Raised or Afflicted?

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Le goccioline d'acqua scorrono intrepide su tutto il mio corpo mentre la spugna viene passata e ripassata freneticamente sui punti del corpo toccati da Cameron, che ormai sono diventati rossi.

Ho una sensazione di sporco e impurezza che non vuole lasciare la mia pelle e io non posso fare altro che versare più bagnoschiuma e shampoo alla fragola che posso.

Sono nella doccia da almeno un'ora e mezza e le pareti della doccia sono ricoperte da uno spesso strato di vapore. Apro quest'ultime e afferro il mio accappatoio di cotone rosso corallo e, mentre lo allaccio stretto al mio corpo, infilo le pantofole.

Avanzo fino allo specchio che è totalmente appannato e sorreggo il mio peso poggiando le mani sul ripiano in marmo bianco dei due lavandini, posti proprio sotto il grande specchio. Prendo la spazzola dal piccolo contenitore che contiene gli oggetti per capelli e passo una mano sulla superficie dello specchio.


Ma in un attimo la spazzola cade dalla mano e i miei occhi incontrano il riflesso di uno sconosciuto. Mi volto di scatto ma non c'è nessuno. Il riflesso è sparito portandosi con se la mia sanità mentale.


Sto diventando pazza.


Non è passato nemmeno un giorno e questa storia dello stalker mi sta distruggendo.

Raccolgo la spazzola e la passo più volte nei capelli prima di avvolgerli in un asciugamano bianco. Esco dal bagno della mia camera e mi dirigo verso il grande comò che contiene la biancheria intima.

Quest'ultimo è sormontato da una finestra enorme che da sul giardino. Nella parete adiacente si trova il letto a baldacchino che è collocato su un rialzo, il quale supporta anche un comodino bianco dove si trovano un'abat-jour con una foto di famiglia e il libro che sto leggendo al momento, Colpa delle Stelle.

Dal letto a baldacchino scendono lunghe tende bianche che circondano la trapunta bianca con delle margherite disegnate su di  essa e i vari cuscini sul letto.  Di fronte al letto si trova una scrivania che uso per fare i compiti, dove si trova il computer e vari fogli sparsi, sopra di essa c'è un piccola libreria dove ci sono tutti i libri di scuola. Sulla stessa parete di trova uno specchio che nasconde una porta che conduce alla cabina armadio. Nella parete adiacente a questa c'è la porta d'ingresso, un televisore al plasma seguito da una libreria con vari libri, cd di film, album musicali, foto e qualche poster.

Estraggo l'intimo e mi dirigo verso la cabina armadio dove mi cambio e indosso una maglia della coca-cola che mi arriva sopra le ginocchia. Esco da essa e mi butto a peso morto sul letto.

Sento qualcosa di duro fare pressione contro la schiena, mi alzo e noto il diario e il fascicolo.

Mi sono completamente dimenticata di loro! Mi metto comoda e apro il diario, saltando la pagina già letta nel bosco.

15 Maggio 2010

 

Ehi ciao caro diario, oggi l'ho seguita fino a scuola di nuovo. Lo so che non dovrei ma era così bella. Ho la sua immagine stampata nella testa e non se ne vuole andare. Oggi i suoi capelli erano stretti in una treccia che risaltava i suoi capelli color rosso ruggine che risplendevano al sole e gli occhi erano ... stupendi. Anzi no! Erano pazzeschi perché la parte verde che circonda quella marrone luccicava di più ogni volta che sorrideva. Indossava una gonnellina con una stampa a fiori, non mi  piaceva anche se le stava bene, e una maglietta semplice a maniche corte rosa. Sembrava una bambola. Lei è la mia bambola, ma quello stupido di Hunter Miller me voleva portare via. Continuava a fissarla e a sorriderle. Nessuno può farlo all'infuori di me! Ho sentito una strana sensazione allo stomaco, penso si chiami gelosia. Sono andato da lui e gli ho tirato un pugno sullo zigomo. Lui mi guardava terrorizzato e continuava a gridare "perché" come una femminuccia. Per zittirlo gli ho tirato un calcio nello stomaco e ha gridato ancora di più, allora gli ho detto queste esatte parole: "Stai lontano da Genesis, non la guardare, non le sorridere e non respirare nemmeno la sua aria! Se lo farai o racconterai a qualcuno di tutto ciò tornerò da te, ma questo non è niente in confronto a quello che ti farò" , dopo di che gli ho strofinato la suola delle scarpe sulla tempia e lui ha annuito terrorizzato. Faceva pena. Ma nessuno si deve avvicinare alla mia Genesis. Lei è tutto per me e presto, io sarò tutto per lei. Ora devo andare ma ci risentiremo presto, lo prometto.               

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