Capitolo 3

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Arrivo in libreria e prendo i libri che avevo ordinato, nel frattempo guardo i vari libri negli scaffali per vedere se c'è qualcos'altro di interessante da prendere.
Sono una ragazza che legge molto, è la mia passione da quando sono piccola e quando leggo mi sento a casa.
Non ho mai avuto l'opportunità di avere tanti libri perché i miei genitori non sono mai stati presenti, ma adesso posso sfruttare l'occasione per comprarli e leggerli.

Mi perdo nel mondo dei libri, non accorgendomi di dover scappare alla lezione con il professor Bridge, non voglio arrivare in ritardo.

Arrivo a scuola e vado dritta in classe dal professore, non appena arrivo lui non smette di guardarmi, mi guarda interdetto le gambe, il corpo, le labbra...
Non riesco a sostenere il suo sguardo quindi vado subito a sedermi davanti a lui.
Essendo una persona educata lo saluto, lui non ricambia e io mi sento ancora più confusa.
Inizia a spiegare, spiega alla perfezione e ci mette passione in quello che dice, ma in questo momento non sono concentrata, guardo il suo volto... la sua pelle così perfetta e la sua mandibola pronunciata, tutto ciò mi destabilizza.

<< Clara, mi sta ascoltando?>>
Esco da quel mio momento di pura follia e capisco che lo stavo fissando
<<S-si mi scusi sono solo stanca >>
<< Se sei stanca possiamo continuare al nostro prossimo incontro, ma sappi che ti darò delle fotocopie che dovrai sapere entro la prossima settimana >>
<<No no, non capisco questo argomento quì>>
Punto il dito in una riga che non capisco, parla di micro cellule e cose che non mi entrano in testa.
<<Aspetta, vengo e ti spiego>>
Arriva dietro le mie spalle e si abbassa, il suo profumo mi riempie le narici e sento il suo respiro sbattere sul mio collo, mi mette a disagio sentirlo così vicino.

<<Hai capito più o meno? Se vuoi posso farti delle tabelle per capire meglio, te le suddivido>>
<< Va bene, grazie>>
Guardo fuori dalla finestra e vedo che sta piovigginando, oggi il tempo non è dei migliori.

<<Chi viene a prenderti?>>
Mi chiede lui, mi vengono i brividi al solo pensiero di dover uscire sotto la pioggia e prendere l'autobus, è tardi ed io non conosco nessuno
<< Nessuno, prendo l'autobus >>
<<Essendo che non c'è un bel tempo, se vuoi posso accompagnarti io>>
Sono stupita da questa sua richiesta, non pensavo che potesse preoccuparsi per me.
Mi piacerebbe molto, ma non posso assolutamente accettare
<< Oh no, non si preoccupi >>
Mi alzo dalla sedia e sistemo tutti i libri che avevo preso, esco le sigarette per far entrare bene i libri e le metto in tasca.
Alzo la testa e noto che sta guardando ogni mio movimento.
Perché mi guarda così...
<<Fuma?>>
<<Si, da molto>>
<<Capisco>>
Mi guarda e mi mette in soggezione.
Sembra che mi stia criticando con un solo sguardo
<< Non sarà una di quelle persone contro il fumo...>>
Dico più a me stessa che a lui
<<Non sono tuo padre, fai quel che vuoi della tua salute>>
Rimango colpita, da un professore non mi aspetterei mai una risposta del genere, di solito le persone con tale autorità dicono sempre la stessa cosa, "Il fumo uccide" o cose varie.
Scendiamo le scale e arriviamo al parcheggio, lui accende una sigaretta e se la porta alla bocca.
Non riesco a controllare il mio sguardo e ricade lì, sulle sue labbra che sembrano scolpite, sono perfette
<<Fuma?>>
Gli pongo la domanda fatta prima a me.
Lui ridacchia.

Ho provato a rifiutare l'offerta, ma è stato lui a chiederlo per la seconda volta, quindi adesso sono sulla sua macchina.

Gli spiego la strada per arrivare a casa mia e passo tutto il tragitto in silenzio, ad osservare fuori dal finestrino...
Mi giro per guardarlo e noto le sue mani strette al volante, le sue nocche bianche...
immagino le sue mani sul mio corpo, sulle mi cosce, distolgo subito lo sguardo e cerco in tutti i modi di non fare questi strani pensieri.
Ancora non sono riuscita a guardarlo negli occhi, non ho il coraggio.

Passiamo davanti a un bosco che non avevo mai visto mi meraviglio, è davvero bellissimo, lui si accorge della sensazione che mi ha procurato il bosco
<<Ti piacciono i boschi?>>
Mi chiede ma non mi guarda, continua a guidare
<<Mi affascinano molto >>
<<Un po' come i libri, vedo che hai fatto scorta>>
Dice e sposta lo sguardo ai sedili posteriori, dove ho posato lo zaino con i libri
<<Si, molto >>
Mi scappa un leggero sorriso... Che fortunatamente non nota.

L'auto si ferma in uno spiazzale nel bosco, confusa e spaventata mi giro verso di lui
<<Come mai ci siamo fermati?>>
In fin dei conti non lo conosco, potrebbe
succedere qualsiasi cosa

<<Pausa sigaretta>>
Estrae una sigaretta dal pacchetto e se la porta alla bocca.
Il vento mi arriva in faccia e i miei capelli mi coprono tutto il volto, con una mano li sistemo
<<Hai dei bei capelli, Clara >>
Si gira guardandomi e per la prima volta incontro il suo sguardo, ci guardiamo per pochi secondi negli occhi, io arrossisco.
Non mi sarei mai aspettata un complimento da parte sua.
Lo guardo, adesso, incrocio il suo sguardo di nuovo, arrossisco ancora e non capisco il perché.
Stiamo in silenzio e ci guardiamo a vicenda, lui fuma ed io sono ancora rossa.

<< i tuoi genitori non si sono fatti sentire, spero non ti diano problemi essendo tardi >>
Mi dice rompendo il silenzio confortevole che si era creato tra noi, questa domanda un po' mi uccide.
<<Non ho dei genitori. Non più>>
I vecchi ricordi ritornano più vivi che mai nella mia mente.

lui abbassa lo sguardo e con molta delicatezza si sposta per entrare in macchina, non disse una parola.
nulla.
speravo dicesse qualcosa, ho almeno speravo si interessasse.

Durante il tragitto il fruscio degli alberi riempiva il silenzio che si era creato, è non mi dispiaceva.
Dopo quella domanda i miei pensieri erano totalmente rivolti verso il passato

<<Siamo arrivati>>
dice lui guardandomi
<< La ringrazio per avermi accompagnata >>
Dico io e scendo dalla macchina, ma non arriva nessuna risposta.
Va via senza nemmeno salutare è non capisco il perché di questo suo gesto.

Entro in casa e mi butto sul letto, penso a tutto quello che è accaduto e mi sento strana.
Mi sento confusa e dormire sarà l'unico rimedio.
Forse.

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