Io che vado allo Sturbacks. Io che mangio un gelato. Io che esco con amici. Io ad un appuntamento con Cameron.Io, io e io.
Sono io il soggetto di tutte le foto che fanno da tappezzeria a questa casetta nel bosco – tanto piccola, ma in grado di contenere il più grande dei segreti.
La testa gira le gambe tremano. Il cervello trema con esse al solo pensiero di cosa si nasconde, o meglio di che si nasconde, dietro tutto questo.Sono ancora scossa per via di Cameron.
Se ci ripenso posso percepire ancora la sua scia di saliva sul seno, la sua mano che, insistente, mi "profana" e il suo odore impregnato nel mio corpo.
Sento vibrazioni di odio e rabbia e ... delusione, che vengono irradiate dal mio cuore, il quale ora pompa il sangue pieno di ossigeno nelle arterie molto più velocemente del normale.
L'agitazione ancora gira libera e incontrollata nel mio corpo e le piccole ferite che mi sono procurata durante la mia fuga cominciano a reclamare attenzione provocandomi del bruciore.
Rimango bloccata per qualche minuto non sapendo cosa fare, prima di riprendere il pieno controllo di me stessa.La mia attenzione viene subito catturata dalla scrivania consumata dal tempo e in gran parte dai tarli del legno. Mi accorgo subito che è dotata di due cassetti. Mi dirigo verso di essi e apro il primo per scoprirne il contenuto. È chiuso a chiave ma dopo qualche botta si apre e intravedo un diario appoggiato su un letto di pezzi di carta.
Nei miei occhi passa un luccichio e le mie mani, leggermente tremanti, afferrano il diario.
Del camoscio di un colore marrone scuro tendente al bordeaux si presenta morbido e soffice al mio tatto. È tenuto chiuso da una stringa di cuoio marrone che compie due giri attorno ad esso prima di annodarsi su se stessa. Frettolosamente sciolgo il nodo e apro il diario bisognosa di sapere cosa nasconde. La prima pagina si presenta ai miei occhi con un'iscrizione che dice:"Diario personale di J.B. Tu che ti trovi con il mio diario in mano e stai leggendo queste quattro righe, ti prego di non continuare e di riporre il MIO diario al suo posto originale. Grazie."
J.B.
Il nome del mio stalker ... o meglio le iniziali, ma sempre meglio di niente no? Sono poche le combinazioni di nome e cognome che portano a J.B.
Sfortunatamente dire "poche" in una città come Los Angeles è un eufemismo.
Quindi praticamente non ho nemmeno il tempo di esultare che subito lo sconforto si impossessa di me.
Prima di girare pagina però, decido di dedicarmi all'altro cassetto che si apre senza difficoltà.
Quest'ultimo contiene ... fascicoli.
Leggo nelle apposite targhette poste sulla parte superiore di ogni fascicolo il nome di ogni persona che conosco, dai parenti agli amici. Ne estraggo uno a caso e lo leggo:Brianna Wright
Data di conoscenza: Lunedì 12 Settembre 2007
Stato amicizia: Ottimo
Segni particolari: Pelle scura
Tot. Litigi: 103
Tot. Tradimenti: 0
Tot. Bugie dette: 1345072
Altro: //Rimango basita. Cerco subito quello su Cameron. Lo trovo presto visto che i fascicoli sono sistemati in ordine alfabetico e dopo la B viene la C.
Cameron Price
Data di conoscenza: 7 Marzo 2011
Stato di amicizia: (fidanzati) molto basso
Segni particolari: Miope
Tot. Litigi: 894
Tot. Tradimenti: 3
Tot. Bugie dette: 98250367801
Note: Non mi fido di lui, mi ha detto che la tratterà bene. Ma non mi fido di lui.
Lo sapevo.Il fascicolo mi cade dalle mani. Non perché non sapessi che Cameron fosse miope o di tutte quelle bugie, lo sapevo che in fondo mi mentiva, ma per i tradimenti. Tre. Non uno, non due ma ben tre.
Non fraintendetemi, anche un tradimento ha un valore distruttivo elevato, ma paragonato a tre non è poi così elevato.
Lo scenario non è cambiato. Si è tramutato in qualcosa di orribile.
Il fuoco non ha distrutto tutto ma ha lasciato il segno del suo passaggio rovinando lo scenario in modo permanente.
Cameron è il mio fuoco.
Lo scenario non è cambiato. Io non sono salva.
Lo scenario è per metà ancora esistente ed io sono ancora un'attrice che continua a fingere.
3 secondi. 3 semplici secondi che ci impieghi per cadere a terra in un pianto disperato. Il tempo che ho impiegato io.
Il mio corpo trema al ritmo dei singhiozzi. Io non so niente. Io non ho mai saputo niente e mai saprò qualcosa.
Un grido di disperazione esce dalle labbra a rompere il silenzio circostante. Chino la testa e la racchiudo fra le mai.E se il fuoco non fosse Cameron? Io non lo so.
Alzo la testa, che sembra vorticare più di prima, e ritrovo l'immagine di me stessa moltiplicarsi in svariate pose davanti a me.
Non ce la faccio. Non voglio sapere.
Mi alzo di scatto, afferro il diario e il fascicolo e comincio a correre verso casa. I piedi e le gambe mi provocano un dolore lancinante ogni volta che la pianta dei piedi tocca il terreno ma non importa.
Se state pensando che sto scappando, complimenti avete indovinato! Io sto scappando e per voi vincitori non c'è nessun premio.
Riesco ad uscire dal bosco. Corro con tutte le mie forze mentre una mano regge l'asciugamano ormai logoro.
La gente per strada mi guarda male. Mi stanno giudicando.
Ma loro non sanno.
Non gli è dato sapere come a me non è dato sapere.
Penso che la vita stessa giri attorno al "sapere". Sembra una parola innocua ma nasconde un significato fondamentale. Il sapere ti dona la capacità di poter giudicare.
Se queste persone sapessero realmente cosa mi è successo, quei pensieri cattivi che adesso stanno creando nelle loro teste non esisterebbero.
Il sapere ti porta dalla parte del giusto e allo stesso tempo ti mette in pericolo. Chi troppo sa è considerato un pericolo, per questo si tenta di sopprimere queste persone o di limitare il sapere.Le lacrime non ci sono più, a farmi compagnia ora c'è solo la disperazione.
Arrivo davanti al cancelletto in ferro battuto di casa mia. È aperto. Rivolgo le mie attenzioni al portone e gli corro in contro prima di suonare il campanello.
Ritrovo gli occhi neri di Mariah davanti.
Non le do il tempo di reagire che la sorpasso mentre in lontananza sento "Mariah si può sapere chi è?!" seguito da un echeggiare di tacchi.
Mia madre, Victoria Moore. Una figura slanciata e magra in poco tempo mi appare davanti. Capelli biondi raccolti in uno chignon perfettamente fatto e due occhi color cielo mi guardano preoccupati mentre, nel suo tubino viola borgogna firmato Valentino, avanza svelta.
"Oh mio Dio! Cosa hai fatto G-"
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Insane Love
FanficInsane Love Dicono che volere è potere, ma si sbagliano. Ci sono molte persone che vogliono, ma non hanno il coraggio di avere potere e lottare per ciò che desiderano. Ci sono persone che vogliono, ma il loro coraggio di avere potere non è abbastan...