Capitolo 15

235 8 0
                                    


Mi sveglio con la luce del sole che mi riscalda il volto, mi giro per guardare l'ora e noto felicemente che sono le tre del pomeriggio.
Ho dormito molto, ne avevo bisogno, e come ogni domenica che si rispetti sto a letto come una statua.

Ormai si è fatta sera e sono appoggiata al cornicione della mia finestra, purtroppo i pensieri prendono vita propria, la mia testa è inondata di pensieri che nemmeno io controllo.

Mi risveglio dal mio loop mentale grazie al mio telefono, mi avvicino al letto e noto una chiamata persa da parte di Thomas.

<<Come mai mi hai chiamata a quest'ora? Tutto ok?>>
<<Ma in che mondo vivi Clara?
sono solo le undici di sera eh, mica l'una di notte!>>
Lo sento ridere dall'altra parte del telefono
<<Non mi ero accorta, pensavo fosse molto più tardi, La domenica mi fa questo strano effetto>>

Lo sento sospirare.
Ho la sensazione che non stia bene.

<<Domani che fai?>>
<<Domani dopo scuola forse devo andare a fare lezione privata con il professore Stefan>>
Prendo un lungo respiro, appena ho pronunciato il suo nome mi è venuta la pelle d'oca
<<Capisco, perciò non ci sei domani?>>
<<Se vuoi di sera vieni da me, che ti prende?>>
Dopo un po' di silenzio pare arrivare una risposta
<< ho litigato con Jasmine>>
<<Jasmine?>>
<<Oh vero non ti avevo detto come si chiamasse>>
<<Ah la ragazza della palestra, cos'è successo?>>
Aspettando una risposta accendo una sigaretta e me la porto alla bocca
<<Domani ti racconto>>
<<Va bene, a domani carotino>>
Non riesco a sentirlo così giù di morale
<<Carotino... prima non era carotina?!>>
<<Mi piacciono entrambi!>>
Lo sento ridere e mi sento meglio, mi piace tanto quando ride.

Mi stiracchio nelle mie calde e confortevoli lenzuola quando sento la sveglia suonare, spengo quella fastidiosa sveglia e vado in cucina a preparare un caffè e mangiare qualcosa.
Guardo fuori dalla finestra e noto che oggi è una giornata stupenda, il sole illumina tutto il mio appartamento e sembra di stare in un altro mondo.

Arrivo a scuola e mi reco in segreteria per iscrivermi in un altro corso.
L'ho promesso a me stessa.
Io devo stagli lontano.
<<Salve, potrebbe darmi la lista dei corsi disponibili?>>
<<Vuole cambiare corso?>>
Annuisco.
Lo sguardo della vecchia signora davanti a me si è imbronciato, spero che ci siano posti liberi.

<<Non ci sono posti. Vuoi che ti metta in lista per un corso?>>
Ovvio la fortuna è sempre dalla mia parte
<<Ci sono posti per storia dell'arte?>>
<<No tesoro! È il corso più seguito, praticamente non ci sono più posti.
Posso metterti in lista ma non ti prometto nulla>>
Resto delusa dalla sua risposta...
è sempre tutto impossibile.

<<Grazie mi metta in lista.
Ci provo lo stesso.>>

Esco dalla segreteria e vado verso il mio armadietto per prendere i vari libri che mi serviranno oggi, dovrò seguire molte lezioni.

Dopo due ore di fisica applicata e altre due di econometria vado subito a prendere un caffè extra large.
La mia mente ne brama un bisogno immenso.

Passo per la sala del professori, vedo Stefan di spalle intento a leggere qualcosa, torno indietro e mi poggio al cornicione della porta provando a non farmi notare.

Dopo tutto quello che è successo venerdì non ho la minima intenzione di parlare con lui né tanto meno farmi notare da lui.
Mi sono promessa di cambiare corso e spero solo che succedi il prima possibile.

Dopo poco decido di andare via. È propio in quel momento lui si gira e i nostri sguardi si incontrano.
Continuo a camminare anche se il mio cuore sta battendo forse troppo forte.

Bevo il mio caffè poggiata su un muro freddo e ruvido, dentro di me penso che ogni cosa che faccio sia sbagliata.
Sembra che non ne faccia mai una giusta.

Fra poco dovrei andare a lezione di biologia.
Il solo pensiero mi provoca ansia.
Da quando lui mi lasciava tutti quei bigliettini mi sono sentita in qualche modo importate nei suoi confronti.
È solo una sensazione, infondo non mi ha mai detto di essere importate per lui.

Sono solo io che penso a cose che in realtà non esistono.

~Flashback~

<<E a cosa pensi?>>
Lui non mi risponde, ma mi risponde avvicinandosi ancora di più.
<<I pensieri a volte non possono essere rivelati, per questo non vengono sentiti da tutti>>
sposta entrambe le mani sotto le mie cosce e mi solleva con molta facilità sul tavolo della casa.
<<Questo potrebbe essere uno dei pensieri>>
Sussurra a mezzo centimetro dalle mie labbra.
Io non riesco a parlare, sono troppo turbata.
Si avvicina a me sempre di più.
Mi dà un piccolo bacio sulla guancia.
Io rimango pietrificata, mi aspettavo un
altro tipo di bacio.

<<Molti pensieri devono rimanere solo pensieri>>

~fine Flashback~

"La verità ci annienta.
La vita è un sogno.
È il risveglio ad ucciderci".

Mi avvio verso la sala di biologia in modo che questa giornata finisca il prima possibile, mi siedo al mio posto e comincio a prendere il mio quaderno.

Per tutta la lezione sento il suo sguardo addosso che io non ricambio.
La lezione è finita e io comincio a sistemare le cose nello zaino, vedo che mi guarda insistentemente e mi chiedo il perchè.

<<Signorina weston, non se ne vada devo parlarle>>
Annuisco senza parole.
Tutti vanno via e rimaniamo solo noi,
Il mio cuore comincia a battere senza sosta.

𝑆𝑎𝑣𝑒 𝑚𝑒   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora