Capitolo 19

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Ci troviamo in macchina, nessuno dei due dice una parola.
Mi rendo conto che questa situazione per lui non è una delle migliori, mi sento tremendamente in colpa.
Infondo tutta questa situazione la potevo evitare benissimo, quel giorno dovevo tornare a casa...

Quando eravamo a casa sua seduti a parlare come se nulla fosse mi sembrava che si stesse creando qualcosa.
Non so cosa precisamente, ma dentro di me speravo in qualsiasi cosa.
Non mi rivolge lo sguardo non dice nulla, è freddo come il ghiaccio in pieno inverno.

Arriviamo sotto casa mia, scendo senza voltarmi dalla sua direzione.
Con delicatezza chiudo lo sportello della macchina, appena mi allontano sento la macchina allontanarsi a tutta velocità.
Ogni volta che mi accompagna si allontana sempre di fretta, come se volesse scappare.

Con lo sguardo assente salgo le scale, le mie gambe sembrano voler cedere, la testa sembra voler scoppiare.
È fuori il tempo non è dei migliori, il celo si è fatto grigio e si sente odore di pioggia nell'aria.
Entro in casa, levo le scarpe e butto il mio zaino sopra il divano.

Entro in bagno e mi spoglio, guardo il mio riflesso nello specchio è noto un rossore sulla zona del collo, mi avvicino per guardare meglio è con le dita sfioro quel punto.
Un... un morso...
Ripenso a quel momento in quella casa, la pelle d'oca attraversa la mia colonna vertebrale, una sensazione nel mio basso ventre mi pervade al pensiero di quel ricordo, le guance mi vanno a fuoco...
mi vergogno di me stessa.

Sento ancora il suo profumo a dosso.

Il suo modo di essere diverso mi attira, mi attira tutto di lui.
Tutto questo mi sta uccidendo nell'anima, è non solo.

Entro in doccia con la speranza di scordare, di non pensare a queste cose assurde che mi stanno soltanto facendo del male.
Il getto d'acqua colpisce il mio petto scivolando per tutto il mio corpo, faccio arrivare l'acqua nei capelli che massaggio, l'acqua la metto sempre più calda quasi a scottarmi.
Ormai non vedo più nulla a parte la nebbia che invade il bagno.
È piano piano i pensieri sembrano perdersi in mezzo a tutta questa nebbia e acqua bollente.
Con i capelli ancora umidi mi sdraio nel letto, e pian piano entro in un sonno profondo.

La giornata è passata in fretta, le lezioni sono state veloci e stranamente per me monotone...
Solitamente mi piace seguire le lezioni, sono al cento percento concentrata.
Ma sono successe troppe cose che io non riesco a piegare, non riesco ancora elaborare tutto quello che è successo.
Oggi non lo incontrato tra i corridoi è infondo penso sia un bene per me al momento, anche se domani dovrò per forza vederlo.

Oggi mi sono sentita osservata in università e solitamente non capita...
Non mi sono mai fatta notare, sono sempre stata sulle mie tanto che Thomas mi dice sempre "sei un Fantasmino"
Ma tutto questo potrebbe essere solo tutto lo stress accumulato, probabilmente non è nulla di che.

Accendo la schermata del telefono per controllare i messaggi, ne trovò due di Thomas
" Dove sei? Sto passando da te! "
" Cibo in arrivo cara! "
Un sorriso da ebete spunta sul mio viso
" arrivo carotino, sono sopra l'autobus "

Poso il telefono nella tasca dei miei pantaloni neri, è mi guardo in torno per vedere dove siamo arrivati.
Non vedo l'ora di passare un po' di tempo con Thom, mi mancava...
Oggi non e venuto a scuola, sta studiamo per la maturità.
Lui è un bel po avanti a me.
Fortunato.

Scendo dall'autobus e vado verso il mio palazzo.
Salgo le scale e lo trovo seduto su per dei scalini
<< Hey! Finalmente, mi stava cominciando a fare male il sedere seduto qui >>
<< carotino! >>
Ci ritroviamo in un abbraccio così forte da parte di entrambi che mi sembra di sentire le sue costole e le mie toccarsi
<< ok ok sto morendo >>
Tossisco
<< va bene basta smancerie! Ho fame entriamo >>
Entriamo spingendoci a vicenda come due bambini rischiando di far cadere tutto, ma infondo poco ci importa.

<< dammi quella diamine di patatina! È mia! >>
Dice mentre mi rincorre per tutto il soggiorno
<< non ti azzardare a prendere più le mie patatine! Ladra! >>
Con l'affanno ci buttiamo sul divano,
Ci abbracciamo e restiamo così per un po'.
Il suo profumo mi rilassa, la sua presenza mi fa sentire bene...
Gli voglio un bene dell'anima.

<< come va con quella ragazza? >>
Dico alzando la testa per guardarlo
<< ehm... bene tipo >>
Dice scuotendo la testa
<< Mhm perciò ti sei fidanzato eh! >>
Dico dandogli una botta sulla spalla
<< no! Ci stiamo solo frequentando tipo >>
Dice con voce incerta
<< capisco, per qualsiasi cosa puoi parlarne con me lo sai vero?>>
<< certo che lo so stupida >>
Dice dandomi un colpetto sulla testa

<< tu? C'è... qualcuno?...>>
Dice guardandomi con quel suo faccino incuriosito
<< no >>
Dico secca, forse anche troppo.
<< ehm ok >>
Dice triste.
Mi alzo e vado a prendere un bicchiere d'acqua.
Non posso rischiare di dirgli tutto...
Non deve sapere di stefan, mi prenderebbe per malata è non solo.
Ora l'ansia mi sta uccidendo, lui mi osserva indispettito.

<< non voglio insistere, mi fido di te so che me ne parleresti >>
Dice con un sorriso che mi uccide, che amica orribile sono?
Lo guardo e gli sorrido, lui fa lo stesso mentre prende il suo zaino
<< vai via? >>
Dico triste
<< devo andare da Jasmine, domani ci incontriamo davanti l'università? >>
Dice lasciandomi un bacio sulla fronte
<< va bene, ti voglio bene carotino >>
Gli dico con voce dolce.

Mi butto nel mio letto con la speranza di dormire, ma la mia mente non aiuta.

𝑆𝑎𝑣𝑒 𝑚𝑒   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora