9. Ricordi, segreti, ronde-Jimin

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Jimin's pov

Jimin aveva passato una giornata terribile, mentalmente e fisicamente.
Decise di farsi una doccia rilassante, entrando in bagno ed aprendo il box doccia, senza accorgersi che in realtà dentro c'era già qualcuno.
"Sei cretino?!"
Era Jungkook, in tutta la sua nudità: i muscoli svettavano fieri sul suo corpo, tra tatuaggi e rune.
"Non a-avevo sentito l'acqua e..."
"Infatti mi stavo anche insaponando, ti levi?!"
Imbarazzato Jimin annuì. "Mi dispiace, non volevo-"
"LONTANO DA ME." Intimò il minore, e Jimin tornò in camera, avvolto solo dall'asciugamano.

Non capiva perchè lo trattasse così, lui non gli aveva procurato alcun danno.
Erano amici, lui e Jungkook, finchè un giorno non aveva smesso di parlargli di punto in bianco.
"Dimmi cosa ho sbagliato con te, ti prego." Mormorò, accarezzando il ciondolo che portava al collo: era un ricordo della loro amicizia del prima, una pietra levigata dal mare dove Jungkook aveva inciso una J.
Anche Jimin ne aveva fatta una, donandola ad un giovane Jeon Jungkook di soli 12 anni all'epoca.
Eppure, ancora non aveva trovato il coraggio di toglierla.
Gli aveva chiesto più volte il perchè lo odiasse, ma la risposta di Jungkook vertava sempre sul: "arrivaci da solo" oppure "mi sembra ovvio" e cosa del genere.
Che doveva capire?

Quando il castano uscì dalla doccia-Jimin si era rivestito-lo prese per la maglia e lo obbligò a seguirlo sul letto.
"L-lasciami!" Ringhiò il minore.
"No, voglio capire. Voglio capire perchè mi eviti sempre, non mi parli più, non eravamo amici noi?"
Jungkook lo guardò, il suo sguardo sembrava vuoto. "Alle volte non ti capisco, non so come fai a non ricordare. Ma ti prego lasciami, non toccarmi, non toccare il mio corpo..."
Jimin capì che qualcosa non andava, e lasciò stare il ragazzo.
Sembrava che quel contatto avesse creato un trigger nel più giovane, da come si era rifugiato nella propria felpa, guardando un punto fisso nel vuoto.
Decise di non parlargli, andando dritto sotto la doccia per cercare di distogliere dalla sua mente la confusione interiore che era conosciuta come pensieri.
Perchè non poteva essere un normale Shadowhunter, con un normale compagno di stanza anzichè l'amico di una vita che ora lo ignorava facendolo sentire un coglione patentato?
Distribuì il docciaschiuma sul suo corpo, fermandosi ad osservare le sue rune e in generale il suo corpo: non aveva dolore da nessuna parte, nemmeno dove Taehyung si era ferito, segno che stava ormai bene, era una buona cosa.
Ricordava bene la loro cerimonia parabatai, gli avevano fatto mille domande prima di quel momento, ed effettivamente era un passo importante per tutti i giovani cacciatori di demoni.
Dopo aver lavato anche i capelli e aver sciacquato la maschera che aveva messo su di essi, uscì dalla doccia.
Si asciugò il corpo e indossò boxer e pantaloni, per poi frizionare i capelli con un asciugamano più piccolo ed uscire dal bagno.
Jungkook era ancora sul letto, avvolto in quella felpa enorme, stringeva un peluche a forma di coniglio rosa e aveva gli occhi chiusi, forse dormiva o forse scappava dai ricordi. Ricordava bene come fosse prima di smettere di parlargli, spesso si chiudeva in sè stesso, ma aveva sempre trovato la forza di confidarsi con Jimin e di passare del tempo con lui da veri amici.
Decise di non svegliarlo con l'asciugacapelli, optando per uscire con i capelli ancora bagnati.
Vestito tutto di nero e con una spada angelica accanto, si sentiva benissimo: i suoi genitori sarebbero stati fieri del loro bambino ora grande e ligio al suo dovere di cacciatore. Gli sarebbe di certo piaciuto averli accanto assieme al suo fratellino, perchè ormai era l'unico sopravvissuto della dinastia Shadowhunter della famiglia Park: una delle più antiche, voleva portare onore alle sue origini in parte nobili.
"Andiamo, Jimin." Si disse, sospirando. "Perdersi nel passato impedisce di godersi appieno il presente."

Voleva farsi un giro fuori, una ronda giusto per sicurezza.
Ormai aveva imparato come girare per le strade di Seoul, era tardo pomeriggio e fuori si vedeva ancora benissimo.
Dal tetto dell'Istituto, iniziò la ronda, voleva fare il solito giro che di solito faceva con il suo parabatai.
Camminò con apparente noncuranza per le vie di Seoul, tra un mercato di contrabbando e una scuola dove gli studenti tornavano dopo le lezioni già pesanti della giornata.
Per sua fortuna, non sembravano esserci demoni in vista, se non fosse... era una strega, di certo.
Camminava con passo sospetto, sembrava nascondere qualcosa agli occhi degli altri.
"Signora?" Domandò, gli sembrava molto familiare come viso.
"Oh?" La donna sembrò nel panico per un attimo, poi lo controllò. "Aspetta un momento, sei uno Shadowhunter?"
Lui annuì. "Mi chiamo Park Jimin."
"Chiamami Isla. Sono alla ricerca dei miei due figli, loro sono proprio come te, anche se solo in parte. Cercavo l'istituto di Seoul ma questa strada è nuova..."
Jimin annuì. "Io posso anche accompagnare, ma come faccio ad essere certo che-"
"Mio figlio Hoseok, mi ha dato questa." Mostrò una collana, che Jimin riconobbe subito: per anni, il suo amico mezzomago aveva portato quel ciondolo!
"Perfetto, andiamo."

Arrivato davanti all'istituto e scortata dentro la signora Jung, venne chiamato immediatamente da Seokjin per una conversazione privata.
"Park Jimin." Il tono del maggiore era molto austero, lo chiamava con nome e cognome solo quando aveva fatto qualcosa di brutto.
"S-sì hyung?"
"Come hai potuto far entrare quella donna senza il permesso dei miei genitori?"
Un brivido percorse la sua schiena. "Quella signora è la madre di Hoseok-hyung. Mi ha mostrato la collana!" Si difese, non capendo bene che cosa avesse fatto di così sbagliato.
"Jimin, ascoltami bene. Se Hoseok e sua sorella sono qui in Istituto è perchè mio padre ha avuto pietà di loro. Entrambi i loro genitori li hanno concepiti, pur sapendo bene che per il momento questo tipo di unioni è mal visto dalla società, e poi addio, li hanno lasciati nelle mani degli Shadowhunters. La madre viene a trovare i figli regolarmente con il permesso di mio padre ed hanno un bel rapporto con lei, ma non le è consentito entrare senza permesso."
Jimin era confuso. "Aspetta, avete mai chiesto loro il motivo per il quale hanno lasciato la custodia dei figli, hyung?"
Seokjin scosse la testa. "Del padre, non sappiamo nulla. Si dice che abbia tradito gli Shadowhunters, mentre la madre non potendoli mantenere per paura dei pericoli, li ha lasciati qui."
La storia di Hoseok e sua sorella era davvero terribile, ma non avrebbe mai capito il perchè fosse così orrendo avere un genitore tra i nascosti.
Non era cambiato tutto in altri istituti? I mezzifigli erano ancora visti così male?
Non aveva mai parlato apertamente di questo con Hoseok, ma aveva paura che dopo l'essersi preso la libertà di far entrare la strega in istituto, per lui sarebbero stati affaracci da sbrigare con il signor Kim.

War of Hearts-BTS Shadowhunters AUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora