Una foto vale più di mille parole.

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Mi dirigo verso il computer e digito il nome "Justin Bieber" nella barra di ricerca. I risultati della ricerca mi sconvolgono. Il respiro si fa affannoso e delle lacrime minacciano di uscire.


Non è possibile.

La freccetta del mouse svolazza fra i diversi risultati che inconsapevoli del proprio lavoro mi distruggono sempre di più. Prego che i miei occhi siano affetti da una strana malattia improvvisa che mi impedisca di vedere ciò che ho davanti per ciò che realmente è. Ma i miei occhi sono sani, l'unico a non essere sano è ...

"Il ventenne Justin Bieber è attualmente in cura nell'istituto di sanità mentale "Collyde" di Los Angeles. Quattro anni fa il signorino Bieber ha perso il padre, la madre e i due fratellini in un incidente stradale. Rinnegato dai parenti, Bieber è stato affidato ad una famiglia che ha voluto mantenere l'anonimato. Il signorino è stato ospitato dalla famiglia per un anno ovvero fino a quando non ha iniziato a dimostrare comportamenti aggressivi fra i coetanei e in famiglia. Dopo aver provato uno psicologo e vari farmaci, hanno deciso di rivolgersi ad uno specialista, il Dottor Christoph. Quest'ultimo gli ha diagnosticato un disturbo mentale e Justin Bieber è stato preso in cura al Collyde."

Justin Bieber.

Questo nome in pochi secondi ha cambiato totalmente il mio modo di percepirlo. Se prima mi provocava una scarica di adrenalina ora, è capace di accapponarmi la pelle.

Scorro la freccetta su un altro risultato di una data più recente e di conseguenza faccio pressione sul tasto sinistra del mouse per accedere al risultato. È un reperto medico.

"Il signorino Justin Bieber è in cura al Collyde, istituto di sanità mentale, per un disturbo mentale diagnosticato dal sottoscritto Dottor Christoph. All'età di solo 16 anni Bieber ha subito un trauma infantile, destinato a peggiorare, in conseguenza alla perdita del padre Jeremy Bieber, della madre Pattie Mallette e dei due fratellini di anni 6 e 5. Il ragazzo sarebbe dovuto essere affidato ai parenti residenti in Ontario, Canada ma quest'ultimi hanno rifiutato di acquisire la responsabilità di Justin Bieber, dandolo in affidamento ad una famiglia dal nome sconosciuto a noi. In un anno il ragazzo ha sviluppato dei disturbi che implicavano momenti di rabbia e aggressività, cambiamento repentino di stato animo ed un attaccamento viscerale agli oggetti di sua proprietà. Una volta ricoverato al Collyde ha iniziato a soffrire di attacchi di panico dovuti al rivangamento, da parte del suo subconscio, del giorno della morte della sua famiglia. "Le voci nella mia mente continuano a chiamare il mio nome, dicendo che è stata colpa mia. Le voci sono una parte di me, dottore, se non credo a loro a chi devo credere?" su questa frase ho basato la mia decisione di rimandare il suo rilascio dal Collyde a data da destinarsi."

I palmi delle mani cominciano ad imperlarsi di sudore e la testa pesante raggiunge uno di essi. J.B. è Justin Bieber, il quale è rinchiuso in una specie di manicomio e cosa più importante ... è pazzo.

Qualcosa in questa frase stona, come quando suoni una melodia al pianoforte e ti sembra tutto così perfetto fin quando arriva una nota sbagliata che rovina tutta l'atmosfera e ti riporta alla realtà. Nella realtà J.B. non può essere Justin Bieber. Come farebbe un malato recluso in quattro mura a seguirmi dovunque io vada? Come farebbe ad avere semplicemente un cellulare? Non credo che ai malati mentali lascino usare apparecchi elettronici come telecamere ed appunto telefonini.
Un altro tasto sbagliato viene "schiacciato" dal fatto che alla foto di J.B. corrisponde il nome Justin Bieber.
Sono certa di aver riconosciuto la profondità di quegli occhi vista alla festa. Per non parlare di quella mascella perfettamente scolpita e di quella bocca a cuoricino. Non l'ho visto solo al ricevimento, ma per ben tre volte. Solo ora capisco perché il viso del ragazzo che mi ha portato la pizza e di quello mascherato mi sembravano familiari e già visti, perché effettivamente li avevo già visti. Ora torna anche il fatto degli occhi, ogni volta che l'ho visto aveva un colore di occhi differenti. Deve aver usato delle lenti a contatto colorate che rendevano i sui occhi così belli da sembrare finti. Per i capelli deve aver usato delle tinture. Ed è tutto questo nel suo insieme che mi porta ad una sola domanda: Se ha nascosto il suo aspetto reale, chi mi dice che non ha camuffato anche il suo vero nome con uno finto?

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