11.

7.3K 199 32
                                    

Quella sera fu troppo fredda per poter uscire un po', anche se uno dei miei desideri era portarla in fumetteria solo per vederla impazzire mentre andava di scaffale in scaffale, per la felicità.
Arrivammo finalmente a casa e gettammo gli zaini per terra, di fianco al divano. Non ebbi la minima idea su come passare il tempo, avevo paura si annoiasse con me e i giorni che avremmo trascorso assieme iniziavano a diminuire.
Dopo una serata a non fare praticamente nulla di concreto, ci eravamo comunque divertite stando assieme. Arrivò la notte e decidemmo di andare finalmente a letto; eravamo nella mia stanza e Liz si sfilò lentamente la maglia, di spalle a me, con una naturalezza che anni prima non mi sarei mai aspettata.

Anni fa, eravamo entrambe sul letto di mia sorella, una di fronte all'altra a gambe incrociate. Lei mi disse che voleva la vedessi nuda, voleva che fossi la prima a poter ammirare il suo corpo così minuto. Con delicatezza, le sfilai la maglia: il suo reggiseno nero spiccava sulla sua carnagione pallida. Era come un bellissimo quadro.
Lei mi guardò con uno sguardo che tutt'oggi non posso ancora dimenticare. Mi rapì nei suoi grandi occhi color cervone e mi diede il consenso più importante che mi avesse mai dato: essere la mia ragazza in ogni piccola sfumatura. Essere la bambina che avrei dovuto crescere con amore. Essere il cucciolo che avrei dovuto accudire. Essere mia, come io sua.
Portai una mano sulla spallina di quel reggiseno e la feci cadere lungo la sua spalla. Lei chiuse gli occhi, probabilmente era pronta. Il silenzio si era fatto spazio ormai in quelle quattro mura ed io, avvertivo i nostri cuori pompare sangue all'unisono. Le slacciai il reggiseno che automaticamente cadde sulle sue gambe e non seppi far altro che ammirare il suo seno in silenzio, mentre lei dava quel piccolo tocco di rosso sulle sue gote. Non avrei mai immaginato che da lì in poi quel seno mi avrebbe ospitato mentre facevamo l'amore, che mi avrebbe concesso di piangere tutti i miei sfoghi. Non immaginavo che lo avrei baciato con tutto l'amore che avrei mai potuto provare, che lo avrei accarezzato dandole sollievo e piacere; in quel momento ero solo ferma ad osservare quella ragazza darmi il suo cuore e non potevo non essere felice per questo. Appoggiò la testa sulla mia spalla ed automaticamente le cinsi la schiena in un abbraccio, tenendola stretta a me. Sentivo di poter proteggerla da qualsiasi cosa.

Liz si mise velocemente il pigiama, ignorando il fatto che io fossi completamente immersa nei nostri ricordi. Si mise a sedere sul bordo del letto e, vedendo che ancora non mi ero cambiata, abbassò lo sguardo per concedermi di farlo, come una qualche strana forma di rispetto. Non nascondo che avrei voluto e speravo lei abbia sbirciato appena il mio corpo, mentre ero intenta a spogliarmi.
Dopo averla raggiunta, ci stendemmo sul letto e ci coprimmo con le coperte, immediatamente il freddo calò ed io mi sentii nuovamente a casa. Dopo una manciata di minuti a chiacchierare, ridere e scherzare, le sue labbra si posarono sulle mie, iniziando una serie di baci che non riuscivo ad interpretare. Il fatto che il giorno dopo avrei dovuto vederla andare via mi spezzava il cuore, soprattutto perché avrebbe fatto finta di niente, che tutti quei baci non ci fossero mai stati. Poggiai la fronte sulla sua e iniziai a piangere silenziosamente, approfittando del buio. Lei posó una mano sulla mia guancia e si allarmó subito, avvertendola bagnata.

«Che succede?» si tiró appena un po' più su con il busto.
«Io non posso continuare cosí. Io non posso fare finta di niente ora che te ne andrai, Liz.» le lacrime presero il sopravvento, nonostante io non avrei mai voluto.
Automaticamente portò una mano fra i miei capelli, accarezzandomi dolcemente, quando avvertii una sua lacrima cadere sulla mia pelle. «Lo so, Allison.. Io ti amo..» mi strinsi ancor di più a lei, sentendo il mio cuore accartocciarsi su sè stesso: amavo una persona che mi amava, ma non potevo averla. Non potevo dimostrarle quello che provavo quando volevo e non potevo vederla quando mi andava.
Annuii, senza più parole pronunciabili e mi addormentai sotto le sue carezze, che rallentarono quando anche lei si addormentò.
Il giorno dopo andó via e come sempre mi disse che ci saremmo riviste presto, anche se avevo la bruttissima sensazione che non fosse stato così.

Un po' di giorni dopo mi scrisse.
«Ho lasciato Nicole.»
«Cosa hai fatto?»
«Te l'ho detto. Sono stata una stupida cogliona orgogliosa. Il treno che aspettavi si è fermato. Vuoi salirci?»
«Mi stai chiedendo di tornare con te?»
«Sì, amore.»

I given up.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora