🧢19

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Mi si gela il sangue nel vedere la mamma del mio ragazzo disperata perché suo figlio ha aggredito un ragazzo ed è finito in cella.
Non so cosa pensare.
"Andrà bene" mi viene spontaneo rassicurare la madre.
Lei mi abbraccia piangendo sulla mia spalla e senso un senso di colpa terribile.
Se fossi io la causa?
Non sono la causa , non ho fatto nulla.
Decidiamo di andarlo a trovare , avrebbe avuto un processo ma ci sono i testimoni dell'aggressione quindi sicuro non ne uscirà.
"8 mesi"
"Cosa?"
"Lo terranno la 8 mesi"
"Come lo sai ? Magari lo assolvono in qualche modo"
"Ha fatto quello che ha fatto"
"Mh"
"È già successo"
"Come?"
"Eravamo per strada , un senza tetto ubriaco si è permesso di toccarmi,lui lo ha aggredito , gli è andato addosso con il sangue agli occhi"
"Gli hanno dato 8 mesi"
"8 si"
"Poi ha ricevuto una telefonata, non so cosa gli abbiamo detto ma nel giorno di permesso è andato ad aggredire un altro ragazzo, mentre era in casa con me.
Ha fatto lo stesso che ha fatto con te"
"Non posso...perderlo"
"Lui è perso di suo, di te è innamorato o ver però "
Si ferma davanti alla questura dopo un'oretta di viaggio.
"Mamm ro carmn"
Dice guardando da fuori la struttura con le mani nei capelli scompigliati.
"Andrà bene"
Di nuovo cazzo, ma non sto zitta mai.
"Speriamo"
Entriamo , ci perquisiscono e mi sento violata da persone che fanno semplicemente il loro lavoro e che probabilmente avranno toccato talmente tante volte un corpo che non ne provano più attrazione.
Ci mettono in una stanza sole con un tavolo e due sedie ad aspettare.
La porta si apre ,con la testa bassa e le manette entra il mio ragazzo.
"Lu.."esce stridulo dalla bocca della madre.
"Che cazzo ci fai qui, esci mo!"
Non parlo sono pietrificata da quanta rabbia vedevo nei suoi occhi.
"C cazz si venut a fa ca dint!"
"Lu..."
"Lu un cazzo!"
Sto zitta e le guardie lì presenti mi invitano ad uscire.

Mi sento come in una bolla , le lacrime mi scorrono sulla faccia e mi bruciano le guance.
Ho la pelle d'oca.
Respiro affannata.
Ho paura di perdere la persona che mi ha tirato fuori dal male.
Ho paura di aver dato del "male" a questa persona.
Ho paura di averlo deluso , di non esser stata abbastanza.
La porta si apre , lui ha la testa bassa e non mi guarda , si volta di spalle e viene portato via.
"L'ho perso"
La madre esce e mi guarda affranta.
"Dagli tempo"
Annuisco piangente e torniamo a casa.
Mi mancava l'aria anche all'aperto.
Perché la mia fonte si chiama Luca.
E Luca non c'è più per me.
"Posso dormire da te"
"Resta quanto vuoi"
Ci fermiamo davanti casa, salgo le scale a fatica e una volta entrata mi butto sul suo letto.
Annuso il suo cuscino e le lacrime continuavamo a scorrere ininterrottamente da ore.
"Andrà bene" mi sussurra la madre appoggiata alla porta della camera.

Non andare rimani...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora