"Ellie?" Il suo nome riecheggia più volte nell'aria. Il vecchio cancello di legno si chiude alle mie spalle con un tonfo. Mi guardo intorno: il grande ingresso del palazzo è deserto, non vi è nessuno pronto a ricevere; evidentemente non sono previsti ospiti. Mi aggiro per un po' per il lungo e buio corridoio, fissando incuriosita i grandi e imponenti ritratti di cui è abbellito: vi sono rappresentate tutte le generazioni della famiglia di mia madre, sin dai tempi più antichi. Come ultimo è collocato il dipinto più recente, quello che rappresenta zio Kristoff, zia Anna ed Elizabeth, mia cugina, nel suo bel vestito rosa e con i capelli color grano maturo raccolti rigorosamente in una lunga treccia. Se mio padre non fosse stato Jack Frost, probabilmente ci sarei stata io al posto suo, in quel bel vestito rosa. Ma non avrebbe ottenuto lo stesso effetto. Per un attimo, provo a catapultarmi in quel quadro, con la mia faccia al posto di quella di Elizabeth; il risultato non mi piace affatto. Sembrerei fuori posto, finirei per rovinare quel bel dipinto. Troppo rigida, troppo poco me. Alla fine non mi dispiace essere ciò che sono.
A riportarmi alla realtà è una voce fin troppo familiare, che chiama il mio nome: la zia Anna, solare e splendida come sempre, mi sorride e spalanca le braccia. Io mi ci tuffo, la stringo così forte che ho paura di soffocarla. Sono così felice di rivederla, le voglio un bene infinito.
"Sei cresciuta così in fretta!" Mi dice senza smettere di sorridere. Al contrario della mamma, lei non resterà per sempre giovane e impeccabile, il suo sorriso mette in evidenza delle piccole rughe, e ha qualche riflesso grigio nei capelli, ma è sempre bellissima.
"Cercavi Elizabeth? Mi è sembrato di sentire che la chiamassi, poco fa." Mi dice.
"Sì, zia, volevo salutarla. È qui?"
"Oh sì, è nella sua stanza. È un po' giù di morale però... Troppo giovane per accettare i suoi doveri..." Mormora in tono triste.
"Cosa è successo?" Chiedo.
"Non riesce ad accettare il fatto che dovrà sposare per forza un uomo che non ama." Mi rivolge uno sguardo angosciato.
"Non preoccuparti. Le parlo io."
Spiccando il volo, mi precipito al piano di sopra. Busso a tutte le porte, perché non ricordo davvero dove si trovi la sua camera, dato che l'ultima volta che ho fatto visita al castello avevo sì e no tredici anni, fino a quando non sento singhiozzare attraverso una delle tante. Apro con cautela; la vedo appoggiata a una scrivania, piange disperata. "Vattene via, mamma." Ordina in tono secco, senza sollevare la testa.
"Ellie, sono io." Le dico piano. Elizabeth solleva finalmente lo sguardo e mi vede nel riflesso dello specchio davanti a sè: "Luna!" Si affretta ad asciugarsi le lacrime e a darsi una sistemata: "Quanto tempo, scusami, non volevo mi trovassi così... Sei cambiata!" Dice, per cambiare discorso, ma sento che sta di nuovo per piangere.
"Ehi, che succede?" Le sussurro in tono amichevole e rassicurante. Lei si guarda nello specchio, asciugandosi gli occhi, che un secondo dopo sono di nuovo lucidi.
"Non posso. Non posso sposarlo." Singhiozza.
"Chi è?" Le chiedo.
"William, delle Isole del Sud."
"Bel posto, le Isole del Sud."
"Luna, io non potrò mai vivere con lui! L'ho visto solo una volta, è tutto il contrario di me, ci rivolgiamo a malapena la parola e dobbiamo sposarci? E poi, cosa dirò a Philip?"
"Philip?" Chiedo confusa.
"Il figlio del fioraio di corte. Oh Luna, ne sono successe di cose tra noi!" Sussurra in tono sognante, le guance che le arrossiscono.

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Spirito Errante
FantasySequel della storia "Cuori di Ghiaccio". Luna è una mezzosangue. Essendo nata da un amore proibito, quello di Jack Frost verso un'umana, Elsa, per lei non è facile farsi accettare nel mondo degli spiriti e dei Guardiani. Ed essendo visibile solo la...