Capitolo tredici

713 54 10
                                    

Su quella panchina scricchiolante, fuori al giardino, i due ragazzi rimasero sotto il maestoso cielo stellato.
La ragazza dalla lunga chioma mossa, rialzò il capo che aveva appoggiato sul petto del ragazzo.
Christian posizionò una mano sulla sua guancia, la quale accarezzava con estrema dolcezza con il polpastrello del pollice.
Le sue labbra erano schiuse e respirava regolarmente abbassando e alzando il petto, quando Victoria disegnò il contorno di esse con il suo indice.
Stavolta però fu lei a premere istintivamente le labbra sulle sue.
Automaticamente le dita del moro ricaddero tra le ciocche dei suoi capelli, giocherellandoci.
Lei non fece durare molto il loro bacio dato che i successivi furono a stampo e ripetuti, tra cui nell'ultimo sorrise sulla sua bocca.
Quando si staccarono, involontariamente arricciò il naso, come atteggiamento timido.
Per metterla a proprio agio, Chri attorcigliò un braccio, riponendolo vicino a un fianco.
Scendendo di poco, avendo le gambe distese sulla panca, Vic appoggiò il capo sul suo torso.
Sotto il suo tocco delicato, sul suo braccio teso che accarezzava delicatamente, senza timore, producendo una sorta di grattini, lei si rilassò.
Tuttavia, sollevò lo sguardo nella sua direzione, guardandolo con tenerezza ma allo stesso tempo con stanchezza, d'infatti lui non ebbe nemmeno il tempo di emettere qualche parola che crollò tra le sue braccia.
In principio, rimase ad osservare ogni suo minimo particolare, tracciando delle linee immaginarie con il solo sguardo.
Si sentiva in armonia.
Aveva tra le sue braccia la ragazza per la quale aveva preso una bella sbandata.
Anche lei appariva calma e protetta.
Il ballerino cercò di coprire ulteriormente le sue gambe, abbassando il tessuto del cardigan che aveva indosso.
Era così tentato di lasciarle delle carezze sul viso ma aveva il timore di irrompere il suo sonno.
Sembrava una bambina.
Però il venticello di quella notte cominciò ad aggrovigliare i loro corpi.
Avendo cura di non svegliarla, si sollevò lentamente dalla panchina, avendola ancora tra le proprie braccia; sorreggendola, entrò dentro casa, poggiandola sul divano.
Lei enunciò qualche parola nell'istante in cui Christian si apprestò a prendere il plaid di pile che precedentemente aveva lasciato lì riposto.
"Chri"- con le palpebre degli occhi socchiuse e la voce impastata dal sonno, dichiarò il suo soprannome.
"Vic"- replicò, ripiegandosi verso di lei.
"Non te ne andare...per favore"- pronunciò l'ultima frase quasi piagnucolando.
Lui non seppe spiegarsi se fosse sonnambula o meno, ma comunque gli procurò un sorrisetto.
"Sono qui, tranquilla"- si distese al suo fianco, coprendosi con la coperta, lasciandole diversi piccoli e caldi baci sul capo.
Col pollice tratteggiava il suo sopracciglio sinistro, quasi per aggiustarglielo.
In particolare non appena lei percepì una scia di piccoli baci dalla guancia fino al di sotto del suo lobo sinistro, sembrò calmarsi e addormentarsi nuovamente tranquilla.
Approfittando di tanto in tanto, il ragazzo però arrivava anche sulle sue labbra, sfiorandole ripetutamente prima di staccarsi.
Ormai era come se non ne potesse fare più a meno.
Come se fossero una calamità.
In verità pure prima ne aveva bisogno, doveva solo trovare il coraggio.

Il giorno seguente, la professionista si svegliò, ritrovandosi sul divano.
Aveva un piccolo mal di testa, tanto da far risultare il capo pesante, a causa del poco sonno di quei giorni.
Ancora con gli occhi socchiusi, poiché non sopportava la luce che irrompeva in quella sala, riconobbe l'odore del ballerino di hip hop al suo fianco.
L'avrebbe riconosciuto ovunque.
Era buono e forte.
Utilizzava in grande quantità sempre il suo solito bagnoschiuma misto a un profumo spray.
Impossibile che svanisse.
I capelli erano abbastanza arruffati ma a lei piacevano particolarmente, in quanto del tutto naturali.
Forse pefino meglio di quando se li aggiustava.
Erano mossi, tanto da ricadere sulla sua fronte.
Realizzò solo dopo un po' che si erano addormentati abbracciati, notando il braccio di Christian saldo attorno a sé.
Inoltre aveva una mano intrecciata nella sua libera.
Solamente con la punta del naso percepì la differenza di temperatura all'esterno della coperta, procurandole un piccolo brivido che pervase lungo la sua colonna vertebrale.
Provò a rialzarsi, sedendosi per scrutare meglio in giro.
Sperò non ci fosse nessuno.
Non aveva voglia di dover raccontare o chiarire il perché fossero lì.
Probabilmente perché ancora doveva realizzare o stava semplicemente cercando di godersi il momento.
Malgrado ciò aveva la necessità di rimuginare.
Lasciandogli dapprima un delicato bacio all'angolo della bocca, sgattaiolò via dalle sue braccia, senza farlo svegliare.
Non pensandoci due volte, notando l'orario, benché fosse presto, i suoi passi svelti quasi meccanicamente la condussero dove di solito insegnava agli allievi le coreografie.
Entrò in un'aula a caso.
Accendendo la radio fece risuonare un cd inserito nei giorni anteriori, probabilmente da Sebastian.
Fu unicamente quando si immerse nella melodia della canzone, danzando che comprese appieno il suo stato d'animo.
La danza riusciva sempre a riportarla sulla retta via.
Era l'unica in grado di sistemare i suoi pensieri.
Lo specchio di fronte a sé, era come se stesse proiettando le differenti immagini che aveva impresse, dalla sera precedente, nella sua testa.
Come se fosse in una galleria d'arte.
Non riusciva più a non togliersi Chris dalla mente.
Perché però aveva paura?
Del dopo, ammise a sé stessa.
Se fosse solo stato un momento di coinvolgimento tra i due, con totale disinteresse?
Ma si sbagliava.
Perché era chiaro che oltre al desiderio tra loro due sussistevano dei sentimenti.
Scappare da essi non sarebbe servito a niente, anzi nemmeno inventando delle complicazioni inutili.
Avrebbe nondimeno dovuto affrontarlo quel giorno e non era successo nulla di brutto, anzi.
Erano due semplici ragazzi che dopo tanto stavano provando qualcosa di speciale e reciproco.
Non si accorse che però ballando era passata circa un'ora e mezza.
A interromperla fu Carola.
La ballerina classica, di solito la mattina si allenava, addirittura durante le vacanze, a differenza degli altri.
Non si aspettava di ritrovare la sua compagna di stanza ballare con così tanta energia.
Il che fu parecchio bizzarro.
Senza mai concordarsi, molte volte o capitava che insieme si svegliassero tardi o presto, nonostante non lo facessero apposta.
"Ecco dov'eri" - affermò la ballerina, poggiando il borsone su una panchetta di legno nella sala.
"Si avevo bisogno di allenarmi un po'.
Non lo facciamo da tanto"- rispose la professionista, prima di bere un goccio d'acqua dalla propria bottiglia.
"Chri ti stava cercando. Era venuto in camera con dei cornetti, forse credeva dormissi ancora.
Avete il turno delle pulizie insieme tra poco"
"Uh mamma, mi ero proprio dimenticata!"- deglutendo l'ultimo sorso d'acqua che assunse, sgranò di poco gli occhi, rinchiudendo la bottiglia.
"Me ne sono accorta. Vai sennò quel poverino non sa dove cercarti. É quasi rimasto male non trovandoti"- continuò infilandosi un tutù bianco, in direzione dell'amica: "sistemo io qui, tranquilla"
Con passo svelto la professionista dopo aver salutato l'allieva si diresse verso la casetta, trovando Christian nel salotto, dove l'aveva lasciato ma stavolta stava lavando il pavimento.
Era flesso per terra, sporto vicino al secchio di un turchese accesso, strizzando un panno a quadretti di colore verde e bianco.
Tra i capelli aveva una bandana di colore nero.
Pensò che contemporaneamente fosse molto attraente ma allo stesso tempo accostò l'azione che svolgeva a un perfetto domestico, procurandole una risata.
Il moro si accorse della sua presenza.
Si rialzò con il panno tra le mani, cercando di infilarlo all'interno della scopa per continuare a lavare.
Lei non riusciva a decifrare come stesse: se fosse scocciato o annoiato per le commissioni da svolgere.
"Mi dispiace di aver fatto tardi"- poiché non accennava a risponderla, Vic si avvicinò maggiormente a lui prendendo una spugna che evidentemente lui aveva appoggiato sul tavolo. Disse: "Stavo provando la coreografia per il videoclip. Ci tengo così tanto, spero non mi sostituiscano".
"Potevo darti un aiuto" - fu solo allora che la rispose, alzando la mazza spostandola da una mano all'altra, quasi come voler fare una coreografia. "Tipo così! E mi aiutavi a fare le pulizie"
"Come, così?" - gli sfilò tra le mani il bastone, imitando il suo gesto.
"Ho un'idea migliore vieni"
Passarono il resto della mattinata tra risate e pulizie.
Prendendo due strofinacci, smacchiarono i vetri dai lati opposti, uno di fronte l'altro, producendo dei movimenti improvvisati.
Era come se Chris volesse dimostrarle che pure con delle faccende da svolgere noiose si potessero divertire e ballare insieme.
Per lucidare il pavimento utilizzarono delle ciabatte patitine.
Era un'impresa più non scivolare che produrre dei passi, ci riuscirono fino a un certo punto, ma Victoria crollò su Christian, lasciando perfino ricadere sul pavimento il secchio con l'acqua che il secondo aveva precedentemente utilizzato.
"Credo che dovresti lavorare di più sulla tecnica"- la mantenne comunque saldamente per i fianchi, essendo su di se, prendendola in giro.
"E tu dovresti scioglierti, sei troppo legato"- scherzosamente la ragazza gli tirò lo strofinaccio che aveva tra le mani, troncando la situazione e precisò: "D'accordo la pausa é finita".
Solo dopo che si alzò da lui, gli pose una mano come per aiutarlo a sollevarsi.
Ricomponendosi, cercarono di asciugare l'acqua che si era riversata per terra senza lasciare alcuna macchia, o che in ogni modo non risultasse appiccicoso.
Non appena conclusero, posarono ogni materiale che utilizzarono nel ripostiglio della casa.
Non era una stanza parecchio piccola ma sicuramente nemmeno grande.
Era arredata abbastanza bene con gli appositi contenitori e mensole ben allineati.
"Vic...comunque volevo che sapessi che quando sto con te e in particolare ballando ricordo il perché ho iniziato.
Mi fai sentire così bene" - espresse sinceramente ciò che pensava ogni volta che stavano insieme.
Provò a essere più onesto con sé stesso e a condividere i suoi pensieri.
Era in procinto di uscire fuori alla porta quando la ballerina pose una mano sul suo polso, per attirarlo a sé.
Le loro labbra si sfiorarono, in quanto si abbassò leggermente per arrivare alla sua altezza.
Sussurrò qualcosa Chris che però Vict non comprese, in quanto appoggiò definitamente le labbra sulle sue, attorcigliando le braccia attorno al suo collo e alzandosi in punta di piedi.
Lui non esitò ad approfondire il bacio.
In quel sgabuzzino riecheggiavano solamente lo schioccare delle loro bocche.
Sollevandola tra le proprie braccia la posizionò su una lavatrice di riserva lì dentro, in modo che le sue gambe potessero intrecciarsi intorno alla propria vite.
Gradualmente il bacio diveniva urgente e passionale, non più lento.
Il corpo di lui si irrigidì laddove le mani della ragazza scendevano lentamente lungo il suo collo, fino al suo torso.
Non le diede molto tempo quando staccò le labbra dalle sue, cogliendola alla sprovvista le appoggiò al di sotto del lobo destro del suo orecchio.
Mentre scendeva lungo il suo collo fino alla sua clavicola, dove si concentrò con dei piccoli e umidi baci con le mani, con un tocco delicato le accarezzava le gambe che aveva intorno al proprio bacino.
Lei barcollò appena ma fu dovuto dalla pelle d'oca che si era creata.
Inclinò maggiormente il capo per lasciargli più spazio possibile e farlo continuare con quella sequenza di baci che la compiacevano.
"Fra? Sei qui"- dalla voce probabilmente fuori alla porta, colui che lo cercava era Dario.
Victoria piazzò il suo palmo sulla bocca del ragazzo, come per intimarlo a fare silenzio.
Soltanto quando avvertirono i passi dell'alunno della Peparini farsi sempre più lontani, scoppiarono a ridere per la situazione.
Ciò non bastò per farli staccare anzi, sfruttando il momento, continuarono a scambiare delle dolci e tenere fusioni, seppure con molta urgenza.
Le loro labbra divennero gonfie e calde, ma potevano andare avanti per tutta la giornata.
Erano pochi e rari i secondi che si fermavano per riprendere aria.
E lì quando riaprivano le palpebre dei loro occhi si scambiavano degli sguardi profondi.
-

Portami a ballareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora