Coffee Break

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«Mammamia, oggi non ne usciamo più. Ho la pila di pratiche sulla scrivania e so che ce ne sono altre in arrivo» disse Roberta, sorseggiando il suo caffè prelevato direttamente dal distributore.

«Lascia stà! Io già vedo le ferie come un miraggio in mezzo al deserto. Se divento Ministro apro i musei solo d'estate, durante i quindici giorni di ferie che mi prenderò, anzi, venti, perché tanto sono Ministra e faccio quello che mi pare» rispose Angela ridendo, anche lei con un bicchiere di carta in mano.

Erano circa le 11 e le due colleghe si erano ritagliate una breve pausa caffè. Il giovedì era il giorno più duro perché si portavano dietro tutto il lavoro della settimana, sapevano che ne mancava ancora uno di lavoro e solitamente spuntava sempre fuori qualche grana verso il finire della giornata che avrebbe appesantito quella successiva.

«Angie», così la chiamava spesso Roberta, «ma poi sei più andata da Raoul? Io non te l'ho più chiesto, tuttavia mi sembri particolarmente radiosa da qualche tempo e volevo capire se fosse merito di qualche punturina. Non ti offendere però. Se vuoi ci andiamo insieme e ti presento se hai vergogna».

Angela fortunatamente non stava bevendo in quel momento, altrimenti avrebbe rischiato di strozzarsi. Se solo Roberta avesse saputo ciò che facevano non avrebbe parlato di vergogna. Era il 7 di Agosto e ormai erano quasi tre mesi che andava avanti la loro relazione/non relazione. Non riuscivano a vedersi tutti i fine settimana ma si sentivano praticamente tutti i giorni. Angela sarebbe andata in ferie l'ultima settimana di Agosto e la prima di Settembre, Raoul, al contrario aveva, già smesso di ricevere appuntamenti, dicendo che si sarebbe recato in studio soltanto per emergenze e che avrebbe praticamente spento il cellulare dal 15 in poi fino a Settembre.

Quell'ultima settimana del mese avrebbero potuto passarla assieme, magari al mare, ma Angela non se l'era sentita di chiederglielo visti certi discorsi e lui in realtà non aveva proposto nulla. Forse era troppo presto per delle vacanze assieme. Tuttavia il tutto sembrava procedere per il meglio: loro erano molto teneri e il sesso era fantastico. Angela nonostante tutto si sentiva fiduciosa dopo tanto tempo. Tutti questi pensieri, riaffiorati alla mente, ritardarono la risposta alla domanda di Roberta.

«Ti sei incantata?» e chiese la collega.

«Scusami, si mi ero incantata eheheh. Si, ci sono stata. Giusto un paio di trattamenti leggeri, niente botox o simili.

«Ecco perché ti sei incantata. Pensavi a lui vero? Hai visto che figo?» ribatté lei.

Angela sorrise.

«In effetti, vale la pena andarci solo per rifarsi gli occhi» rispose cestinando il bicchiere vuoto.

«E per il servizio completo» aggiunse Roberta.

«Come scusa?» chiese Angela sgranando gli occhi

«Dai, non dirmi che... nooo, non ci credo che non ti abbia fatto neanche una avanches. Tu sei una bellissima donna e sei ancora giovane, non può averti ignorato» aggiunse la donna avvicinandosi. «Cioè, vista la tua situazione io ci speravo anche un po' che potesse diventare un piacevole diversivo».

«Veramente... non ho capito cosa intendi» replicò Angela con voce incerta.

«Quando ci andai per la prima volta mi era stato consigliato da una mia conoscente. Lei mi aveva detto che in pratica Raoul durante i trattamenti stringeva, come dire, dei legami di amicizia e una volta terminati spesso contattava le sue pazienti e magari le chiedeva di uscire, poi da cosa nasce cosa e spesso capitava che ci scappasse una scopatina. La tizia che me lo ha presentato ci era andata a letto un paio di volte, ma visto che era sposata ad un certo punto ha deciso di smettere. Io stessa ci sono stata prima di mettermi con Gabriele e devo dire che sapeva il fatto suo... ormai è passato quasi un anno ma conosco un'altra che ha avuto lo stesso trattamento fortunato non troppo tempo fa, su per giù quando te lo proposi. Pensavo che anche con te non si sarebbe tirato indietro. Magari è perché ci vai da poco? Cavolo spero che tu non ti sia offesa. Glielo hai detto che ti stai separando? Non porti neanche la fede» concluse Roberta.

Ad Angela girò la testa ma fortunatamente riuscì a non darlo a vedere.

«Non so di che parli» rispose mantenendo la calma. «No, non mi sono offesa figurati. Scusami ma vado un secondo in bagno, ci rivediamo in stanza» rispose liquidandola e dirigendosi a passo svelto verso i bagni riservati al personale. A fatica riuscì ad inserire la chiave nella serratura visto il tremore che le era preso.

Appena dentro bloccò la porta col bottone di sicurezza nero della maniglia e si piegò sul lavandino. Sentì un conato risalirle in gola. Specchiandosi si accorse di quanto fosse sbiancata. "Non ci posso credere" si disse. "Non ci posso credere, sono una cogliona, una stupida sognatrice. Un'idiota".

Strinse i pugni quasi per colpire lo specchio.

"Pensavi di essere in un film? Cretina, anzi, puttana!" ringhiò alla sua immagine. "Non diamoci un'etichetta, non roviniamo quello che c'è... a quante lo avrà detto? Ci sono cascata come una pera cotta. Stronzo!". Angela sentì il bisogno di aprire il rubinetto e sciacquarsi i polsi e la faccia. Poi ancora un conato. Fortunatamente il trucco waterproofresistette e lei non si ritrovò come un panda sfigurato. Resistette anche alle lacrime che inevitabilmente scesero copiose.

"Che faccio ora?" si domandò mentre si asciugava e cercava di ricomporsi. Non poteva neanche passare la mattinata chiusa in quel bagno, davanti a sé aveva ancora molte ore di lavoro. "Che gli dico?".

Riassettata ed eliminati il più possibile dal viso i segni del disagio finalmente uscì. Per il resto della giornata sembrò uno zombie, terminò le pratiche quasi meccanicamente, facendo molta fatica a concentrarsi su ciò che aveva sotto gli occhi. A fine giornata pregò di non aver commesso errori gravi. Quando scattarono le 18 si alzò come un fulmine dalla sedia, salutò distrattamente i due colleghi con i quali condivideva la stanza, tra i quali Roberta, e si fiondò nel parcheggio. Alle 18.07 raggiunse la macchina ma riuscì realmente a metterla in moto e partire solo alle 18.28.

Dottor BellissimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora