Capitolo undici

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Per evitare una ricaduta e godersi appieno le vacanze nei giorni successivi, Christian si recò in bagno per potersi fare una doccia.
Aperto il rubinetto, lasciò che prima l'acqua si riscaldasse un pochino.
Nonostante i termosifoni accesi da ore, i bagni erano sempre quelle stanze con maggiore umidità pertanto, azionò un piccolo scaldabagno, per metà di colore blu e per metà grigio, che era riposto in uno dei mobiletti di legno.
Rimase sotto al getto dell'acqua per una decina di minuti, rielaborando il tutto.
Fu piuttosto sbrigativo nei movimenti, benchè si abbandonò completamente.
La sua mente non smetteva di rimuginare ciò che era avvenuto.
In particolare, l'acqua che scendeva dal soffione rigido poteva rappresentare un perfetto accostamento all'acqua che precipitava dalle nuvole nel cielo di quella serata.
Ogni piccola goccia che ricadeva lungo il suo corpo e quello della ragazza che manteneva sorretta tra le proprie braccia, finiva miseramente per terra.
Eppure sembrava che ricalcasse ogni loro caratteristica.
Non si era mai definito innamorato tuttavia, dal primo istante che la vide rimase affascinato.
Un anno e mezzo antecedente si concluse una sua relazione.
Anche lei era una ballerina ma praticava uno stile differente dal suo.
Sapeva già cosa significasse avere una persona per la quale si perde la testa, ma si poneva abitualmente il quesito di cosa volesse dire innamorarsi.
Non aveva fretta di farlo. Se doveva capitare sarebbe capitato.
Forse il momento che non ti accorgi di star provando qualcosa per una persona è il migliore.
Ti senti libero da ogni preoccupazioni.
Non badi molto al pensiero dell'altro perché oramai si è creato un feeling che appare quasi indissolubile, che desideravi.
I pensieri incominciano a sussistere dall'istante in cui ammetti a te stesso che forse ti interessa quel qualcuno e non vorresti mai dimostrarti sbagliato.
Ogni tuo problema preferiresti che non ne venisse a conoscenza.
Il più delle volte perché molte persone invece di aiutarti te l'hanno reso un peso, quasi un fardello che fosse difficile da accettare; che vedesse la copertina che tu decidi di adottare, o con la quale si è sempre trovato a suo agio.
Ma alla fine solamente quando ti ritroverai insieme alla persona giusta le riflessioni negative ti abbandoneranno perché riuscirai a dimostrare anche il frammento nascosto in te stesso, capendo di chi avevi realmente bisogno per te.
Con un asciugamano grande il ragazzo avvolse il suo corpo e con uno più piccolo i capelli, rimuovendo però il secondo soltanto quando si posizionò davanti allo specchio.
Le mattonelle del bagno erano ricoperte dalla condensa, segno che aveva utilizzato grande quantità d'acqua calda misto al calore che fuoriusciva dallo scaldino.
Il che fu strano ritrovare lo specchio non del tutto appannato.
Prese il phon da un mobiletto bianco, spazzolandosi dapprima i capelli, dopo aver agitato da sinistra a destra ripetutamente il capo.
Con l'aiuto dell'asciugacapelli, per non far produrre nessun cambio d'aria improvviso non aprì subito la finestrina ma provò a far riassorbire la condensa, asciugandosi in seguito i capelli in maniera sbarazzina.
Ritornò nella sua stanza quasi canticchiando involontariamente, posando i vestiti sporchi in uno scompartimento del cassetto posto inferiormente.
"Credo che il tiramisù sia stato proprio buono, che dici Dario?" - emise scherzosamente Mattia, vedendo il suo amico subentrare allegramente nella stanza, disteso sul letto.
"Direi che lo è stato proprio" - l'altro era seduto sullo stesso letto.
"Peccato che non ci sia arrivata nessuna fetta" - condusse una mano dietro al capo il ballerino di latino, per posizionarsi in maniera più sollevata.
Christian non rispose. Non appena li guardò nessuno riuscì a trattenere una risatina, semplicemente perché attraverso uno sguardo si comprendevano al volo.
Non c'era bisogno di trovare delle parole per girarci attorno.
Per loro la situazione era ben chiara, aspettavano solo che si evolvesse con i giusti tempi.
