Taehyung's pov
Taehyung aveva deciso di andare dal signor Choi, lo psicologo, quel mattino.
Si era allenato un po' in palestra, e dopo una veloce doccia avrebbe sfruttato l'ora disponibile che mancava al pranzo per poter parlare con l'uomo.
Bussò alla grande porta di legno di mogano, mordendosi il labbro inferiore per l'ansia.
"Sì?"
"B-buongiorno, mi chiamo Kim Taehyung, dovrei..."
La porta si aprì. "Vieni pure, ragazzo. I tuoi genitori mi hanno detto che avevi bisogno di un consulto, mi stavo giusto domandando quando saresti arrivato."
Lo fece accomodare su una sedia coperta di velluto viola, mentre aggiungeva un altro ciocco di legno al camino. Sul tavolino basso nella stanza erano posate alcune riviste ed una candela profumata alla vaniglia, assieme ad un piatto di biscotti.
"Sappi che tutto ciò che ci diciamo qui, non sarà ascoltato da nessuno." Promise l'uomo, con un sorriso gentile ed un tono che lo mise subito a suo agio.
"Signor Choi, è normale che io non riesca a considerarli ancora come i miei genitori?" Domandò, prendendo un biscotto: cocco, molto buono.
Lo psicologo prese un quaderno, annotando probabilmente quanto aveva detto. "Certo. Sono passati molti anni da allora, ma non è corretto costringere il nostro bambino interiore a fare qualcosa di forzato." Spiegò, con un'espressione gentile. "Altro che mi vorresti dire?"Era stato difficile aprirsi, raccontare di quella sensazione di paura del rifiuto, era molto insicuro su tutto quanto. Namjoon però teneva alla sua salute mentale, così come Seokjin e le due persone che lo avevano adottato... forse qualcuno lo avrebbe potuto considerare un ingrato?
Mentre ragionava su tutto questo, finì contro una figura molto ben conosciuta: la signora Kim.
"M-mi dispiace molto." Mormorò, aiutandola a raccogliere alcuni documenti.
"Non ti preoccupare, tesoro. Hai saputo di Hoseok, piuttosto?"
Il ragazzo era confuso. Hoseok? Sapeva che non stava bene, ma sembrava che la situazione fosse ben peggiore a giudicare del tono della donna.
"Cosa è successo?"
"Yoongi ha riferito di averlo trovato privo di conoscenza dopo un combattimento contro un demone. È stato visitato da sua sorella, ed è in un coma magico che dovrebbe sparire con qualche farmaco e intruglio apposito."
Sentì un brivido freddo percorrergli la schiena, ma decise comunque di andare in infermeria a controllare.
La porta era aperta, così si diresse al letto dove riposava il ragazzo.
I capelli ora scuri erano disordinatamente sparsi sul cuscino, gli occhi chiusi, la pelle pallida come il marmo. Non lo aveva mai visto così... Hoseok di solito era un ragazzo allegro che saltellava dovunque dispensando consigli magici e nozioni di combattimento, l'unica volta in cui lo aveva visto perdere il sorriso era stato il giorno nel quale si era confessato a lui.
Taehyung si era sentito una merda al tempo, lo aveva fatto stare così male. Eppure non ricambiava, ma sapeva di averlo ferito per tanto tempo fino a quando non gli era passata.
"Ciao, Hobi." Iniziò, la voce rotta per l'emozione. "Sono venuto a trovarti per scusarmi con te. Il giorno nel quale non ho ricambiato i tuoi sentimenti è... stato uno dei peggiori per te, e mi sento ancora in colpa per non averti mai chiesto perdono. So che ora ti è passata, ma penso che certe ferite vadano comunque ricucite e io sono stato capace di scusarmi solo adesso." Sospirò, triste. "E Hobi-hyung, sono sicuro che da qualche parte ci sia la persona per te che ti aspetta sapendo di essere la tua anima gemella. Però devi svegliarti, per poterla trovare, hai capito?"
In quel momento, nella stanza entrò Namjoon: era ancora uno straccio, come lo aveva visto quella mattina. Ora che aveva capito cosa avesse il suo parabatai, lo stato di suo fratello aveva molto più senso.
"Hyung" Lo salutò, mentre Namjoon si avvicinava, lasciandosi cadere su una sedia. "Ciao, TaeTae. Io... ho letto qualsiasi libro possibile, ma ancora non capisco come sia finito in questa situazione. Non credo sia stato il demone, piuttosto ritengo sia magia autoindotta."
Taehyung era confuso. "Cioè, si è ridotto così da solo?"
Namjoon annuì. "La mia teoria è questa, sì. Ci deve essere qualcosa che non va, forse con i suoi poteri, non ne ho idea. È pur sempre figlio di una nascosta, e mai nessuno Shadowhunter conoscerà bene quel mondo finchè non lo vive, hai capito?"
Sentire suo fratello parlare era sempre affascinante, ma quelle parole lo preoccuparono: che Hoseok avesse perso il controllo dei propri poteri?
"Credo che dopo questa tua audace deduzione, dovresti dormire." Consigliò, gentilmente.
Il maggiore scosse la testa. "Non riesco. Sono così preoccupato per lui, la runa parabatai mi fa male ed ho paura che sparisca. Lui non può morire così."
Taehyung lo abbracciò. "Non succederà. Hoseok è forte, molto forte. Ha guarito Yoongi! Nam-hyung, devi avere fiducia in lui, lo hai scelto come compagno di armi e questo dice tanto."
Decise di lasciarli soli, dopotutto tra quei due il legame di fratellanza era davvero forte, per andare verso la sua stanza.
Aveva voglia di dormire, per spegnere un po' il cervello-sperando, senza incubi-per lo meno fin quasi all'ora di cena.
Il pranzo ormai se lo era perso stando con Hoseok, quindi decise di mangiarsi una barretta al triplo cioccolato e un pezzo di pane prima di coricarsi.
Scrisse a Jin che stava bene, che aveva mangiato e avrebbe dormito, di conseguenza avvisò anche Jimin perchè non lo aspettasse durante gli allenamenti. Però, si premurò di informarlo che se avesse avuto bisogno per qualche pensiero brutto o incubo, lui sarebbe stato disposto ad ascoltarlo: Jimin aveva una copia delle chiavi della sua camera, dopotutto.
Avvisò anche Namjoon, per poi tuffarsi tra le morbide coperte. Le tapparelle erano tirate giù, solo un velo di luce filtrava, l'atmosfera perfetta per riposare.
Accanto a lui, stretto nel suo braccio, c'era Winter: era il suo peluche, un regalo dei suoi genitori quando era molto piccolo, praticamente era cresciuto con lui. Ormai era rovinato, ma era riuscito a dargli una sistemata, ed ora poteva dormire ancora un po' con lui.
Adorava quell'orso, il suo Winter Bear.