CAPITOLO 3: IL PURPLE&GOLD

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Da sempre mi mostro agli altri come una ragazza pacata, gentile e socievole.
Il più delle volte funziona, ma l'apparenza non sempre inganna, in particolare nel momento in cui mi ritrovo a dialogare con persone simili a me.

Ogni parola, ogni gesto, ogni intonazione fa intendere e dedurre agli estranei cosa proviamo, cosa comunichiamo e, soprattutto, cosa vogliamo.

Perché fingere, allora? In alcuni casi conviene rimanere ligi, riservati, cosicché nel momento del bisogno si possa far colpo sugli altri e condizionarli a proprio piacimento. Apparentemente potrebbe risultare un atteggiamento arrogante, inclassificabile, ma se applicato a fin di bene non è altro che un modo alternativo per farsi ascoltare da chi, abitudinariamente, non lo farebbe mai.

Jeff, infatti, ha preso la questione seriamente; è affezionato a Clary e sapevo che, in questa maniera, sarei riuscita a farlo ragionare.
Per accertarmi di tutto ho contattato la mia migliore amica subito dopo il suo incontro con Jeff.

lei non mi ha riferito granché, ma si è semplicemente limitata a troncare la relazione con il ragazzo, senza dare spiegazioni a nessuno, tenendo le loro faccende private.

Non sono pentita di quello che ho fatto, né provo alcun genere di rimorso; le "vie di mezzo" non sono sempre un buon compromesso, specialmente in ambito "relazioni amorose".

Oggi è il grande giorno: riapre il Purple&Gold! no, non sono esaltata dall'idea di ubriacarmi o altro, ma non vedo l'ora di scoprire qualche indizio in più riguardo Mila Paper e la sua famiglia segreta.

Non possiedo il biglietto d'invito, ma tra dieci minuti Cole passerà a prendermi ed, insieme, raggiungeremo il locale: non posso di certo rinunciare.

Attualmente sono sui tacchi, davanti allo specchio, intenta a mirare e rimirare il lungo abito di velluto verde che indosso; si sposa perfettamente con il colore rosso-arancione dei miei capelli.

Questa sera nessuno si aspetta di trovarmi al Purple&Gold, nemmeno la mia famiglia ne è al corrente: ho intenzione di comunicarglielo una volta giunta là.

*il telefono squilla*

"ciao Cole, ora arrivo" m'infilo il cappotto e chiudo a chiave la porta d'ingresso per poi sgattaiolare giù per le scale. il mio ragazzo è fuori dal portone, vestito elegante, che mi attende con una rosa rossa in mano "dopo questi due giorni, non sapevo come farmi perdonare" mi guarda dritto nelle pupille e, senza attendere risposta, mi porta a sé baciandomi.
Mi sembra sempre la prima volta, è davvero speciale. Così ci sediamo in automobile, guidati dal fratello di Cole, e in men che non si dica ci ritroviamo in coda per entrare nel locale. Presa dalla noia mi osservo attorno, scrutando i volti dei passanti e di chi, come Clary, si trova quasi al termine della fila. Guarda caso Mila Paper è esattamente all'entrata che, oltre a ritirare i biglietti, si accerta d'aver invitato persone "alla sua altezza".

"ei, inizia a prendere in mano l'invito così impiegheremo meno tempo" mormora il fratello del mio fidanzato, indicando la mia pochette nera.

"il mio biglietto ce l'ha Mila, tranquillo"

"ah, ora siete diventate amiche?" interviene Cole, abbracciandomi.

Aspetta, ma io non ricordo di avergli parlato di Mila?
"no, assolutamente. Però ieri abbiamo parlato e mi ha detto che i biglietti stampati erano terminati, così mi ha segnata nella lista degli invitati" in realtà sappiamo tutti che non è così, ma del resto non c'era altra soluzione per troncare in tempo la conversazione.

Cinque minuti, un quarto d'ora, mezz'ora, un'ora e finalmente, dopo un'ora e un quarto, siamo pronti per consegnare gli inviti "ehi Cole, vedo che alla fine ci sei" Mila ha ritirato il suo invito accennando un sorriso da gatta morta. Improvvisamente si volta, puntandomi con sguardo disprezzante
"e tu?" sbofonchiando, pronta per urlare ai buttafuori d'allontanarmi dalla festa.

L'INCANTATORE / "I 12 cavalieri di Prado"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora