10.

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Pian piano aprii gli occhi; la prima cosa che vidi era quell'orologio tondo e bianco appeso al muro segnare le 10:10. Mugolai ancora completamente assonnata e richiusi gli occhi girandomi sul fianco destro.
«Buongiorno..» sussurrò, portandomi istintivamente ad aprire gli occhi ancora una volta.
Mi sembrava incredibile essere nel suo letto, come una volta, con il suo viso sorridente ad un palmo dal mio.
«Buongio-» non mi diede il tempo di terminare la parola che mi stampò un bacio sulle labbra.
Le sue attenzioni mi lasciavano sempre perplessa ed anche stupefatta.
Decidemmo di alzarci e di lavarci il piú velocemente possibile; il treno per la mia città sarebbe partito alle 10:45.
La vedevo felice, ciò mi riportava ai vecchi tempi. Ciò mi faceva dimenticare tutto ciò che avevo passato in quei mesi in sua assenza. Mi sembrava non fosse mai successo. Mi sembrava solo una squallida sensazione.

Preparati gli zaini, uscimmo leggermente in anticipo, camminando verso la stazione mano nella mano, come una vera coppietta. Il fatto che Nicole potesse essere nei paraggi non la spaventava, anzi, spaventava me. Non avrei saputo come reagire e cosa effettivamente fare.

«Wow, questa è una cosa da aggiungere al nostro diario!» dissi, mentre le nostre mani dondolavano strette l'una all'altra.
«Prendiamo il treno insieme per la prima volta. Lo prenderemo tante altre volte!»
Il fatto che lei mi immaginasse nel suo futuro mi fece sorridere e sorridere ancora. Stavo riprendendo a vivere e mi sembrava ancora un miraggio.
Nella grande piazza prima della stazione, ai due angoli, vi erano da un lato il Burger King, dall'altro il Mc Donald's; ideale per chiunque avrebbe voluto tuffarsi nelle calorie. La convinsi ad entrare nel Mc solamente per il gusto di comprarmi i Nuggets, dei pezzetti di pollo fritto, i miei preferiti. Una volta uscite dal fast food, però, ci rendemmo conto che erano le 10:43, decidemmo quindi di correre verso la stazione, fortunatamente posta di fronte. Attraversammo la strada correndo e tenendoci ancora per mano. Passammo sulla grande rotonda posta al centro della strada e lei passò avanti a me. Notai all'improvviso il suo zaino aperto e stranamente più vuoto; mi girai istintivamente verso i nostri passi e vidi il suo pigiama per terra, in mezzo alla strada. Cominciai a ridere, piegandomi completamente in due, mentre lei appena imbarazzata corse a riprenderlo; ci avevano notate un gran numero di persone, soprattutto perché mentre correvamo urlavamo come due pazze che era tardi.
Ripreso il pigiama corremmo all'interno della stazione, cercammo il binario e con un'incredibile velocità lo trovammo. Il treno era già lì a lanciare fumo ed alcune persone si stavano salutando per l'ultima volta. Salimmo al volo sul treno e le porte si chiusero. Riposi il mio biglietto timbrato all'interno dello zaino ed ancora oggi mi chiedo dove esso sia, probabilmente lo custodisce lei. Trovammo due posti a sedere e lanciammo le nostre cose sui sedili opposti a quelli dove eravamo sedute. Finalmente il treno lasciò la stazione, guardai lo scenario dietro il finestrino, pensando ancora una volta a cosa mi sarebbe successo. A cosa ci sarebbe successo, da lì a dopo. Lei appoggió la testa sulla mia spalla destra; automaticamente mi voltai a guardarla. Era così bella che non potevo far altro che impazzire interiormente per quanto mi apparisse piccola. Alzò il viso su di me e ci baciammo. Ci baciammo per molto tempo, avanti agli occhi di una signora evidentemente perplessa ed un'altra disgustata. Risi sulle sue labbra e lei fece lo stesso, le accarezzai il viso e le dissi di dormire. Lei chiuse gli occhi ed io mi girai verso il finestrino ancora una volta, immergendomi in pensieri più grandi di me. Subito dopo riconobbi il suo respiro dovuto al fatto che stava dormendo e, come sempre, le ho sfilato gli occhiali molto lentamente, affinché non si rompessero.
Ricordo ancora che aveva il sorriso stampato sulle labbra. Quel sorriso che mi portava fin sopra alla luna e subito dopo mi rispediva alla cruda verità; non eravamo una coppia. Non sapevo nemmeno io cosa eravamo, ma sicuramente eravamo qualcosa.

I given up.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora