Nonostante tutto la mattina passó in fretta e io riuscii a fare molte telefonate per il ballo. La musica, le luci, i fiori e il buffet sarebbero stati pronti per sabato. Ora mancava solo di pulire la palestra e attaccare i manifesti. Già la palestra. Carlos mi aveva messo in mezzo a questa storia e il momento giusto per la vendetta arriva sempre. Mi alzai dalla sedia e andai in presidenza. Il preside mi ricevette subito. Il suo ufficio era immenso.
"Christine cara, come stanno andando i preparativi per il ballo?"
"Ecco signore, Carlos mi ha detto che lui e tutti i ragazzi vogliono dare una mano" Ero brava a mentire quando volevo.
"Ah si?! Perfetto, non vedo l'ora di vedere il loro lavoro" Il preside era sorpreso, ma felice.
Io sarei stata felice di passare tutta l'estate a casa di uno sconosciuto? Bart. Ancora quel nome, quel bellissimo nome..
"É tutto?" Il preside mi riportò coi piedi per terra.
"Oh si, signore grazie". Cavolo, per quanto era rimasta con la testa tra le nuvole? Non dovevo pensare a Bart. Proprio no. Uscii dalla presidenza e mi misi a correre per tutto il corridoio, scesi le scale e corsi per tutto il cortile fino a quando arrivai davanti allo spogliatoio dei ragazzi. Aprii la porta. Dio come adoravo quel posto : sudore, sapone e addominali, la combinazione perfetta.
"Christine ti dispiace?" Kendall era mezzo nudo. Dovetti fare richiamo a tutta la mia forza interiore, per non fare o dire qualcosa di molto stupido.
Feci un respiro profondo, immagazzinando così nei miei polmoni, il più possibile di quel profumo celestiale.
"Veramente si, allora signori ascoltatemi bene, il preside ha detto che la palestra va tirata a lucido e i manifesti del ballo devono essere affissi per tutta la scuola. Quindi finché non avrete finito, non potrete andarvene via". Penso di non aver mai urlato così tanto in tutta la mia vita
"Christine, ma cosa c'entra il preside? E poi é un lavoro lunghissimo da fare, tu lo sai".
Logan mi si mise davanti, aveva solo un asciugamano intorno alla vita. Oddio.
"G..g...gi...già Logan e anche il preside lo sa bene, ma Carlos gli ha detto che avreste fatto tutto da soli, così stasera verrà a vedere il vostro lavoro, non vede l'ora, era entusiasta".
Non so come fu possibile, ma riuscii ad aprire la porta e uscire da quel paradiso. Si ce l'avevo fatta. Anche dal corridoio dentro la scuola, sentivo i ragazzi discutere, non riuscivo a capire se stavano piangendo, ridendo o tutte e due le cose. Avró esagerato? No, non credo e poi io, avevo ancora molte cose da fare per esempio dovevo trovare un vestito. Un vestito? Il vestito! "Si proprio il tuo vestito, genio" Odiavo la mia vocina interiore ogni tanto. Ce l'avrei fatta, avrei trovato un vestito. Si. Da dove veniva fuori tutto questo entusiasmo? Ero sicura di saperlo. "No, non pensarci" é frustrante molte volte, ma la mia vocina ha ragione. Se volevo restare concentrata, non dovevo pensare a Bart. "Non dire il suo nome".
"Ti odio" dissi arrabbiata. Ecco, stavo riparlando da sola, ancora. Ed era imbarazzante, molto imbarazzante, anche se nel corridoio non c'era nessuno. Mi coprii il viso con le mani. Credo che diventai tutta rossa. "Sei patetica". La campanella si mise a suonare. Cavolo, era già l'ora di pranzo? Poi a un tratto qualcuno mi prese un braccio e mi tiró in avanti. Non ero caduta. Non ero caduta. Strano, ma vero. Non ero caduta anche se...
"Kate, cosa cavolo stai facendo?" Ero allibita.
"Corri e zitta"
Cosa diavolo le era preso? Non aveva mai fatto così, proprio mai e poi che fretta c'era? Dove doveva portarmi? Lo avrei visto subito.
"Alla mensa? Alla mensa! Per venire in mensa mi hai fatto correre?" La guardai dritta negli occhi, incrociai le braccia, iniziai a sbattare i piedi per terra e mi misi a urlare; la mia voce era così, dannatamente acuta, che sorprese anche me, non mi ero mai comportata così, proprio mai, forse... "Christine, non provarci". Già non potevo. Kate spalancó gli occhi, non si aspettava questa mia reazione, così non disse niente per un po'.
"Già... la mensa, senti, dobbiamo parlare di molte cose Christine e visto che dopo abbiamo lezione, non potremmo farlo." Indicó una sedia e io mi ci misi a sedere. Lei si sedette davanti a me e inizió subito a parlare.
"Carlos dopo, ci porterà il pranzo"
Mi misi a ridere di sottecchi, ecco la vecchia Christine.
"Va bene, dimmi tutto Kate"
"Oggi pomeriggio dopo le lezioni, verrai a casa mia"
Non potevo credere alle mie orecchie.
"Cosa?"
"Verrai a casa mia oggi" Kate era seria
"E perché?" Ero incredula
"Voglio presentarti Bart"
Quando sentii quelle parole, pensai di svenire, non riuscivo a respirare e avevo la gola secca.
"Perché?" La voce mi si spezzó in gola.
"Oh Christine, perché devi vederlo é così bello, simpatico, intelligente, é brillante, impeccabile, raffinato, così tanto elegante..." Kate sembrava su un altro pianeta, io ero diventata invisibile. Assomigliava a una bambina, ogni tanto batteva le mani in aria e intanto parlava, parlava, parlava di Bart, ma io avevo smesso di ascoltarla, quando mi aveva detto che avrei dovuto incontrarlo quello stesso giorno. Il cuore mi batteva così forte, che sembrava volermi uscire dal petto. Dentro la mia testa c'era solo una cosa, c'era solo una persona. Bart. Sentii i brividi lungo tutta la schiena. Che sensazione divina. Come poteva un ragazzo, che non avevo mai visto, farmi sentire così? Non lo sapevo, ma ero così emozionata, così dannatamente felice, che un sorriso idiota si stampó sulle mie labbra e non le avrebbe certamente lasciate se qualcuno, non avesse fatto cadere molto bruscamente, davanti a me, il vassoio con il pranzo, facendo così saltare sulla sedia me e Kate che era veramente terrorizzata.
"Oh no bellissima, resta a sedere, dobbiamo parlare di così tante cose io e te" Oddio. Carlos era dietro di me, con le braccia forti intorno alla mia vita mi teneva bloccata e intanto mi parlava nell'orecchio. Odio quando Carlos fa così. Odio quando la sua voce si insinua in ogni parte del mio corpo. Lo odio, eppure é così piacevole quando lo fa. Chiusi gli occhi cercando di riprendermi e quando ruscii a parlare, dopo quella che mi sembró un'eternità, non dissi molto. "Carlos.. ecco, vedi... " Mi mancavano le parole, Carlos mi lasció andare, ero diventata rossa, di nuovo, ero così imbarazzata e lui era così vicino, che non riuscii a fare altro, se non mettermi a sedere. Feci un paio di respiri profondi e riuscii a calmarmi un po'. Carlos si mise a sedere accanto a me. Iniziammo a mangiare e intanto parlammo un po'
In realtà Carlos non mi disse quasi niente del ballo e prima che riuscissi ad addentare la pizza suonó la campanella. Due ore. Solo due ore. Ero pronta per incontrarlo? Come sarebbe stato? Due ore. Quelle sarebbero state le due ore più lunghe della mia vita.
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<<SEEDS OF LOVE>>
Romance"Grazie" gli dissi non riuscendo a trovare le parole giuste da dirgli, per fargli capire quanto fosse importante per me.