•Capitolo 16•

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Poggio sopra il banco lo zaino e resto ferma aspettando che faccia qualcosa.
È fermo e sta guardando il vuoto più totale, non capisco il perché ancora non stia dicendo nulla...
Decido di dire qualcosa, questo silenzio è ansiogeno.
<<Per quale motivo mi ha chiesto di rimanere?
>>
Finalmente alza lo sguardo verso di me.
C'è confusione nei suoi occhi.

<<Mi hanno spiacevolmente informato che vuoi cambiare corso>>
Lo dice con rammarico e ribrezzo allo stesso tempo
<<Dopo tutto quello che è successo ho intuito che fosse meglio cambiare corso... secondo lei è sbagliato il mio intuito?>>
Fa un lungo respiro e si tocca in continuazione i capelli portandoli all'indietro
<<No, hai perfettamente ragione>>
La delusione mi attraversa, attraversa il mio cuore
<<Beh allora devo aspettare che si liberi un posto a storia dell'arte, purtroppo è completamente pieno>>

Lo dico con delusione e amarezza, il suo sguardo è confuso e severo.

Mentre prendo lo zaino lo sento avvicinarsi.

<<Provvederò ad informarmi meglio>>
Mi giro lentamente per la troppa ansia e lo trovo a pochi passi da me, il suo sguardo è rivolto verso la finestra.

Mi avvio verso l'uscita ma tutto ad un tratto  sento la sua mano sul mio polso, mi fermo.
Ogni volta che mi tocca mi viene la palle d'oca.
E lui puntualmente se ne accorge.

<<Non avrei mai dovuto baciarti.
Non avrei mai voluto avvicinarmi così tanto a te>>
Il mio sguardo è ora rivolto verso di lui, mi guarda con rammarico, e la cosa mi distrugge.
Ma mi pongo una domanda...
chi sta cercando di convincere?
Se stesso o me?

<<Come scusa... Te ne esci così?>>
<<Tu non sei nulla, sei solo una alunna.
Io ho 29 anni e tra noi non può succedere nulla è non deve succedere nulla!
tu ti stai facendo troppi film mentali senza capire che è tutto sbagliato ciò che pensi.
Accetta le mie scuse e non parliamone mai più!>>
Queste parole mi arrivano dritte in faccia, io mi sveglio dal piccolo sogno che mi stavo creando e torno in me.
Le sue parole mi hanno delusa, anche se non ci credo del tutto.
Dentro di me c'è un po' di speranza.

"Tu non sei nulla"
Lo dice con tale odio...

Tolgo la sua mano dal mio polso e esco subito dall'aula con l'intenzione di andare dritta a casa.

Decido di non aspettare l'autobus, ho bisogno di camminare per schiarirmi le idee.
Sto troppo male, mi sento ridicola nei miei stessi confronti, stupida e ingenua.

Ho paura.
paura che io provi qualcosa che non debba provare per un uomo come lui.
Il suo sguardo mi ha fatto qualcosa.
Qualcosa di non buono.

Percorro la strada e sento solo il fruscio degli alberi che mi circonda, la voglia di tornare a casa è completamente svanita quindi decido di prendere Il sentiero dentro la foresta.
Voglio ritornare in quella casa, voglio rivivere quel momento.

Dopo un po' mi trovo davanti quella enorme casa... e infondo vorrei che lui fosse qui con me come la prima volta.

Cammino per quella grande casa, la mia mano sfiora i muri che mi circondano, arrivo in quella stanza con quel grande tavolo di legno al centro.
È pieno di polvere ma tranne in un punto... dove mi aveva appoggiata Stefan, ancora c'è la mia sagoma.

Mi siedo ai piedi del tavolo con le ginocchia al petto, prendo un libro dallo zaino e comincio a leggere e a immergermi completamente nel mio mondo.

•mezz'ora dopo•

Sento un rumore di una porta che si chiude così mi alzo di scatto spaventata.

Sento dei passi e una forte sensazione di ansia percorre il mio petto, esco dalla stanza per capire chi sia sperando non sia un maniaco o un drogato.
Immaginavo che nessuno venisse qui.

Mi sento afferrare per le spalle, butto un urlo che penso abbiano sentito fino l'università.

<<Clara sono io, fai silenzio>>

Mi sento accarezzare la testa, un profumo troppo familiare inonda le mie narici, mi sposto brusca
<< ma che... e lei che ci fa qui...?!>>
<<Te ne sei andata e avevi ancora dei corsi da finire oggi, non è da te e mi sono preoccupato>>
dice con respiro affannato
<<Mi sentivo poco bene...>>
<<E perché non sei andata a casa?>>
Fa un passo verso di me e io ne faccio uno indietro sussultando per il contatto con un muro gelido, mi maledico mentalmente per aver messo solo un maglioncino e una gonna.

<<Ero presa da pensieri...>>
<<E i pensieri ti hanno portata proprio qui? Che casualità>>
<< A quanto pare...>>
Si avvicina e con una mano sistema i miei capelli arruffati, continuo a non capire il suo atteggiamento...
mi confonde.
<<Tu mi confondi>>
Sussurra guardandomi dritto negli occhi, i suoi occhi sono così belli e intensi
<<Anche lei, non sa quanto...>>
Accarezza la mia guancia e si avvicina sempre di più.
Non riesco ad allontanarlo, perché infondo quando si avvicina così a me...
provo emozioni che mai ho provato.

<<Quanto è sbagliato tutto questo Clara?>>
Mi piace quando pronuncia il mio nome.
Sembra molto più bello detto da lui.

<<Per lei è sbagliato?>>
Si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte, si allontana senza dire nulla con lo sguardo rivolto verso il basso
<<No non lo faccia di nuovo... la prego>>
Lo vedo girato di spalle, stringe la mano a pungo...
riesco a vedere le sue nocche diventare sempre più bianche.

Mi stringo su me stessa con le braccia per i brividi di freddo che percorrono la mia schiena.
Si gira e viene verso di me prendendomi dai fianchi, mi solleva e mi ritrovo con le gambe sul suo bacino e la schiena che sbatte su quel muro gelido.
Sento la sua mano stringere la mia coscia.
Appoggia la fronte sulla mia, il suo respiro si mescola con il mio
<<Perché tu... proprio tu>>
Dice mentre guarda le mie labbra.
La tentazione di avvicinarmi è troppa, quindi mi avvicino lentamente e lui fa lo stesso, le nostre labbra si incontrano fameliche l'uno dell'altra.
mi chiede il permesso di usare la lingua, io senza esitare glielo diedi.
Sento le sue mani vagare sul mio corpo e la situazione mi annienta.

Affondo le mani nei suoi capelli castani, li tiro leggermente, gli scappa un gemito
<<Cazzo...>>
Non è da me fare una cosa come questa, ma quando sono con lui esce una parte di me che non avevo mai scoperto.
Quando sono con lui sono maledettamente eccitata, vorrei che questo momento non finisse mai.

L'ho sempre desiderato in realtà.
Ho sempre desiderato di stringere i suoi capelli con le mie mani.
Ho sempre desiderato di sentire la sue dita sul mio corpo.
Gli lascio umidi baci sul collo, sento la sua eccitazione premere su di me.
Con i denti tira il mio labbro, mi scappa un piccolo gemito che lui soffoca baciandomi.

Ci stacchiamo con respiri affannati, mi mette giù lentamente ma con lo sguardo sempre attaccato ai miei occhi.
Io abbasso gli occhi.
Sono turbata...

Non ho mai provato sensazioni così prima d'ora.

<<Ti accompagno a casa>>
Dice mentre si sistema i capelli scompigliati.
Annuisco incapace di parlare, riesco ancora a sentire la sua eccitazione strusciare sul mio fine tessuto della gonna.
Avrei preferito essere nuda in quel momento.

"il corpo,
il cuore,
L'anima.

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