5. Chi non muore si rivede

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Non avrebbe mai immaginato che in questa scuola avrebbe incontrato proprio lui.
Quegli occhi neri e profondi non esprimono l'allegria e la semplicità del ragazzo che ha conosciuto qualche mese fa; la scrutano tristi, quasi sofferenti.
Quelle due piccole stelle che brillavano nei due profondi veli tenebrosi e intensi, adesso sembrano essere sparite.
I sensi di colpa le attanagliano lo stomaco. Spine di rose coprono quel bellissimo e poco considerato stelo che pungono anche solo sfiorandolo.
-Cosa vuoi sapere?- chiede impassibile.
-Ecco, io...cercavo la mia classe...-
-Che sezione sei?-
-La D... 4D-
Alan non cambia espressione e le indica una porta non lontana da lì.
-Non puoi sbagliare. Su tutte le porte è attaccato un cartello con su scritto l'anno e la sezione.-
Alan torna a guardarla, sempre con sguardo distante e inespressivo.
-Grazie...solo...un..un'ultima cosa...-
La fissa e Layla abbassa per un secondo lo sguardo. Le convers celesti e bianche sono splendenti alla luce di quel corridoio dalle grandi finestre.
-C, cosa ci fai qui?- chiede esitante rialzando lo sguardo in altrettanta maniera.
"Complimenti che domanda Idiota. Perfetta per cominciare una conversazione! " Inizia la vocina.
Alan la fissa ancora senza dire una parola.
Layla si perde per la seconda volta in quegli occhi, magari cercando invana nel buio, la gentilezza che usava nei suoi confronti dalla prima volta che l'ha conosciuta. Vorrebbe abbassare di nuovo i suoi di occhi, ma non ci riesce.
-Dovrei fartela io questa domanda!- risponde sempre impassibile, freddo. -Pensavo fossi scappata col Biondino-occhi cristalli nel vostro palazzo del "Per sempre felici e contenti"!- mima le virgolette.
-Alan io...-
La campanella, che suona per la seconda volta, la interrompe.
Da un lato è positivo visto che non sapeva cos'altro dire.
-Ciao.- conclude lui gelido.
Chiude l'armadietto sbattendolo, per così dire,"leggermente" forte facendola sussultare e poi si dirige in classe. Layla fissa le sue spalle allontanarsi sempre di più a passo svelto. Poi sospira. Un amico in meno dopotutto non è la fine del mondo.
"Poverino! Lui sta soffrendo per te e tu scrolli le spalle? "
"Faccio finta che non esisti! Ora vado in classe!" Layla cerca di ignorarla. Ma in fondo ha ragione. Dovrebbe chiarire con Alan invece di far finta di nulla.
La porta della classe è aperta e lei entra a testa bassa.
Nota che i suoi nuovi compagni sono tutti alzati e sparpagliati per l'aula, questo vuol dire che l'insegnante ancora deve arrivare.
Alza lo sguardo e nota anche qualcosa che inizia a darle particolarmente fastidio: Logan è circondato da tutte le ragazze della classe e lui sorride come un ebete passandosi una mano tra i capelli.
Layla aggrotta la fronte e stringe i pugni. Perché non le scansa? Perché non la raggiunge? Perché sorride?
"Te lo dico io, è ancora donnaiolo! "
I dubbi che a Layla la inondavano dalla prima volta che si è fidanzata con lui la picchiano di nuovo nello stomaco. Insomma riaffiorano confermandosi davanti ai suoi occhi.
Si tira su la spallina dello zaino e si siede sul primo banco che trova vuoto dato che gli altri sono tutti occupati dagli zaini: l'ultimo della fila di sinistra, proprio al lato della finestra.
-Bel fustaccio, qual buon vento ti porta qui?- gli chiede con tono sensuale una ragazza dai capelli lisci, castani e scalati.
Logan non risponde, si limita a sorridere soltanto.
La ragazza gli accarezza la spalla. Layla sente i nervi a fior di pelle.
"Toccalo ancora e ti strangolo!" Pensa stringendo la mano in un pugno, mentre con l'altra martella le dita sul banco.
"Aggressiva tutta d'un botto? Mi piace! "
"Tu non impicciarti!" La fa tacere guardando fuori alla finestra.
-Sei fidanzato? Spero di no!- esclama sempre la stessa ragazza.
-Si. Lo sono.- risponde Logan che finalmente si è accorto della presenza di Layla.
Una ragazza lo tira per la maglia.
-Siediti vicino a me!- esclama.
Un'altra lo tira per l'altro braccio.
-Lei è solo una racchia, siediti con me!-
-Hey! Come ti permetti!- questa lo tira dal suo lato.
-Scusa tesoro ma è la verità!- esclama l'altra tirandolo dal proprio.
Logan si scrolla le loro prese.
-Scusate ragazze, ma so già dove sedermi.-
Mentre a passo svelto cammina verso il banco di Layla, percepisce gli sguardi fulminanti degli altri ragazzi della classe che seguono i suoi movimenti.
"Cosa avranno da guardarmi cosi?" Pensa stranito. Mette la cartella dietro la sedia, la scosta, si siede poggiando la guancia sulla mano e la guarda.
Layla esita nell'incontrare i suoi occhi, ma lo fa ugualmente.
Lui le sorride tenero.
Lei però non ricambia. Resta seria guardando dietro le spalle di Logan: le ragazze la fissano indignate e con...gelosia, se si può chiamare così, soprattutto la ragazza dai capelli scalati. Forse anche peggio. Se fossero tutte la reincarnazione di Zeus l'avrebbero già arrostita a puntino.
Layla abbassa lo sguardo triste. È il primo giorno e già sta cominciando male.
"Spero solo che questa storia durerà poco!" Pensa portandosi i capelli di lato.
Logan apre la bocca per dire qualcosa, ma un uomo entra in classe impedendoglielo: è robusto, porta degli occhiali rotondi in viso e dei capelli neri, anche se alcuni sono bianchi e ben visibili.
-Buongiorno ragazzi, per favore sedetevi!-
Gli alunni obbediscono.
Il professore posa la sua cartella sulla cattedra e si passa una mano fra i capelli sbuffando, quasi come se avesse corso e sudato per arrivare in classe.
-Come sono andate le vacanze?- chiede mentre apre il registro.
-Bene.- rispondono in coro.
-Non poteva di certo essere il contrario!- mormora sarcastico.
In sottofondo si sente qualche risatina.
Il professore dall'aria rude si accomoda.
-Possiamo cominciare.- inizia a fare l'appello facendo scorrere il dito sempre più giù.
-Giosefinne?- la chiama ma non segue nessuna risposta.
Layla e Logan si guardano di scatto.
Hanno sentito bene?
La porta della classe si apre all'improvviso ed entra una ragazza ansimante, dai corti boccoli.
-Buon...giorno...scusate il...ritardo!- cerca di riprendere fiato.
-Ben tornata Giosefinne. Sempre puntuale vedo!- esclama il prof sarcastico.
-Scusate prof, non ho sentito la sveglia e nessuno mi ha svegliata!-
Giosefinne si siede accanto alla ragazza che prima adulava Logan.
I due fidanzati sono sorpresi e ancora scossi.
-Perfetto! Siamo capitati nella sua stessa classe!- sussurra Logan sarcastico.
Layla è ancora allibita. Chi l'avrebbe mai detto. Due piccioni con una fava in una mattinata!
Layla affonda la fronte sul braccio.
Meglio di così non può andare, adesso le tocca sopportarla per nove mesi di fila!
Il professore ha appena finito di fare l'appello e chiude il registro.
-Quest'anno avete avuto il privilegio di conoscere due nuovi compagni di classe.-
Layla alza la testa di scatto. Le mani iniziano a sudarle per l'agitazione.
