Quei passi sono sempre presenti dietro di me. Come un orologio svizzero si muovono precisi.
1 2 3 - passo.
La mia testa si gira ogni qualvolta che il conto nella mia testa arriva a , ma come per magia " quell'orologio svizzero" sparisce e rimangono rivelate ai miei occhi solo le villette del quartiere di Los Angeles dove abito.
Tutte uguali, monotone e noiose.
Pronte a mostrare le ricchezze che possiedono.
Pronte a giudicarti. Pronte a farti sentire inferiore.
Pronte alla cattiveria che regn sovrana in quste case, incastonata tra i mobili di legno pregiato e gli atteggiamenti dei padroni.
Poi il rumore dei passi si riunisce al mio. Ma ecco che intravedo la mia salvezza. Il vialetto di casa mia, il suo piccolo giardino spaccato in due parti dalla stradina in pietra che porta al portone in legno antiscasso.
Affretto il passo, fino a fare una piccola corsetta, per quanto i miei tacchi me lo permettono, e raggiungo il cancelletto antecedente al vialetto in pietra.
Mi giro per la centesima volta, ma per la centesima volta non vedo niente.
Esalo un sospiro prima di infilare la chiave nella toppa apposita della porta.
Appena entro nell'atrio che si affaccia sulla grande scala a chiocciola che porta al piano superiore, sulla cucina a sinistra, sul grande salone a destra per poi continuare in lungo corridoio che si snoda a sua volta per dare la possibilità di accedere ad uno studio, ad un bagno e ad un'ampia sala da pranzo per le cene importanti, un odore di gelsomino mi invade le narici che subito mi da la possibilità di rilassare i nervi tesi fino a quel momento.
Il profumo al gelsomino è caratteristico della mia domestica, Mariah. è con me fin da quando avevo 3 anni e per me è ormai diventata una balia.
<< Mariah sono a casa! >> grido per far si che mi senta nonostante la sua posizione, lontana o vicina che sia, mentre un sorriso si accampa sul mio volto.
Ecco che vedo spuntare dal salotto moderno tutto tavolini in vetro e divani in pelle bianchi, una paffuta signora sulla cinquantina costretta ad una divisa nera con colletto, orlo della gonna, maniche e grembiulino bianco che avanza verso di me con una scopa in mano.
La mia Mariah.
<< Tesoro bentornata! Hai fatto acquisti? Spero niente di troppo provocante, lo sai che quel Cameron non mi pace >> dice lei mentre mi soffoca in un abbraccio.
Una risata si libra dalle mie labbra. Mariah detesta Cameron dal primo giorno in cui mise piede sul parquet appena lucidato da lei.
<< Non ti preoccupare Mariah, lo sai che non sono quel genere di "ragazza" >> dico momando la parola ragazza con le virgolette.
Intendo dire troia, ma l'educazione impostatami dai miei genitori non me lo permette.
<< Oh lo so mia cara, solo stai attenta. Quel Cameron non me la racconta giusta >> dice con una smorfia dipinta in faccia.
<< Lo so, me lo dici ogni volta e non capisco perché. Non ha mai fatto niente di male. E comunque lo dovrai sopportare visto che tra circa un'ora sarà qui >> meglio informarla prima, visto che l'ultima volta gli ha chiuso la porta in faccia.

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Insane Love
Fiksi PenggemarInsane Love Dicono che volere è potere, ma si sbagliano. Ci sono molte persone che vogliono, ma non hanno il coraggio di avere potere e lottare per ciò che desiderano. Ci sono persone che vogliono, ma il loro coraggio di avere potere non è abbastan...