Capitolo II

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- Setsuna? Siamo a casa! - trilla felice Shigeru, entrando in cucina - Che buon profumino, che hai preparato? - annusa l'aria peggio di un segugio.

- Per te nulla. - ringhio, ancora irritata con lui. E pure rigida a causa dello sguardo di Takashi, che con calma ci osserva col sorriso sulle labbra.

Divertito dai nostri battibecchi familiari.

Ogni volta che sento i suoi occhi su di me vengo investita allo stomaco da mille farfalle impazzite, ma oggi è pure peggio.

Sono emozionata perché è qui vicino, agitata perché ho deciso di far sul serio e pure in ansia...

Dopotutto...

Fino a qualche ora fa... era ad un appuntamento con un'altra.

Ancora non riesco a crederci.

E più ci penso, meno ho voglia di dare da mangiare a mio fratello.

- Che le hai fatto? Hai di nuovo terrorizzato qualcuno dei suoi compagni di classe? Lo sai che oramai ha diciott'anni, vero? - ridacchia Taka, con quella sua incantevole risata in grado di farmi scuotere fin nel profondo.

Passerei le ore ad ascoltarlo ridere.

Soprattutto ora come ora, visto che a causa dei loro orari lavorativi riesco a passare con lui molto meno tempo.

- Mancano ancora due mesi e quattro giorni ai suoi diciotto e poi... anche se ne compisse cinquanta, le cose non cambierebbero. Resterà per sempre la nostra sorellina! - ribatte l'altro, puntando verso il biondo gli occhi castani presi da nostra madre.

Gli stessi occhi che di solito mi impediscono di reagire d'impulso.

Di solito, ma non oggi.

Non dopo la sua ennesima uscita con la storia del "nostra sorellina".

- La vuoi piantare? - il coltello tra le mie mani sbatte sul tagliere con violenza, tranciando di netto la carota che ci stava sopra. E conficcandosi nel legno duro.

Io non sono sua sorella, dannazione!

L'unico legame di sangue dei presenti è quello tra me e l'idiota che ha gli stessi miei capelli ramati.

Lo stesso tizio che mi vuole felice tanto quanto riesce inconsapevolmente a mettermi i bastoni tra le ruote.

- Eh? C-Che succede? Perché sei arrabbiata? Ho davvero fatto qualcosa? - sbarra gli occhi, confuso ed agitato.

Da ormai due anni viviamo soli in questa casa, dopo che i nostri genitori sono andati a stare a Rairako, paese dove ha sede la ditta per cui lavora papà.

Fino ad oggi sono sempre stata molto accondiscendente riguardo gli atteggiamenti di mio fratello, grata della sua offerta di accollarsi la mia presenza in quella che attualmente è diventata a tutti gli effetti la sua casa.

Ma seppur grata, oramai sono giunta al mio limite di sopportazione.

Per quanto io gli voglia bene è lui la causa di molti dei miei mali.

Se non fosse per il suo atteggiamento Takashi non mi considererebbe la sua sorellina, non sarebbe uscito con la tipa di questo pomeriggio e probabilmente avrei alle spalle molti più ricordi di me ed il biondo soli assieme.

Insomma... io voglio solo poter amare, ed essere amata.

E non dal primo tizio passato per strada, ma dal suo migliore amico.

L'unico ragazzo di cui lui si fidi.

- Setsuna...? - si avvicina a me, titubante. Preoccupato di poter dire qualcos'altro di sbagliato.

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