Abigail Cooper

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Mi chiamo Abigail, ho 18 anni. Gli amici però mi chiamano Abbie così è più facile da ricordare. Mi chiamo Abigail, ho 18 anni. Il sole è alto stamattina, non piove più. Mi chiamo Abigail, ho 18 anni e questo sarà il mio ultimo mese qui. Mi chiamo Abigail, ho 18 anni e sono rinchiusa qui da 3 anni. Non mi ricordo più di che colore è casa mia, non ricordo più la voce di mia madre, non so se i suoi capelli adesso sono bianchi, non so se papà ha finito di falciare il giardino sul retro della casa, non so se ci pensano mai a me, non sono ancora morta però, questo lo so.

Allora perchè non viene mai nessuno a trovarmi?

Mi chiamo Abigail, ho 18 anni ed io non volevo ammazzarla lo giuro. Ho ancora paura di quella luce, si, quella luce lì che vedono tutti prima di andarsene per sempre. Io l'ho vista, ma ho avuto paura e sono tornata indietro come una codarda, perché è questo che sono. Forse se al posto mio ci fosse stata lei, il mondo ora avrebbe una persona in meno da incolpare, il mondo avrebbe una persona in meno da odiare. Al mio risveglio, quel giorno non c'erano fiori, sorrisi o palloncini, c'erano sbarre su sbarre, un soffitto bianco, una porta chiusa e una piccola finestra che neanche con tutta la forza del mondo qualcuno riuscirebbe ad aprire... solo questo poi il vuoto totale.

Mi chiamo Abigail, ho 18 anni e oggi la mia infermiera, Hannah, mi ha fatta vestire e truccare bene, mi ha detto che oggi ci lasciano uscire per un po', mi ha detto che se riesco a convincerla che sto bene magari dirà a qualcuno di venirmi a prendere. Stanno bussando alla mia porta, ma non do il permesso, tanto aprono comunque. Butto il pezzo di carta sul quale, come ogni giorno, ricordo a me stessa chi sono e perché sono qui ed aspetto che qualcuno apra la porta

Madness ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora