Cap.6

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Si ferma con la moto  davanti alle case popolari.
"Vivo qui io" lo dice con fierezza e orgoglio tanto da farmi sorridere.
"E quindi? " Gli dico spintonandolo dolcemente
"Vuoi entrare?"
"Chi c'è in casa?" Chiedo.
"Ti ho chiesto prima io se vuoi entrare"
Accenna un sorriso divertito, perché le poche volte in cui riesce ad avere la risposta pronta si riempie di ego.
"Ok entriamo, chi c'è ?"
"Non lo so...forse mia madre lavora sta sera"
"Mh"
"Cerchi di capire se ho casa libera"
Mi prende e mi gira verso di lui dai fianchi.
"Vuoi sapé cosa possiamo fare?"Mi sussurra nell'orecchio.
"No era solo curiosità" Gli dico mentre mi tolgo dalla sua presa invadente.
Il palazzo era rumoroso , si sentivano urla di bambini e pianti di donne, passiamo per una casa da dove escono sonori orgasmi.
Scoppiamo a ridere.
"Succede spesso?"
"Tutti i giorni"
Continua.
"Ma di solito sono io a farle gridare così"
Lo spintono  e lui mi lancia una finta occhiataccia.
"Gelosa?"
"Più disgustata a dirla tutta"
"Non devi fingere che io non ti piaccia sai ?"
Nel frattempo si era fermato davanti a una porta e aveva tirato fuori dalla tasca delle chiavi con cui aveva aperto la porta.
Ero entrata un po' spaesata , era tutto molto in disordine , c'erano cose un sacco di pentole sporche in giro piatti e un sacco di posa cenere pieni di sigarette all'interno.
Questo non mi aveva per niente scossò emotivamente ma era un ambiente diverso dal mio, vivevo solo con mio padre ma lui faceva un lavoro rispettabile con cui portava avanti la casa,  me  e poteva permettersi anche cose in più.
"Lo so è un casino " Dice lui notando il mio sguardo dubbioso.
"La mia camera è peggio"
Mi sorride e mi porta verso di lui prendendomi dalle mani.
"Vuoi mangiare qualcosa?"
"No tranquillo" Non so se c'era molto in frigo e non volevo che si sentisse in imbarazzo in caso fosse stato vuoto.
"Ti porto in camera vieni"
Mi accompagna nella sua camera che era normalissima, aveva un letto a una piazza e mezza sfatto e un comodino dove c'erano un mucchio di fogli scarabocchiati.
"Cosa sono quelli?" Dico indicando il comodino di legno accanto al letto.
"Fogli"
"Grazie al cazzo"
"Ci scrivo la mia musica"
Mi avvicino al comodino e ne prendo uno in mano. C'erano scarabocchiate delle frasi cancellate e scritte sparse.
"Tu fai musica perché vuoi raccontarti?"
"Raccontarmi?"
"Vuoi far sapere agli altri la tua storia?"
"Si, voglio  dire su un palco che  non avevo niente"
"Ce la farai"
Distolgo lo sguardo dai fogli e mi concentro su di lui che mi stava osservando pensieroso.
"A cosa pensi ?"
" Che sul palco voglio portarmi anche te"
Io non conoscevo quel ragazzo ma avevo già capito tutto di lui , avevo capito ogni suo particolare lui non nascondeva nulla era così come si mostrava.
"Non devi pensare a me, concentrati su questo"
Dico , sventolando i fogli con le sue barre.
"Non dirmi cosa fare"
"Non sfidarmi"
Si avvicina a me prendendomi per il collo lentamente mi spinge contro la parete senza farmi male, mi guarda fisso negli occhi e si morde il labbro inferiore.
Appoggia l'altra mano al muro e togliendo la mano dal mio collo mi toglie dalla faccia una ciocca di capelli facendomi rabbrividire alla sua delicatezza.
Mi dirige il volto con un dito verso l'alto e dopo mi arriccia una ciocca di capelli. Sentivo il bisogno di baciarlo ma non volevo accadesse tutto così in fretta.
Spinge il suo corpo contro il mio è sposta entrambe le mani sui miei fianchi scendendo lentamente sempre più giù.
Finisce per prendere il mio sedere nelle mani e stringerlo forte portandomi ancora di più verso di lui.
"Mi stai fottendo la testa denise"
"Cazzo anche tu Luca"
Prova ad avvicinarmi e strapparmi un bacio che però non volevo , così volto il capo da un'altra parte e lui capisce e si stacca.
"Che succede?"
"Non voglio fare tutto e subito..."Dico sentendomi una bambina capricciosa.
"Ti aspetterò, intanto dormi qui sta sera ? Ormai dove vuoi andare alle 2:30 di notte".
"Va bene, e dove posso dormire ".
"Qui " Dice indicando il suo letto.

Non voglio contestare anche perché non credo ci siano altri letti a disposizione così faccio una smorfia provocante e mi butto sul letto.
Ero stanchissima e non so come mi ero addormentata senza accorgermene.

Non andare rimani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora