Quinto Capitolo

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Il mio piccolo letto giace in fondo all'altrettanta piccola camera,la luce della finestra illumina la spalliera di ferro,guardandola dall'estero la scena fa quasi paura,ritornare qui dopo un minuscolo attimo di libertà,se così la si può chiamare,fa uno strano effetto. Ho trascorso una serata piacevole,Hannah ha la capacità di trasportarti in un mondo tutto suo e per pochi attimi riesci davvero a dimenticare tutto ciò che ti circonda. Abbiamo chiacchierato del più e del meno,ho provato a chiedere se avessero preso importanti decisioni riguardante l'episodio avvenuto precedentemente,ma mi ha zittito subito chiedendomi di parlarne in un altro momento.
Mi chiedo quando arriverà questo "famoso" momento. Accendo la luce del bagno della mia camera,mi sciacquo velocemente e ritornando in camera mi sistemo per la notte.
La luce del sole del mattino seguente, penetra dalla finestra illuminando a tratti il mio viso e facendomi svegliare.
La colazione e poggiata sulla scrivania,mi alzo e trascino il vassoio sul letto..le solite due fette biscottate con il cioccolato già spalmato e una piccola tazza di latte.
La finisco quasi subito, mi alzo pulendo il letto dalle briciole e apro la porta per far segno agli inservienti o alle infermiere che sono sveglia e possono ripulire,perché si non mi è concesso neanche uscire per andare alle cucine a portare le stoviglie sporche.
Vado in bagno,mi lavo e mi vesto leggera a causa della giornata abbastanza calda.

"Abbie buongiorno"Sento dire dall'altra stanza.

"Hannah buongiorno anche a te."Le sorrido dirigendomi verso di lei.

"Dormito bene?"

"Abbastanza,volevo ringraziarti ancora per la serata di ieri,mi ha fatto davvero bene uscire."

"Non ringraziarmi,mi è dispiaciuto lasciarti nel bel mezzo della cena,volevo venirti a salutare più tardi,ma dormivi quindi ho lasciato perdere."

"Immagino,tranquilla,mi ha riaccompagnata Harry e subito mi sono addormentata."

"Si,poi parleremo anche di lui." Dice ammiccando con l'occhio.
"Non c'è nulla da dire in realtà."

"Certo."Ride per poi tornare seria.

"Abbie devo dirti una cosa."

"Dimmi."
"La direzione mi ha chiesto di incontrarti."

"Come mai?"

"Prima della decisione finale." Spiega. "L'ultimo episodio seppur preso in tempo,non è di poco conto,devono valutare come hai affrontato il tuo tempo trascorso qui e altre cose che non sto qui ad elencarti."

"C'è la possibilità che io possa restare ancora qui?"

"Non del tutto,ma se così fosse cercheremo di renderla più piacevole rispetto ai tre anni precedenti."

"Quindi devo affrontarli adesso."

"Immagino di si." Dice abbassando la testa. "In effetti siamo anche in ritardo."

"D'accordo allora andiamo."

Eccolo qui,il momento che tanto temevo è arrivato,nulla può essere paragonato alle sensazioni contrastanti che provo dentro di me in questo momento. Paura,rancore,rabbia verso me stessa,incertezza, eppure ho un non so che di adrenalina che mi spinge nell'andare avanti.
Hannah sta al mio fianco,guidandomi tra i corridoi del terzo piano,la struttura che mi ospita è abbastanza grande suddivisa in 3 livelli più dei piani sottostanti dove credo sia permesso il passaggio solo a personale.
Infondo all'ultimo corridoio a sinistra vi sono due grandi porte di ferro.
Varcata la soglia ci sono altre tre porte più piccole e una di fronte più grande con su scritto "Sala Conferenze" è proprio lì che io ed Hannah siamo dirette.
Hannah bussa lievemente chiedendo il permesso di entrare che prontamente le viene concesso.
Hannah entra e voltandosi verso di me mi invita a seguirla.
La prima cosa che noto è la vetrata immensa che circonda la stanza,da luce ad ogni singolo spazio di essa. Un imponente tavolo di vetro attraversa da destra verso sinistra gran parte della sala e sedie di plastica trasparente sono poste intorno ad esso. Quattro uomini e due donne si alzano vedendomi arrivare.

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