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Rose's pov.

Tiro indietro la manica della toga così da scoprirmi l'avambraccio dove lo strano orologio babbano ha cominciato a produrre il suo solito particolare squillo: "Oh no! Oh no, no, no." mi rilascio cadere la manica sul braccio incominciando ad affrettare il passo.

Non sia mai che la fortuna decida qualche volta di essere dalla mia parte, al contrario, ci mancherebbe che la sfiga mi lasciasse riposare almeno il mio ultimo primo giorno di scuola, a Hogwarts. Giro l'ultimo corridoio, e lascio un sospiro di sollievo quando vedo Gaza appostato guardingo sulla soglia del portone conducente alla Sala Grande.

Quando però lui vede me non sembra ricambiare la felicità affrettandosi, come mai l'ho visto prima d'ora, a chiudere l'entrata: "Ti ringrazio di avermi aspettata." sorrido al custode riuscendo a batterlo sul tempo. Quando dico che si è affrettato come mai aveva fatto non intendo che sia stato veloce, solamente che lo è stato più delle altre volte.

Lo sento brontolare qualcosa tra sé dietro di me ma ormai sono troppo presa dall'evitare le occhiate stupite di tutti gli altri studenti perfettamente accomodati ai loro rispettivi tavoli di appartenenza. Faccio una riverenza per salutarli tutti, ormai il passatempo preferito di ognuno di loro e guardarmi: guardarmi male, divertiti, a volte qualcuno è pure ammirato, ma non c'è un'occasione ove ad una persona passi anche per la mente che la mia vita non è uno spettacolo.

L'unico sguardo che mi mette in soggezione e mi fa pentire della mia sfacciataggine è quello della preside McGranitt che, imponente in mezzo agli altri con sul capo il suo alto capello a punta smeraldo e appoggiati sul naso ritto gli occhiali quadrangolari, assume un'espressione di disapprovazione istigandomi, senza accennare parola, a prendere posto al mio tavolo.

Mi affretto a raggiungere parte dei miei cugini tra i Grifondoro, facendo ciò passo anche affianco a mio fratello che si sbriga a distogliere lo sguardo come non volendomi far accorgere che mi ha vista. Questo gli riesce bene in effetti: neanche una parola per tutta l'estate, se non per chiedermi di passargli il sale seduti a tavola, anche in quei casi però lo faceva se era l'unica opzione possibile.

Prendo posto affianco a Dominique che, dietro ai suoi boccoli d'oro, è più infastidita che mai dal mio ritardo: "Dovevi fare una cosa semplice!" incomincia a rimproverarmi quando mi rattristo notando che non c'è ombra di cibo sopra i tavoli in legno: "Esci dal treno, sali nella carrozza, arrivi ad Hogwarts." dicendo ciò, a mezz'aria, mi indica con il perfetto indice smaltato l'immaginaria strada che avrei dovuto seguire: "Possibile che ogni anno che passi diventi sempre più ritardataria?" anche Beth e Alice mi guardano con biasimo e non faccio a meno di pensare che hanno ragione, però è come se fosse nella mia indole, io non lo faccio intenzionalmente, è il mondo che vuole far arrivare in ritardo me.

"In mia discolpa non l'ho fatto apposta." mi avvio giusto a raccontarle la mia storia disastrosa consistente nel Testral che si è impantanato, la valigia che è caduta aprendosi magicamente e la porta di camera nostra bloccata al mio arrivo quando vengo anticipata: "Questa mi è nuova." cinguetta Lily Luna, così le sorrido, o almeno le faccio una smorfia che assomiglia ad un sorriso, e riporto la mia attenzione sulla Preside McGranitt la quale incomincia col tradizionale discorso di inizio anno.

Con la coda dell'occhio, proveniente dal tavolo delle serpi, vedo un braccio sventolare nel tentativo di attirare la mia attenzione. Albus mi saluta calorosamente mimando qualcosa con le labbra che giurerei su Godric sia un insulto ma, quando la McGranitt annuncia il suo nome, sta quasi per cadere dal posto, e quando la professoressa chiama anche me sto per fare lo stesso: "...i nuovi Caposcuola." aggiunge in seguito facendomi rilassare immediatamente. L'intera Sala Grande incomincia ad applaudire e nonostante lui non lo vorrà mai ammettere, vedo Al arrossire.

Ovunque io siaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora