Esercizi spirituali

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Addormentarsi fu molto difficile, ma una volta preso sonno svegliarsi lo fu ancora di più. La mente di Angela si ritrovò affollata da mille pensieri, l'ultima volta che aveva guardato l'orologio segnava le 2.27 e almeno un'altra mezz'ora passò prima che Morfeo la prendesse tra le sue braccia.

Quando riaprì gli occhi lesse 8.19. Sei ore scarse di sonno.

Non si alzò immediatamente, se non per una breve puntatina in bagno. Ci volle un'ora abbondante prima che prendesse pienamente coscienza di sé stessa e si sentisse pronta alla posizione verticale. Per tutto il tempo strinse tra le mani lo smartphone con una chat di WhatsApp aperta, una molto particolare, quella che alle 23.49 riportava l'ultimo messaggio scambiato con Raoul: una buonanotte accompagnata da qualche frase smielata dove entrambi si ripetevano quanto fossero stati bene. Caffè alla mano ed eccitazione parzialmente smaltita Angela sentì il bisogno di fare un punto della situazione. Cosa stava facendo? Cosa stava succedendo?

"Ricapitoliamo" si disse. "Mi separo da mio marito; ad un certo punto mi sento sola e mi faccio convincere ad andare dal medico estetico per darmi un'aggiustatina; mi rimorchio il dottore, o lui rimorchia me, ancora non si è capito e me lo pomicio come un'adolescente arrapata dentro l'atrio del mio portone per evitare di essere vista in strada o dalle finestre, magari da mio padre; qualcosa dentro di me, di ancora non identificato ma che chiamerò morale delle 22.40 circa, mi convince a non portarmelo a casa per non farlo uscire più dal mio letto. La cosa più divertente? Tra pochi giorni deve pure farmi bella. Ma che cazzo... Angela che combini?"

Tuttavia, i veri dubbi di Angela non riguardavano le questioni a breve termine, in fondo al massimo che poteva accadere? Una botta e via? Una fugace notte d'amore? Due al massimo? Giusto il tempo di ricordarsi cosa si prova e via, verso nuove avventure. No, non era questo che la faceva rabbrividire, bensì il lungo termine. E se il tutto non si fosse fermato ad un paio di scopate? E se Raoul avesse voluto di più ad un certo punto? O lei stessa? E con sua figlia come l'avrebbe messa? "Tesoro, questo è Raoul, sai... dopo aver tolto qualche zampa di gallina alla mamma le ha tolto anche qualche ragnatela dalle mutande e ora magari potrebbe vivere con noi, che ne pensi?". E se lei non lo avesse accettato? Se avesse espresso il desiderio di stare sempre con il padre? Una scopata valeva tutto ciò? I suoi bisogni sarebbero valsi tutto ciò? "Diamine che egoista che sono" si disse posando la tazzina di caffè sul tavolo. Devo troncare tutto finché sono in tempo".

Prese il cellulare e man mano che elaborava qualcosa da scrivere al bellissimo dottore tuttavia non si sentiva realmente d'accordo con le sue stesse parole. Le domande che si accavallarono nella sua testa furono molte: "ma cosa sto facendo di male? Ma veramente non mi merito un po' di felicità? Non sto correndo troppo nella direzione opposta? Diavolo! Mia figlia è intelligente e non siamo negli anni '40... capirà certamente. Ma poi... chissà come andrà realmente a finire, magari lui stesso è pervaso dai dubbi, magari mi lascia lui, magari anche lui propende per una botta e via" pensò, quasi iperventilando, posando anche il cellulare sul tavolo. "Calmiamoci. Qui ci vuole una doccia. Bisogna chiarirsi le idee e magari chiedere qualche consiglio" si disse. Ma a chi? Rifletté sul fatto che Carmela l'avrebbe dirottata tra le sue braccia senza pensarci due volte, quindi, nonostante fosse una delle persone che meglio la conosceva, ahimè, non poteva fornire un parere oggettivo. Sua madre? No. Ancora doveva digerire la separazione. Adorava Carlo. Forse qui non ci voleva neanche una donna, piuttosto un uomo che si immedesimasse. Qualche collega? Meglio di no pensò, meglio non far girare voci, soprattutto visti i due di picche che aveva rifilato ad un paio. "Beh, resta mio marito no?" esclamò davanti allo specchio del bagno ridendo mentre si sfilava la maglietta del pigiama.

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