La nascita. Il travaglio

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Mancavano due settimane al parto.

Avevo un pancione enorme.

La mia piccola scalciava, si girava e mi provocava una nausea immensa.

Ero un po' preoccupata, avevo paura di non farcela.

E quando sarebbe nata, sarei stata ancora più male.

Era la nostra bimba.

Mia e di un ragazzo che non esisteva più.

Vennero a trovarmi degli amici ma li cacciai via, in tutto questo tempo non erano mai venuti, anche una volta saputo della morte di Matteo.

Sapevano che ero incinta ma nessuno ha mai fatto niente.

Li odiavo, odiavo tutti, odiavo le coppie felici.

Era un pomeriggio, fuori faceva fresco.

Era maggio.

Il sole splendeva alto nel cielo, stavo seguendo la scia di un aereo, quel fumo bianco tracciava forme e lettere.

Tracciò una M.

Pensai che mi stesse pensando.

Mia madre entrò in camera e mi disse:

-Kate amore preparati, andiamo a fare una gita al lago, e viene pure lui.

-Mamma cazzo sono al nono mese di gravidanza e mi vuoi portare al lago ?? Io nemmeno cammino.

-Ok amore andiamo noi.

Ciao stronza !

Aveva ricominciato a trattarmi male, non ne potevo più.

Li vidi andare via con il fuoristrada che si era comprato lui dopo un lavoro che aveva fatto.

Ero sola come un cane, pure il cane mi guardava con aria dispiaciuta.

Ad un certo punto ebbi una fitta dolorosissima al ventre.

Persi del liquido, mi si erano rotte le acque.

Mia cara Luce, stai per venire al mondo.

Ti guardo come si guarda il mare alla fine dell'estate .Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora