Capitolo 9

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Esco e lo trovo fuori la casa, ci vado in contro mentre la pioggia mi bagna dalla testa ai piedi.
Per tutto il tragitto stiamo in silenzio, io sono troppo confusa dal suo comportamento, prima si avvicina a me e mi illude, poi sembra infastidito e freddo.
Forse tutti i pensieri che faccio in realtà non sono reali.
O forse sono io che non riesco a capire.


Arriviamo alla sua macchina leggermente bagnati dalla pioggia
<<Forse era meglio se non uscivamo>>
Dice lui e parte.
<<Già, te ne sei pentito a quanto vedo>>
Lui sbuffa e i suoi occhi mi sembrano diversi.
Mi sembra incazzato... cosa ho fatto?
<<Diamine non l'ho voluto io>>
É parecchio nervoso e non riesco ancora a capire il perché.
Mi sembra arrabbiato senza un motivo, alla fine non è successo nulla, è stato lui a non voler fare succedere nulla.
<<Ti accompagno a casa e facciamo ritornare tutto come dovrebbe essere>>
Faccio finta di niente, ho capito che lui non voleva.
<<Ma non è successo nulla>>
dico con voce stanca

<<Nulla...>>
Sussurra e sposta il suo sguardo su di me.
Non rispondo e decido di non provare a sistemare la situazione, è così che deve andare, è il mio professore e poi lui non vorrebbe passare del tempo con me come lo vorrei io.
Lui non avrebbe una matta voglia di baciarmi o di avere un minimo contatto con me.
Lui non fa questi pensieri sulla sua alunna, e soprattutto su di me, io sono sicura di essere una stupida ragazzina per lui, una bambina.

Arriviamo sotto casa mia ed io scendo senza dire nulla.
Lui parte a tutto gas senza dire altrettanto nulla.
Resto ferma sotto la pioggia e non riesco a muovermi, mi sento smarrita e arrabbiata.

Salgo le scale del mio palazzo con mille pensieri in testa, mi sto riempiendo di colpe e non dovrei farlo, è stato lui a comportarsi così senza un motivo.
Prima di entrare in casa tolgo le scarpe e le lascio davanti la porta, la prima cosa che faccio è chiudermi in bagno per farmi una lunga doccia bollente per buttare via tutti i miei pensieri. Quando entro in doccia sento una notifica arrivare dal mio cellulare, sono troppo pigra e confusa per uscire dalla doccia a controllare.

Dopo ore interminabili sotto la doccia esco dal bagno con l'accappatoio e vado subito a fare un thè, in modo da rilassarmi un po', metto a bollire l'acqua e nell'attesa vado ad asciugare i capelli.
Dopo aver finito metto il mio caldo pigiama, non voglio più pensare a niente per un po'.
Prendo la macchina fotografica dal mio zaino e controllo tutte le foto che ho fatto oggi.
Poi mi ricordo delle foto che ha fatto Stefan.
Le guardo tutte una ad una, sono venute benissimo.
Mentre le guardo trovo le foto che ha fatto a me, poi vedo la foto di me con il ragno sulla testa.
Ridacchio.
In quel momento lui stava ridendo...
Avrei voluto la mia macchina fotografica a portata di mano per non dimenticare più il momento.
Guardo ogni foto fatta da lui, sono belle e fatte con precisione, chissà a cosa pensava mentre le scattava...
Decido di smettere di pensare a tutto ciò, poso la macchina fotografica e mi metto comoda sul mio letto.

Controllo la notifica arrivata prima, noto un numero sconosciuto tra gli sms, apro il messaggio.

"Ciao bellissima, sono il ragazzo del pub;
non so se ti ricordi di me, ma mi hai dato un fazzoletto con il tuo numero sopra, sei ancora interessata per il ruolo di barista o cameriera?"
Leggo questo messaggio e i ricordi mi tornano in mente, mi ricordo di lui
Il tipo che puzzava di alcol.
Ancora ricordo quella bellissima uscita con Thomas, esco dalla chat del tipo...
Per controllare se Thomas mi avesse inviato un messaggio.
mi ha chiesto di uscire domani, vedrò come procederà la giornata.

Stavo per chiudere gli SMS ma mi sono ricordata di non aver risposto al tipo del pub, che imbranata...

"Ciao, si, mi ricordo di te! Sono ancora interessa per il ruolo di barista, grazie per avermi contattata".
La risposta arriva più velocemente del previsto.

"Hai un minimo di pratica?"

Mia madre non era solo una drogata ma anche un'alcolizzata, da piccolina mi portava nei bar con se, quindi purtroppo ho pratica.

"Me la cavo"

"Va bene, ci vediamo sabato? Ti darò io qualcosa da mettere, non preoccuparti per i baristi non ci sono vestiti provocanti come per le cameriere. Anche se secondo me ci staresti bene!"

Menomale, i vestiti troppo scollati o provocanti mi mettono a disagio.

"Grazie! Sabato a che ora?"

"Inizi il turno alle 23 e finisci alle 2/3 del mattino"

"Va bene, ci vediamo sabato, buona serata."

"Ci vediamo bellezza!"

Questo tipo è un po' strano, ma non sembra antipatico.
Poso il telefono e cerco in ogni modo di prendere sonno, domani ho tre ore di italiano e grazie a dio non ho biologia.

Mi rigiro e rigiro ma non trovo pace, non riesco a togliermi dalla testa il ricordo di Stefan che stringe le mie natiche e mi mette sul tavolo di quella casa abbandonata... si avvicina tantissimo a me e mi guarda con quegli occhi profondi, sembrava quasi che volesse fare qualcosa ma che si forzava ha non fare,
E poi c'è il suo sorriso che mi fa esplodere la testa.
Vedere le sue labbra così vicine alle mie mi ha fatto provare milioni di emozioni.
Sto impazzendo.

Quando mi ha detto quelle parole era talmente tanto vicino alle mie labbra che riuscivo a sentire il suo respiro, le sue mani sul mio corpo mi hanno fatto arrossire così tanto...
Non oso immaginare i suoi pensieri su di me, mi sento umiliata.
Lui ha messo le cose in chiaro: Non dire nulla ai tuoi amici, penserebbero che dietro questa uscita c'è qualcosa che in realtà non esiste.

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