Jungkook's pov
Jungkook non aveva preso parte alla battaglia, e nemmeno alla cena di quella sera.
Aveva tanti pensieri per la testa, e poi non aveva voglia di combattere: ci avrebbero pensato gli hyung, come spesso accadeva.
Doveva altresì aspettarsi un rimprovero da Seokjin-hyung.
"Perchè non ti sei presentato?! Quei demoni potevano entrare e fare un disastro, lo sai?" Lo sgridò, entrando nella sua stanza con la copia delle chiavi che teneva. Ne aveva una per ogni stanza, in caso di bisogno.
Non rispose, facendo solo incazzare il maggiore ancora di più. "Jeon, non sei migliore di nessun altro, ed essere giovane non ti esonera dal muovere il culo. Mio cugino ed il suo ragazzo hanno la tua stessa età, eppure erano con noi ad uccidere demoni. Sei uno Shadowhunter, vuoi davvero cazzeggiare tutto il tempo?!"
Jungkook abbassò lo sguardo. "No..."
"Se non ti interessa, lascia questo posto. Per l'angelo, quando eri più piccolo ti comportavi molto meglio, anche se non hai mai combattuto in prima linea hai sempre contribuito!"
Jungkook si morse il labbro. "Mi spiace." Disse solo, torturandosi le mani.
"Tieni, ribelle." Seokjin lasciò un vassoio con riso, carne e verdure.
Niente kimchi, la sua punizione.
Dopodiché, lasciò la stanza nel silenzio più totale.
Quel rompipalle di Jimin-hyung era ancora a cena, e sperò vivamente che avrebbe passato la notte dal suo parabatai o qualcosa del genere: quel ragazzi gli aveva rovinato la vita, alla fine dei conti.
Decise quindi di salire sul tetto, lasciandosi alle spalle i pensieri.
Su di esso era già presente un altro ragazzo, così chiese il permesso per sedersi.
Una volta ottenuto, si sedette accanto a lui.
"Ti chiami?" Chiese l'altro, osservandolo.
"Jeon Jungkook, ma tutti mi chiamano sciagura."si presentò.
"Min Yoongi, mi conoscevano come il demone, un tempo. Perchè sciagura?"
Gli narrò tutto, chiedendo a sua volta la spiegazione.
"A tempo debito, ragazzino. Comunque, secondo me dovresti parlargli di quel giorno, non penso lo abbia compreso. Sa qualcosa di ciò che pensi tu?"
Jungkook scosse la testa. "Non mi va che lo sappia."
"Perchè no?" Yoongi era confuso, e gli porse un biscotto.
Jungkook rifiutò educatamente, con un sospiro. "Dicendogli la verità solo ora, lo ferirei ancora di più. È ormai abituato al mio comportamento, non credo gli faccia nè caldo e nè freddo oramai." Confessò, osservando le stelle.
Le nuvole di quel pomeriggio si erano diradate, e le costellazioni si vedevano perfettamente.
"Se lo dici tu... non conosco Jimin, ma ho percepito una specie di malinconia nel suo essere."
Il più piccolo annuì, sapeva bene di quale tipo di sensazione stesse parlando il cacciatore più grande.
"Jimin-hyung ed io siamo di Busan, e come forse saprai il nostro istituto anni fa fece la fine del tuo." Mormorò. "E vedi, sono sicuro che ancora ci pensi di tanto in tanto. Io stesso..." Si fermò, sentendo un groppo alla gola.
Busan, la sua casa.
L'istituto in cui era cresciuto, con i suoi genitori e suo fratello maggiore.
Quel posto era bellissimo, a pochi passi dal mare, e qualche volta finiva per nuotarci assieme ai suoi amici e anche a Jimin. Quest'ultimo all'epoca andava d'amore e d'accordo con lui, essendo anche della stessa età di suo fratello.
Jimin stesso, di contro, aveva un fratellino minore degli stessi anni di Jungkook.
"Hey, Jungkook, non vergognarti di piangere."
"I-io non s-sto..." tirò su col naso. "Non sto p-piangendo."
Sentì le braccia di Yoongi avvolgerlo timidamente, forse non era abituato al contatto fisico, e si bloccò: non riceveva un abbraccio da quando lui e Jimin avevano smesso di parlarsi.
In tre anni, nessuno lo aveva mai abbracciato, perchè lui era quello cattivo.
"Sfogati." Lo invitò il maggiore. "Ne hai decisamente bisogno."
Decise di lasciarsi andare, sembrava degno di fiducia.
"Yoongi-hyung, perchè sono io il ragazzo cattivo ogni volta?!"
Yoongi gli accarezzava i capelli, mentre a Jungkook sembrava di conoscerlo da sempre.
"Perchè Jimin non capisce i miei motivi? Seokjin mi sgrida sempre, e i ragazzi dell'istituto mi guardano sempre con diffidenza. Perchè sono così sbagliato, hyung?"
"No, Jungkook, non sei sbagliato." L'altro lo tenne stretto come avrebbe fatto con un bambino. "Sei un bravo ragazzo a cui sono successe delle cose molto brutte, nessuno nasce buono o cattivo."
Quelle parole erano molto toccanti, e Jungkook le sentì molto vicine.
Yoongi era il fratello che avrebbe sempre voluto da quando il suo vero fratello maggiore era morto.
"Grazie, hyung. Non ricevo un abbraccio da tre anni ormai."
Lo Shadowhunter più grande gli rivolse un piccolo sorriso. "Consideralo un bonus. Non abbraccio quasi nessuno, ma tu mi sei sembrato degno di fiducia. Possiamo essere amici, se vuoi."
Jungkook annuì: non aveva mai propriamente avuto un amico da quando Jimin e lui avevano smesso di parlare.
"Va bene. Ma... non mi sgriderai come fanno gli altri hyung?"
Yoongi scosse la testa.
"Ti ringrazio, sei tanto buono."
"Jungkook, toglimi una curiosità. Tu hai detto di non aver partecipato alla battaglia, giusto? Ne hai affrontata una ultimanente?"
Il ragazzo scosse la testa, spiegando che era da quando era più piccolo che non combatteva più.
"E come mai?"
Quella sera, Jungkook fece la seconda confessione più dolorosa della sua vita, dopo quella precedente.
Si fidava di Yoongi, forse il non conoscersi aiutava, o forse il fatto di sentirsi così simili.
"Deve essere stato difficile per te. Se lo desideri ti posso aiutare, perchè se dovessi trovare il coraggio di affrontarne una, sappi che la sola forza fisica senza un allenamento sulla tecnica serve a ben poco."
Jungkook annuì e ringraziò, più rilassato.
Nessuno si era mai offerto di aiutarlo, riceveva solo sgridate e finiva per tirare pugni al sacco da boxe e fare tanta ginnastica per sfogarsi: non era una maniera propriamente sana di vivere, ma lui rifugiava il suo cuore impaurito e spaventato sotto la sua massa muscolare.
Quel ragazzo da tutti definito un armadio, in realtà era ancora il bambino di otto anni che fuggiva da Busan oramai quasi distrutta e che nessuno aveva mai aiutato da quando era successo quello che era successo con Jimin-hyung.
"Perfetto, allora." Yoongi gli porse la mano, che Jungkook strinse.
"Patti chiari, signor Jeon."
"Amicizia lunga, signor Min."