Nono Capitolo

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Libertà. Una parola astratta,la quale però si può raggiungere solo con l'aiuto di tante conquiste concrete. Questa è la parola chiave di ogni incontro,tutti cercano di liberarsi della parte più oscura di se stessi,ognuno cerca di addossare all'altro un granello di buio rintanato nel proprio cuore. Ogni volta che qualcuno parla,ogni volta che qualcuno ricorda e racconta il suo passato svuota automaticamente il proprio sguardo,tutto diventa più leggero,gli occhi sono lo specchio dell'anima,non è forse vero? Una parte di anima si schiarisce ogni volta che si apre la propria mente agli altri. Tutti qui hanno un brutto passato,tutti qui hanno fatto cattive scelte eppure in questo momento non esistono differenze,siamo tutti uguali, tutti bisognosi di libertà.

"Allora,io sono Jessie loro sono Zayn, Harry e Savannah,prima non vi è stata presentata perché era in direzione per alcune faccende,siccome siamo in quattro e voi sei abbiamo deciso di dividerci ulteriormente, formeremo gruppi di due,due gruppi avranno un tutor mentre uno ne avrà due,così sarà più facile interagire non avendo la soggezione di avere tutti gli sguardi puntati addosso." Si rivolge a noi cercando di spiegarci la situazione.

"Io."Continua. "Ho nel mio gruppo Madison e Jason."

"Io." Riprende Savannah "Ho Derek e Abigail."

"Preferirei avere Abigail nel mio se non vi dispiace." La sua voce rauca risuona nella mia testa.

Alzo lo sguardo e vedo Harry fissarmi in cerca di consenso da parte mia.

"Oh." Risponde Jessie. "D'accordo allora Rebecca passa nel tuo Savannah e Harry,tu e Zayn avrete Lydia e Abigail."

"Perfetto." Rispondono entrambi.

Mentre gli altri ragazzi si recano dai propri tutor io non riesco a staccare il mio sguardo dal pavimento,non voglio che lui sappia ulteriori dettagli della mia storia,ho la netta sensazione che lui abbia chiesto di mettermi nel suo gruppo solo per questo. È in cerca di una aneddoto da raccontare ed io non voglio e non sono disposta a darglielo.

"Ragazze se volete seguirci possiamo metterci lì all'esterno cosi siamo più tranquilli." Lydia pur non conoscendomi mi tende la mano,come per incoraggiarmi quando l'afferro annuiamo all'unisono e li seguiamo.

Dopo esserci accomodate attorno ad un tavolo da campeggio uno difronte all'altro i ragazzi iniziano ad annotare alcune cose su dei block-notes.

"Bene iniziamo,Lydia." Harry interrompe il silenzio.

"Mhh" risponde al ragazza al mio fianco.

"Ti va di presentarti?Sai già come funziona, vero.?"

"Mhh" Fa un colpo di tosse per schiarirsi la voce. "Mi chiamo Lydia,ho diciotto anni e sono qui da due." Prende una piccola pausa per poi continuare.

"Prima che voi ve lo chiediate,sono qui perché una notte di tre anni fa ho tentato il suicidio." Sorride. "Strano vero? Insomma guardatemi sembro l'opposto di una ragazza fragile pronta a suicidarsi per mettere fine a tutto,eppure non è così." In effetti è vero,la sua postura rigida,il suo sguardo penetrante,è davvero quasi impossibile pensata disperata per qualcosa,solo a guardarla esprime controllo e calma.

Nel riprendere a parlare la sento tremare lievemente al mio fianco,mettendo completamente tacere i miei pensieri su di lei,istintivamente le prendo la mano per ripagarla in qualche modo del test fatto da lei precedentemente . Non so perché io l'abbia fatto ma so che forse ne ha bisogno,mi sorride.

"Sono sempre stata una ragazza come le altre,ottimi voti a scuola,tanti amici,ottimi risultati nello sport,tutte cose del genere, forse potevo quasi essere invidiabile." Sorride.

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