Quella serata gli ospiti nonché Victoria e Guido crollarono prima di tutti membri della casa, comprensibile non abituati a ciò.
Il giorno seguente nella camera rossa le ultime a svegliarsi furono Vic e Carola.
Mentre la prima si accinse a prepararsi, notò che qualcosa non andasse all'amica.
"Ehi bæ qualcosa non va?" – inizialmente pose quella domanda quasi di sfuggita, aprendo l'anta dell'armadio.
La ballerina di classico non rispose ma si limitò ad annuire, continuando a rimanere nel letto con lo sguardo quasi assente.
Una lacrima fu ben visibile sulla sua guancia sinistra.
Era triste ed era difficile non percepirlo.
Evidentemente si era perfino addormentata tardi, segno dell'occhiaie ben visibili.
Victoria non voleva essere invadente e né costringerla a parlare.
Rinchiudendo gli sportelli dell'armadio dietro di sé, si avvicinò a lei asciugandole una lacrima, ripiegando vicino al suo viso l'indice della mano destra.
"Sai in queste giornate così per scaricarmi cosa faccio?" - la sua voce traspirava dolcezza.
L'aveva presa molto a cuore.
"Cosa?" - Carola tirò su col naso, quasi per trattenersi le lacrime che minacciavano di fuoriuscire.
"Ti fidi di me?" - le pose una mano per farla alzare e per sua fortuna non dovette insistere ulteriormente.
Collegò una piccola radio della medesima sfumatura della camera alla sua cassa Bluetooth, inserendo il numero della sua stazione radiofonica preferita.
Lo conosceva a memoria in quanto in macchina la metteva molto spesso.
Di solito trasmettevano musica rock e infatti una canzone dei Rolling Stones armeggiò nell'ambiente circostante, fino a divulgarsi per l'intera casa.
"Un sorrisetto, sta funzionando!" - nel vedere Victoria iniziare a ballare in modo sfegatato su quel pezzo, ulteriormente ricalcava maggiormente i passi volutamente, le labbra di Carola si incurvarono all'insù.
A quel punto la professionista intrecciò le mani in quelle dell'allieva e quasi tirandola a sé, fece per muovere prima un braccio e poi l'altro.
"Ma si svegliava così in hotel?" - impastato di sonno a porre quella domanda a Guido sull'uscio della porta fu Luigi.
Il biondo si limitò semplicemente a sbadigliare, osservando la scena per poter realizzare il tutto.
"Questo sì che è un bel buongiorno" - ad unirsi fu Lda, passando tra i due ragazzi.
Si aggiunsero anche Serena e Sissi, volendo capire in principio cosa stesse succedendo nella loro camera.
Man mano si unirono anche gli altri, in particolare Mattia che spense la radio per collegare alla cassa Bluetooth l'unico tablet che avessero a disposizione.
Inserì dei balli di gruppo, scaturendo ancora più ilarità in quella casa.
Pensò che fosse uno dei pochi modi per coinvolgere tutti.
Spostarono quella sorta di festeggiamento che crearono in salotto, affiancato dalla cucina dove Christian, Elena e Alex stavano facendo colazione.
Per un secondo sembrava essere in un villaggio turistico.
Tuttavia fu un vero spasso, in particolare Victoria rimase sempre accanto a Carola per farla sorridere e fu felice di esserci riuscita.
Ormai stanca, avendo bisogno di ricaricarsi, notando che a intrattenerla in quell'attimo ci fu Cristiano, altro allievo classico della Celentano, Vic si avviò in cucina.
Prese dal frigorifero un succo di frutta, rubando dal tovagliolo di Christian qualche biscotto.
"Ehi! Ma buongiorno, ora mi rubi pure il cibo"
"Me lo devi, ho ripulito io quel porcile che abbiamo creato ieri sera" - dichiarò la ragazza, sedendosi su uno sgabello accanto a lui.
Consumarono la colazione insieme ma tra i due ragazzi ci fu un continuo istigarsi a vicenda.
Nel frattempo i balli nella sala accanto continuavano.
"Che ne dici di unirci?" – propose lei, dopo aver rinchiuso la busta dei biscotti.
Christian accettò ma invece di risponderla, la prese in braccio, sebbene inizialmente solo per aiutarla a scendere dallo sgabello, giungendo in mezzo alla massa.
Coloro che dirigevano erano Lda e Mattia, non che avessero dubbi, erano tra quelli più divertenti della casa.
-
Dopo la mattinata passata a divertirsi tra musica, danze e colazione, il 21 dicembre fu l'ultimo giorno di lezioni per gli allievi, dopodiché avrebbero potuto riposarsi durante le vacanze.
Le aspettavano da parecchio.
Quella giornata avevano da eseguire sia cantanti che ballerini solo due ore di ripasso.
Per Victoria fu divertente vedere aldilà del plexiglas i suoi colleghi.
Giulia nell'istante in cui la vide non solo scoppiò a ridere per la situazione, ma le lanciava ripetuti baci ad aria che vennero ricambiati.
Era contenta che l'amica stesse vivendo malgrado, per poco un'esperienza simile alla propria.
Finito le lezioni, un gruppo rimase in sala relax o analogamente denominata aula 7 per ripassare delle dispense dei professori.
Vic inizialmente era sdraiata su un tappetino per terra insieme a Chris, precisamente aveva il capo posto sulle sue gambe, mentre avevano accanto il libro fotocopiato che a tratti il ragazzo sottolineava con un forte evidenziatore giallo fluorescente.
Lui amava il mondo della danza soprattutto il pratico e meno il teorico, anche se lo affascinava molto.
Affianco a loro c'erano Mattia e Carola, impegnati a studiare.
Carola però, era più tipa da schemi che disegnava e organizzava sul suo computer al contrario di Mattia che preferiva sottolineare su un foglio come il suo amico ma con la matita.
La professionista aveva gli occhi socchiusi, non si stava addormentando, anzi si rilassò sotto al tocco del ragazzo ed ascoltava di tanto in tanto gli altri che o ripassavano o leggevano ad alta voce.
Pensò che il lato bello di quella scuola fosse soprattutto il potersi approcciare a differenti stili, non solo a quello che si prediligeva.
Era bello che il mondo della danza venisse esplorato non solo attraverso dei semplici passi ma perfino attraverso la storia.
Ah la storia!
Qualsiasi cosa riguardasse la storia, che fosse della danza, artistica, politica e così via, ne rimaneva meravigliata.
La sua curiosità accresceva sempre di più gradualmente, scoprendo tante piccole cose nuove.
Era come se fosse desiderosa del sapere.
Se un argomento la colpiva rimaneva impresso nella mente.
E lì acquisì soprattutto ciò che stava esponendo il moro su di quale era distesa.
Contemporaneamente Christian le accarezzava con una mano la parte alta delle sue guance con il polpastrello del pollice e con l'altra apriva e rinchiudeva più volte il tappo dell'evidenziatore, producendo un rumore.
Talora lei gli poneva delle domande, interrogandolo sull'argomento, ricevendo delle risposte che dichiarava essere precise e dettagliate.
"Ví sei d'accordo come negli appunti della figura della donna nel hip hop?
Non sapevo che il termine bitch non fosse dispregiativo in questo contesto in America" - a interromperli fu Mattia.
La b-girl rimettendosi a sedere e aggiustandosi la chioma che aveva leggermente scombinata, provò a spiegare la sua, dato che aveva ascoltato anche lui leggere ad alta voce.
"Allora innanzitutto tu parti già dal presupposto che è uno stile che nasce in America e in un ambiente popolare, okay?
Bitch nell'hip hop consideralo quasi uno slang per definire una ragazza tosta, forte, sicura di sè e perché no pure bella.
In Italia significa una poco di buono.
In realtà anche in America ma non nel contesto del hip hop.
E comunque aldilà degli appunti dati credo che l'Italia abbia fatto grandi passi ma come in ogni ambito c'è bisogno di tempo per evolversi."
"In America ti sei formata molto da quello che noto vedendoti ballare" - aggiunse Carola, non appena la professionista concluse di rispondere al ballerino tra quelli più piccoli della scuola.
"Beh si ma questo non vuol dire che qui in Italia non ci siano scuole valide, anzi.
Sono poche ma sono fiduciosa che in futuro ce ne saranno tante"
-
Quella sera, per inaugurare le vacanze decisero di organizzare un piccolo festino.
Erano tutti impegnati a scegliere cosa indossare.
Victoria optò per un coordinato con top di pizzo e pantaloni in tinta unita beige.
Coinvolta dalle sue compagne di stanza indossò anche lei un paio di tacchi.
Serena volle a tutti costi farle i capelli.
Era molto brava con le acconciature e secondo lei, sul suo viso le trecce alla francese le donavano parecchio.
A Sissi invece, esaltava il viola e in abbinamento al suo vestito, l'ospite volle realizzarle un make-up particolare utilizzando due eye-liner uno della medesima colorazione del vestito e uno nero, aggiungendo un piccolo strass al canto laterale.
Carola optò per un vestito bianco con un forte rossetto rosso da giusto contrasto.
Le tre ragazze rimasero stupite nel vedere l'ultima fare un vero e proprio cambio di look.
Nel contempo Serena stava realizzando le trecce a Vic con tanto di lacca, si accorsero che di fronte a loro, dove era posizionato lo specchio, Carola si tagliò di poco i capelli con una semplice forbice.
Non rimasero stranite per il gesto ma piuttosto perché vennero proprio bene.
Di solito quando una ragazza decide di stravolgere il look ai propri capelli è perché vuole cambiare qualcosa.
Finalmente dopo quella mattina sul suo viso comparve il suo bel sorriso.
Qualsiasi fosse stato il suo motivo d'angoscia fu giusto che meditasse e rimanesse rinchiuso con sè.
Ognuno di noi può avere dei momenti di sconforto ma l'importante è superarli nella misura che più ritiene opportuna.
Ma di una cosa era certa, la ballerina sarda.
Se non fosse per la sua nuova e piccola famiglia non ce l'avrebbe mai fatta.
Non tutti saranno capaci di comprendere la tua infelicità appieno, ma si nota e si apprezza chi riesce sempre a starti accanto nonostante tutto.
Dai piccoli gesti si contraddistingue chi tiene realmente a te.
Le quattro della camera rossa avvertirono qualcuno bussare alla porta, era Albe.
Alla vista della sua fidanzata rimase esterrefatto, era immobilizzato.
Le altre li lasciarono da soli, cercando di sgattaiolare in qualche modo fuori dalla porta, dato che occupò una buona percentuale, rimanendo lì fermo.
Sissi nel corridoio incontrò Dario.
Entrambi erano di statura bassa ma fu divertente osservare come stavolta venisse superato dalla morosa a causa dei tacchi.
Erano davvero molto dolci insieme.
Passando per il salotto si potevano scorgere le decorazioni, in quanto erano ancora in fase di allestimento.
Guido quando vide la sua cara amica, prendendole una mano le fece fare un mezzo giro, quasi volteggiando, complimentandosi di come si fosse abbellita.
Erano così allegri , seppur per qualche settimana, di rimanere lì.
Miglior regalo di Natale, Maria De Filippi non poteva fare.
A interromperli fu Mattia consigliando a Victoria di andare nella sua stanza, non obiettando.
Prima che potesse bussare scorse sul suo letto Christian impegnato a scovare dei trucchi nella sua busta regalo di Rimmel.
"Serve una mano?"
"Wow...oh voglio dire...sì" - rialzò il capo non aspettando di ritrovarsela di fronte.
Di solito era lui più veloce ma l'aveva proceduto.
La ragazza si posizionò al suo fianco, sedendosi, scovando i diversi trucchi insieme a lui, all'interno della busta.
"Vorrei mettere questa ma non ne sono capace" - ammise, mostrandole una matita nera che finalmente era riuscito a trovare all'interno della busta.
"Lascia, faccio io" - lei prese automaticamente la matita dalle sue mani e alzandosi si posizionò davanti alle sue ginocchia, sollevando il suo viso con la mano libera.
Tirando leggermente l'angolo esterno dell'occhio per non produrre nessuna linea sbavata, disegnò prima una riga sottile su entrambe le palpebre inferiori, per poi ricalcare più volte per ottenere un effetto più tenue.
Riprese pertanto nuovamente la busta ancora sul letto, alla ricerca di una matita bianca per valorizzargli maggiormente lo sguardo, applicandola vicino all'angolo interno.
"Ecco fatto! Ora sei decisamente rock" - concluse gettando all'interno della busta le due matite, aspettando che lui si potesse specchiare per ricevere una sua approvazione.
"Dici che mi sta bene?" - dopo essersi guardato più volte, voleva un'opinione sincera, specialmente da lei.
"Sembri Jack Sparrow"
"Lo prendo come un complimento?"
"Altroché, parliamo di Johnny Depp è un figo!"
"Quindi sono un figo?"
"Ti direi di sì ma non voglio che ti monti la testa, signorino" - per quanto Christian volesse assumere in volto un'espressione provocatoria per istigarla, con lei non riusciva a far a meno di ridere.
Era impossibile non rimuovere dal viso dei due ragazzi dei sorrisi così veri, benché fosse calato tra loro un piccolo silenzio nel frattempo in cui lui circondò le sue piccole mani, fredde tra le proprie.
La musica progressivamente si propagò per l'intera casa, segno che avevano concluso di ordinare gli addobbi e che i festeggiamenti potevano cominciare.
"Ho visto che stavano organizzando una sorta di beer-pong di là col succo di frutta.
Mi sa che alcuni sono in astinenza" - annunciò uno dei giochi che stavano allestendo precedentemente gli altri.
"Io sono imbattibile...o meglio lo ero"
"Ah si? Io ne dubito fortemente"
" É una sfida?"
"Forse"
"Hai commesso un grosso sbaglio, perché sono troppo forte...andiamo!"
I membri della casa con il poco che avevano ricevuto dalla produzione, erano riusciti a creare un vero e proprio party fluo.
Non lo era del tutto ma bastava per ritenerlo speciale.
Al centro della sala posizionarono una sfera girevole a led con diverse forme che si sovrapponeva al soffitto.
Lungo i muri appesero differenti serie di lucine bianche alternate da quelle a colori, insieme a dei lunghi e attorcigliati festoni.
Le tavole erano guarnite da stuzzichini, pizzette, rustici e panini.
Per la musica ricollegarono la cassa Bluetooth all'unico tablet che potevano utilizzare.
Ornarono perfino i giardini con delle fiaccole, dei nuovi pouf e dei palloncini sparsi per il prato.
Cristiano fece il possibile per ricevere un'amaca e posizionarla tra due alberi, apprezzata dalla maggior parte dei membri.
I cuscini sulle gradinate erano di colore fluo, ben visibili al buio.
Non mancavano oltretutto le decorazioni natalizie che avevano attaccato i giorni precedenti.
Ed era bello come si unificasse il tutto.
Tra i gadget ricevettero perfino dei braccialetti, anelli e occhiali luminosi.
Svolsero differenti giochi ma uno dei principali fu appunto il beer- pong che denominaro ace-pong.
Modificarono leggermente le regole per renderlo più divertente.
Nel gioco tradizionale chi fa centro in un bicchiere dell'altro lato non beve e paga il pegno lo sfidante.
Unificarono il beer pong ad obbligo e verità.
Chi doveva pagare il pegno doveva scegliere tra le due opzioni mentre, chi c'entrava il bicchierino doveva bere il succo.
Solo alcuni vollero giocare.
In una squadra ci furono: Victoria, Carola, Guido, Aisha e Cristiano.
Nell'altra: Christian, Mattia, Lda, Rea e Luigi.
Posizionarono i bicchieri ai lati più lontani di un tavolo di legno che posizionarono nella sala delle gradinate, formando due triangoli con 6 bicchieri ciascuno.
Il primo a lanciare una piccola pallina da tennistavolo fu Guido, centrando in pieno un bicchiere.
Decise chi dovesse pagare il pegno e scelse Luigi.
Il cantautore preferì eseguire un obbligo.
Utilizzarono un'applicazione sul tablet per trovare degli obblighi divertenti.
Dovette scambiare la maglietta con la persona alla sua destra: era Rea.
Si ritrovò con un piccolo top, al contrario suo che ebbe una maglietta molto grande.
Il secondo a tirare fu Lda e dato che mandò fuori la pallina dovette pagare lui pegno.
Il gioco stabilì che avrebbe dovuto bendarsi gli occhi e indovinare 3 oggetti utilizzando solo il tatto.
Successivamente nemmeno Carola riuscì a fare centro ma scelse di dire una verità.
L'app le chiese solamente chi fosse un'artista che la ispirasse, rispondendo Freddie Mercury.
Fu un'altra caratteristica che Victoria ritrovò in comune.
Quando Rea centrò nel bicchiere, Aisha rispose a una verità.
La domanda posta chiedeva che se fosse obbligata a cambiare colore ai capelli avrebbe dovuto optarne per uno e lei dichiarò il rosa.
Probabilmente tra gli obblighi più divertente fu eseguito da Mattia.
Dovette depilarsi una zona della sua coscia e lasciarla così per almeno due giorni.
La parte divertente fu soprattutto strappargli una striscia depilatoria.
Non volendo provare dolore, dovettero inseguirlo per tutta la casa e alla fine a strappargliela fu Dario che nemmeno stava giocando.
Il gioco continuò.
Una delle poche volte che Christian scelse verità ammise che per lui la ragazza più bella ad Amici era Victoria, procurando una serie di sguardi dai partecipanti.
Al contrario, Vic non era solita preferire obbligo, tranne l'ultimo match, dove dovette dipingere dalla guancia fino al collo di Christian dei motivi utilizzando della vernice fluorescente apposta, ispirandosi ai mehndi che di solito si eseguono sulle mani.
Una volta che concluse, il ragazzo le prese il pennello che stava utilizzando, disegnandole una piccola luna dietro al lobo dell'orecchio sinistro.
Non era un obbligo da eseguire ma è come se avesse voluto ringraziarla.
Dato che oramai il gioco si concluse, decisero di confondersi anche loro nella mischia e ballare.
Incominciarono a muoversi su stessi, battendo i piedi contro il parquet a ritmo della melodia, facendo ondeggiare la testa, i fianchi e le spalle.
Pian piano i passi divenivano più fluidi, acquisendo maggior sicurezza.
Prendendole una mano, Chri le fece fare una giravolta sotto al proprio braccio, lasciandole un piccolo bacio sul capo non appena se la ritrovò stretta se.
Le loro facce furono illuminate non solo dai led ma in particolare dal trucco fluo.
"...Sono sotto la pioggia
Come la prima volta
A cantarti "Nel blu dipinto di blu"
Era la canzone nostra
E sono in bilico fra impazzire e morire
Perché lo sai che finirà
Con un vento fortissimo, tra scappare o restare
Io cederò, io cederò
Sotto il freddo, dall'alba al tramonto
E poi finisco a contare, a cantare, a contare per te
Il tuo palazzo sembra una città tra le urla
Non sento più la tua aggressività che mi culla"
Sulle note di quella canzone incalzarono i loro passi aumentandoli progressivamente.
Lui prese tra le proprie mani il suo viso, a differenza sua che alzava verso l'alto le braccia.
I due cantarono a squarciagola il ritornello, saltellando.
Sembrava che tutto intorno iniziasse a girare.
Le mani di Christian divennero grondanti e tremanti.
Per quanto stessero ballando da un po' , comprese che però l'aumento del battito fu causato da un altro agente.
Socchiuse gli occhi con l'intenzione di prendere un gran respiro.
Seppure il suo campo visivo poteva risultare alterato a causa dello stress visivo, davanti a se compariva la figura di Victoria.
Fu nel momento che rincontrò il suo sguardo, tra i diversi colori di quella serata, che acquisii consapevolezza.
Aveva bisogno di lei. L'avrebbe sempre voluta al suo accanto.
Pure la sua fronte era madida di sudore e il respiro irregolare.
La sua pelle era più luminosa e i suoi occhi erano vivi.
Ma nessun altro aggettivo importava perché ammise a se stesso che si era innamorato di lei.

⚠️ANGOLO AUTRICE
SI SONO LE 03 DI NOTTE E STO AGGIORNANDO.
MI SONO SENTITA TROPPO IN COLPA DI NON AVERLO FATTO PRIMA.
HO FATTO IL CAPITOLO ANCORA PIÙ LUNGO IN MANIERA TALE DA SCUSARMI PER IL RITARDO.
SPERO POSSA PIACERVI.
CERCHERÒ DI ESSERE PIÙ FREQUENTANTE, SESSIONE INVERNALE E TIROCINIO PERMETTENDO.
DETTO CIÒ FATEMI SAPERE LA VOSTRA CON UNA STELLINA O COMMENTO.
CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO, NON VI LASCERÒ APPESI.
ORA SCAPPO E VADO A DORMIRE
UN BACIO
-LIV 💕

Portami a ballareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora