incontro

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sono Katherine, ma non mi è mai piaciuto il mio nome, è troppo lungo e suona male, quindi chiamatemi Kat.
come tutti i giorni sto andando a casa del mio migliore amico benjamin
(io lo chiamo ben).
è come un fratello per me e i suoi genitori sono la mia famiglia, si, sono orfana e da un po' che vivo con ben, ormai è come se fosse casa mia.
entrai, visto che ho le chiavi di casa e provai a chiamare ben.
non rispose nessuno, andai di sopra e mi buttai sul letto.
dopo un po' sentì la porta aprirsi così corsi all'entrata, ma non trovai ben..
< m-mi scusi signore... come avete fatto ad entrare > dissi guardandolo.
si girò e osservai le sue valige.
< con la chiave? > rispose.
< beh non era proprio così che dovevate interpetarla ma non capisco perché avete delle valigie > dissi confusa.
<senti ragazzina, dovrei farti la stessa domanda > chiese avvicinandosi.
< mh.. io sono la migliore amica del figlio dei proprietari di questa casa... e ora abito più o meno qua > dissi gesticolando.
< tu sei la migliore amica di Benjamin? > chiese ridendo.
< aspe- come fai a conoscere benjamin > dissi.
< siamo fratelli > disse sorridendo.
< impossibile.. non mi ha mai detto di avere un fratello> dissi.
< sono tornato da Londra > rispose < ora posso passare? >.
io mi spostai e lui corse di sopra.
poi cominciai a preparare il pranzo.
< come ti chiami ragazzina? > chiese.
< Katherine, ma sono Kat, non mi piace il mio nome > dissi < te? >.
< dylan > rispose.
misi le patate nel forno e mi sedetti al tavolo davanti a dylan.
< quindi... dove dormirai? > chiesi.
< nella mia stanza mi sembra ovvio > disse ridendo.
< oh no là ci devo dormire io, è sempre stata la mia camera bello> dissi.
< ragazzina non se ne parla > disse alzandosi.
< nono va a me il letto > dissi.
poi suonarono.
arrivarono tutti con buste della spesa.
< ciao Kat, ohh ciao dylan, figlio mio che piacere rivederti > disse la madre abbracciandolo.
< che ci fa lui qui? > chiese ben confuso.
< io dovrei farti un discorsetto, perchè non mi hai detto di avere un fratello> dissi.
< poi te lo spiego> disse < vabbé comunque se ve lo state chiedendo dovrete dormire insieme>.
< io? e lei? non se ne parla> disse dylan ridendo.
< concordo > dissi.
< allora uno dei due deve dormire sul divano > rispose ben.
< dylan caro mio, dormi sul divano, lascia il letto alle donne> disse il padre.
< dai papà che palle però > disse sbuffando.
mi scappò una risata ma la trattenni subito.

who are you? ||dylanobrien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora