla dal quale era arrivata.Pulì la lama, andando verso Hoseok per poter controllare le sue condizioni.
"Hoseok... mi senti? Riesci?"
Non si svegliava, ma i battiti erano presenti, così decise di portarlo all'interno dell'Istituto.
"Aiuto, per favore!" Gridò, vedendo accorrere Namjoon: era pallido, sembrava sofferente. "Cosa è successo ad Hobi?!"
Con lui vi era anche Jackson, che aveva appreso essere il suo fidanzato. Sapeva inoltre che Namjoon fosse il parabatai di Hoseok, e di conseguenza capace di percepire il suo stato di dolore o meno.
"Oh per l'angelo, per l'angelo..."
"Nam, calmati. Adesso ci penserà sua sorella, Yoongi lo ha aiutato."
Lo portarono in infermeria, dove sua sorella lo visitò mentre Namjoon si era fatto fare alcune rune calmanti da un preoccupato Jackson.
"È qualcosa che non avevo visto mai prima d'ora." Jiwoo era perplessa, ma anche preoccupata. "Il suo corpo è entrato in uno stato di trance, quasi un coma magico. Quel demone deve essere la risposta, ma come sappiamo è scomparso. Yoongi, hai notato nulla?"
Il maggiore ripercorse pian piano i dettagli della vicenda, finendo per scuotere la testa: no, non ne aveva idea.
"Si può guarire, vero?" Namjoon era in lacrime, aveva paura.
"Secondo i libri, sì. Ci vuole qualche giorno e svariate preparazioni mediche, ma possiamo salvarlo. Namjoon vai a riposare e Yoongi, se vuoi puoi rimanere con lui."
Yoongi annuì, rimanendo con Hoseok anche dopo che Jiwoo gli ebbe somministrato una delle tante fialette che possedevano nell'infermeria.
Prese la mano del ragazzo, con un sorriso triste in volto. "È colpa mia, non sono arrivato in tempo per proteggerti." Sussurrò, sentendo il cuore stringersi.
Lui... non pensava si sarebbe affezionato a qualcuno, tanto meno ad un chiacchierone pazzo e allegro come Jung Hoseok.
"Chi sei davvero, maghetto?"
Poi, le sue palpebre si fecero pesanti, costringendolo ad addormentarsi su quella sedia, ancora la mano stretta in quella di Hoseok.