Capitolo 13

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Tutto d'un tratto, la testa mi gira talmente forte che sono costretta ad appoggiarmi a qualcosa, per non cadere. È una sensazione che dura poco, però, e dopo torna tutto nitido.
"Mi chiamo Luna", penso. E poi..?
Che strano. È l'unica cosa che ricordo. Come sono arrivata fin qui? Chi mi ci ha portato?
"Mi chiamo Luna... sono un demone..." Mi sforzo di ricordare. Non ho nemmeno idea di quale sia il mio cognome.
"Mi chiamo Luna... sono un demone... e devo... io devo..."
Ho come un impulso, un ordine dettato dal mio cervello. "Devo uccidere Pitch Black."
Pitch Black. È l'unico nome che la mia mente ricorda. Quel nome mi suscita odio, rabbia, rancore. Ma non so perché. Non so cosa mi abbia fatto. So solo che devo ucciderlo, e morirò se non lo faccio.
Un odore irresistibile mi attira. È come se non potessi fare a meno di seguirlo. Forse è una mia impressione, ma sembra che quasi sussurri. No, non me lo sto immaginando, parla davvero!
"Seguimi, Luna...seguimi..."
Quella voce, quell'odore, mi sta portando da qualche parte. Sento un rumore di colpi provenire da non molto lontano. Colpi di una lama che incontra una superficie dura, come un'ascia contro un tronco.
Mi faccio largo tra i cespugli e gli alberi, e scorgo una figura di spalle. Immaginavo bene: è proprio un'ascia che sta colpendo un duro pezzo di legno, e a muoverla è un uomo. Non è molto in là con gli anni, direi abbastanza giovane. Non appena si accorge della mia presenza, posa l'ascia e si volta verso di me. Sussulta, poi si passa una mano sulla nuca, colto alla sprovvista.
"Posso esserti d'aiuto?" Dice con un sorriso.
" Lui... è lui...Uccidilo...ora! Presto, o sarà troppo tardi!" Esclama la voce di poco fa. È molto probabile che io sia l'unica a sentirla. Ma ovviamente non prenderò ordini da lei, almeno, non adesso.
"Pronto? Ci sei?" Continua il giovane uomo.
"Sì. Ecco, scusami, stavo..." Il viso di quell'uomo è terribilmente familiare, ma sono sicura di non averlo mai incontrato prima.
"Pensando?" Mi precede lui.
"Sì, esatto." Dico.
Mi fissa inespressivo per qualche secondo. Poi, torna al suo pezzo di legno con l'ascia.
"Aspetta un secondo!" Esclamo. Lui si volta di nuovo, sopreso, con aria interrogativa.
"Scusami, cos'è quella? Una specie di tunica da rito satanico?" Dice, indicando la mia veste con l'ascia ancora in mano.
"A dire la verità non ho idea del motivo per cui la stia indossando..." Farfuglio.
"Non sopporto quel colore." Mi interrompe. "Il nero, intendo. È così...nero! Non trovi anche tu?"
"Veramente io..." La mia frase viene interrotta dal tonfo di qualcuno che cade da un albero. Mi volto, sbigottita, alla vista di un ragazzo, decisamente più giovane dell'altro, che si massaggia la testa per terra, intontito.
"Ancora quel brutto vizio di origliare standotene appollaiato sugli alberi? Certo che non cambi mai, eh?" Dice l'uomo ridendo, rivolto al ragazzo.
Quest'ultimo arrossisce non appena incrocia il mio sguardo, poi guarda l'uomo in cagnesco. Lo guardo bene; è estremamente familiare anche lui: non tanto per i capelli castani e gli occhi color nocciola, quanto per i lineamenti fanciulleschi e delicati. Mi sanno di "casa". Non ho idea del perché.
Il ragazzo si rimette in piedi, e svelto corre via. Poi, lo vedo risalire con estrema agilità su un altro albero, ormai lontano.
"Perdona mio fratello minore, non fa altro che combinare guai. È un caso perso."
"Caso perso..." Dico pensierosa
"Già"
"Ehi! Luna! Che cosa stai aspettando, si può sapere?! Uccidilo, avanti! È il tuo obiettivo!" Ricomincia a dire la voce. Con tutta la forza che ho dentro, le ordino di fare silenzio.
"Posso sapere qual è il tuo nome?" Chiedo all'uomo.
Lui fa un sorriso amichevole e tende la mano:"Mi chiamo Pitch. Pitch White! Molto piacere."
Il sangue mi si ghiaccia nelle vene, quando sento quel nome. Pitch... Non può essere una coincidenza. Ma perché dovrei uccidere questo brav'uomo? Ci dev'essere un errore, è la persona sbagliata. Sì, sì lo è per forza. Un povero omonimo capitatomi sotto tiro. Mi sono sbagliata, è meglio che vada via, lasciando in pace questa gente. Ma è allora che la voce ricomincia a farsi sentire.
"Stupida! Sei una stupida! È lui l'uomo che devi uccidere! Te ne pentirai se lo lascerai scappare, vagherai senza una meta per sempre!"
Non so cosa mi spinge a farlo, ma questa volta decido di non ignorarla. Non farò del male a quell'uomo, ma di certo non lo lascerò scappare. Voglio tenerlo sotto controllo.
"Certo che sei distratta, eh?" Dice con un mezzo sorriso.
"Scusami di nuovo, è solo che ultimamente non ci sto proprio con la testa! Mi sono persa, e non ricordo nulla del mio passato, e ogni nome, ogni volto che vedo e che sento, mi sembra familiare..."
"Non ricordi neanche il tuo nome?"
"Quello sì. Mi chiamo Luna." Dico stringendogli piano la mano.
"Luna...Certo che hai delle unghie piuttosto bizzarre."
Imbarazzata, ritraggo la mano, fissando le mie lunghe unghie nere: sembrano quasi artigli da quanto sono affilate.
L'uomo ridacchia:"Non preoccuparti, non sono assolutamente un problema. Nonostante il tuo aspetto strano, se proprio non hai dove andare, puoi fermarti da noi per un po' se ti va!"
Evviva. Tutto esattamente secondo i miei piani.
"Oh, lo faresti davvero? Grazie, grazie davvero, ne sarei davvero entusiasta!"
"Sì, ma c'è solo una piccola condizione. Levati quella...cosa, per favore." Dice, indicando la mia veste. "Ti dò io qualcosa di indossare. Chissà, bianca magari." Detto ciò, fa per andare verso la piccola capanna sulla sinistra, ma io lo blocco.
"Il ragazzo. Non mi hai detto il nome del ragazzo." Dico
"Ah, quel caso disperato? Lui è Jack."
Jack. Jack? Io questo ragazzo lo conosco. Io lo ho già visto. Quel nome, suona così conosciuto...
"Jaack! Jack!" Esclama una piccola voce. Mi guardo intorno: è una bambina di circa 7 anni, piccola e magra, che saltella allegra verso il ragazzo. Non appena sente la sua voce, lui corre a braccia aperte verso di lei, lasciandosi abbracciare e ridendo. "Come sta la mia piccola principessa?" Lo sento dire.
"Oh, sì. Quella è Julie, il gioiellino della famiglia. Ecco, diciamo che lei è...l'unica persona a cui Jack non farebbe mai un dispetto. Vive esclusivamente per proteggerla, tiene a lei più di qualsiasi altra cosa. Posso confermare che darebbe la vita per lei, senza esitare un attimo."

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