-Venite avanti- li esorta il professore con un gesto della mano.
Tutti gli sguardi fissano i due che esitano ad alzarsi.
Layla incontra gli occhi spalancati di Giosefinne che evidentemente prima non si era accorta di loro.
-Forza, non avete paura! Non vi mordo mica?- esclama il prof.
Entrambi si alzano e Logan cede il passo a Layla sorridendole.
Avanza piano, col capo chino e arrossendo lievemente.
Un ragazzo le fischia dietro concentrando il suo sguardo sui suoi fianchi.
Layla divampa, mentre Logan lo arrostisce con lo sguardo.
Sbatte un pugno sulla sua mano e il ragazzo geme.
-Scusa. Stava per caderti la penna.- sorride con stizza e affiancano la cattedra.
Quel ragazzo si massaggia la mano soffiando sopra il dolore.
-Karl, la prossima volta evita questi rumorini durante la lezione.- lo rimprovera il professore.
-Come sempre rimprovera me e solo me, eh prof?-
L'insegnante lo ignora e guarda i due ragazzi.
-Signorina?- la esorta.
"Perché prima io?"
Layla si scalda la voce e alza una mano.
-I, io sono...Layla e ho sedici anni, p, piacere.- si presenta timida.
-Il piacere è nostro, Layla.- le sorride il prof.
Logan cinge la vita di lei stringendola a fianco a sé. Almeno gli altri capiranno che lei appartiene a lui.
-Logan, diciassette anni.- sorride compiaciuto.
Le ragazze si lasciano trapelare un sospiro beato.
-Hey biondino, la sala "Principe azzurro" è nella scuola di teatro!- lo prende in giro quello che porta il nome di Karl. Ridacchia derisorio insieme al compagno di banco e subito si danno il cinque.
-Karl, alla terza ripresa vai in presidenza!-
L'alunno alza le mani.
-Scusate prof.-
-Grazie ragazzi, potete andare a posto.-
Layla e Logan si siedono.
"Finalmente!" Esulta Layla nel suo cuore. Non ce la faceva più a stare sotto gli occhi di tutti.
Per tutto il resto dell'ora il professore si è presentato accompagnato in sottofondo dal continuo sbuffare da parte degli alunni (daltronde lo conoscono da quattro anni è logico che si annoino): si è laureato in letteratura e ne va fiero. Dal modo in cui ne ha parlato, il suo amore per questa materia è decisamente palpabile.
La campanella suona per il cambio dell'ora, ma serve ben poco a far gioire i ragazzi dato che deve trascorrerla ancora questo professore che ha preferito farla passare chiacchierando delle vacanze.
Layla sbuffa. Si sta decisamente annoiando, spera davvero con tutto il cuore che le ore passino in fretta. Vorrebbe tornare a casa e subito.
Anzi no. Deve trovare il modo per parlare con Alan.
-Hey!- la chiama Logan a bassa voce facendola sussultare. -Che hai?-
-Niente.- risponde fredda. Non ha dimenticato quando è stato circondato dalle ragazze e lui, invece di togliersele dai piedi, si lasciava lusingare come un gallo in mezzo alle galline che fanno a gara per accoppiarselo.
-Che ho fatto stavolta?- sbuffa a bassissima voce.
Layla lo guarda accigliata.
-Pensaci bene, magari il grillo nel tuo cervellino saltella più regolarmente e ti fa ragionare!-
-Non capisco.- Logan si passa una mano fra i capelli.
Layla sorride nervosamente.
-Andiamo bene!-
-Spiegamelo!- Logan alza un po' la voce.
-Logan!- lo rimprovera il prof. -Ti fai conoscere già dal primo giorno?-
Lui abbassa il capo e sorride dispiaciuto.
-Scusate prof.-
-Perché non ci raccontate come avete trascorso le vacanze?-
Layla per poco non si soffoca con la sua stessa saliva.
Logan deglutisce.
E adesso chi glielo spiega che sono partiti in un viaggio per cercare Franck, rapito dallo stesso Jack Skeletron? E chi glielo spiega, in aggiunta, che il fratello di Layla l'ha anche ucciso? Riderebbero di loro prendendoli per matti, questo è poco ma è sicuro.
Layla non vorrebbe mentire e non sa cosa dire né quale scusa cacciare.
-Il gatto vi ha mangiato la lingua?- li sfotte il professore.
-Hanno troppa paura di voi, prof. Non potete farci niente se la vostra faccia assomiglia a quella di Shreck!-
Quelli della classe trattengono le risate. Pochi secondi ed esploderanno.
Il professore si toglie gli occhiali e li pulisce con i lombi della sua giacchetta primaverile ed elegante.
-Lo prendo come un complimento, Karl! -
Quest'ultimo dondola sulla sedia con un sorriso da schiaffi in volto.
-Visto che ti piace giocare prendi quaderno e matita e fammi una riflessione su Gabriele D'Annunzio!-
Karl quasi cade dalla sedia, scaturendo un tonfo sordo e rumoroso.
-Prof. Sto buono adesso promesso!- congiunge le mani guardandolo supplichevole.
-La pioggia nel pineto è facile come poesia- il professore lo ignora e la campanella suona. Si alza e prende la sua cartella. -perciò vedi di portarmela per la prossima lezione.- conclude e se ne va.
Karl sbuffa pesantemente e impreca sottovoce.
-Te la sei cercata, fratello.- ridacchia derisorio il suo compagno di banco.
karl si alza.
-Dove vai?-
-È merenda no? Se non ti ricordi male possiamo anche uscire in cortile.-
Il compagno lo raggiunge e quasi tutta la classe sparisce all'istante.
"Devo approfittarne!" Pensa Layla e si alza anche lei, ma viene fermata da Logan per un polso.
-Dove credi di andare?- ammonisce.
-Devo fare una cosa.-
-Dimmi cosa ti è preso prima!-
-Lasciami dai!- stacca la sua presa ed esce fuori.
Sente una botta allo stomaco terribile, mentre vaga per i corridoi.
"Si chiama senso di colpa! "
Layla sospira. La vocina ha ragione. Le dispiace terribilmente di aver lasciato Logan da solo, ma è ancora arrabbiata.
Le ha sempre detto che non è più donnaiolo grazie a lei, perché ora prova sentimenti più forti che gli impediscono di andare dietro alle altre, ma le ha dato prova che le sue sono state solo parole.
Molti ragazzi vanno avanti e indietro, fuori o dentro alle classi con le loro merende. Ridono scherzano e si dividono in gruppi.
Di Alan però nessuna traccia. Layla prova a scendere in cortile.
Anche qui ci sono maree di ragazzi, ma dopo aver sorpassato la maggior parte,si ritrova sul retro, dove si presenta una distesa piccola d'erba, due altalene e qualche panchina.
Su una di queste, poste però verso il muro, è seduto un ragazzo dalla cresta nera. Lo sguardo triste e abbassato, i gomiti sulle gambe e le mani congiunte.
Alan.
Layla infila le mani nelle tasche dei jeans e si avvicina silenziosa.
Alan alza lo sguardo e se la ritrova davanti.
-Posso sedermi?- domanda timidamente.
Alan alza le spalle e abbassa di nuovo lo sguardo.
Layla si siede accanto accavallando una gamba e non si accorge che sotto sotto Alan la sta guardando.
Restano in silenzio per qualche secondo. A Layla sembrano ore e decide di iniziare la conversazione una volta per tutte.
Prende un respiro profondo.
-Alan, mi dispiace. Io ho dovuto farlo, mio fratello aveva bisogno di me!- si giustifica gesticolando.
Alan sbuffa.
-Io non sono arrabbiato per questo.-
-E perché allora?-
Alza le spalle.
-Non è importante.-
-Invece si che lo è!-
Lui è ancora con la testa bassa e non si decide a parlare.
-Per favore, Alan!- lo supplica.
Lui finalmente alza la testa e la guarda.
Layla aspetta che dica qualcosa, ma niente, continua a stare zitto imperterrito.
-Allora?-
Lui si getta all'indietro incrociando le braccia.
-So benissimo che dovevi salvare tuo fratello, ma non è per questo che sono arrabbiato.- ripete.
-E perché? - domanda impaziente.
Alan sospira.
-Perché te ne sei andata lasciandomi da solo senza dirmi niente. Te ne sei andata senza salutarmi!-
"Te ne sei andata via con lui! " Pensa puntualizzando l'ultimo pronome, ma questo lei non lo saprà mai.
-Avremmo fatto troppo rumore e tua madre non ci avrebbe lasciato andare!-
-Potevi almeno lasciarmi un biglietto!-
-Beh, non ci ho pensato, cosa devo farci! In un momento ansioso come quello poi che ti aspettavi!-
Alan la fissa severo. Dopo volta lo sguardo.
-Dai, dimentichiamo questa storia e torniamo amici?- gli sorride.
Alan ride isterco.
-Amici...- ripete tra sé.
Layla alza un sopracciglio.
-S, si. Una parola nuova per te?-
Alan si passa una mano tra i capelli scompigliandosi la cresta.
Layla fa una faccia da cucciola triste, e si sporge in avanti.
-Dai Al, ti prego!-
Stavolta Alan ridacchia allegro.
-Non resisto quando fai così.- mormora.
Layla continua a fissarlo mantenendo la stessa espressione.
-Va bene, scuse accettate!- alza gli occhi al cielo.
Inaspettatamente Layla lo abbraccia.
-Grazie.- sussurra con gli occhi lucidi, prossimi alle lacrime.
Alan ricambia l'abbraccio. Gli è mancato il suo profumo, i suoi sorrisi, i suoi occhi, i suoi capelli, la sua pelle dolce e il sentirla così vicina.
-Mi sei mancata- mormora stringendola di più.
Layla arrossisce. Davvero gli è mancata?
Qualcosa, forse l'istinto, le dice di tornare in classe e si alza di scatto dalla panchina.
-S, scusa Alan io devo scappare!- esclama e senza farlo replicare rientra nell'istituto, sale le scale e corre in classe.
Lo spettacolino che ha davanti le fa capire il motivo per cui l'istinto le ha "ordinato" di tornare.
Logan è spalle al muro e la ragazza dai capelli scalati è intenta a volerlo baciare.
Layla stringe i pugni e avvicinandosi la allontana bruscamente da lui.
-Cosa stavi cercando di fare?- esclama.
-Niente...- la ragazza ridacchia beffarda.
-Non vedo cosa ci sia di tanto divertente!- ringhia Layla tra i denti.
-Oh si, lo è e come!- la ragazza ridacchia ancora di più, irritando i nervi di Layla.
La brunetta le porge la mano.
-Piacere, sono Valery.- dice evasiva semplicemente.
Layla dà uno schiaffo alla sua mano facendole capire che non accetta il suo saluto.
-Non mi importa chi sei!- ammonisce e le punta un dito contro. -Stà alla larga dal mio Logan!-
Valery la ignora e manda un bacio a Logan da lontano per poi tornare al suo posto.
"La odio!" Pensa e si gira alle spalle.
Entrambi si fissano seri. C'è molta tensione che nemmeno i loro occhi riescono a tradurre, a descrivere.
La campanella suona la fine della ricreazione e Giosefinne entra saltellante.
La sua allegria scompare quando lei e Layla si guardano.
Quest'ultima si aspetta una presa in giro o una faccia omicida, o qualsiasi altra cosa di crudele da parte sua, ma semplicemente abbassa lo sguardo e si siede accanto a Valery.
Sembra... triste.
Giosefinne...che è triste. Perché? Da quando in qua?

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