LVII (Bart)

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Perchè era qui?
"Cosa vuoi?" Le dissi cercando di restare calmo, non volevo vederla, non volevo parlare con lei perché non avevo niente da dirle. Quello che aveva fatto, valeva più di mille parole.
"Bart tesoro, bobbiamo parlare"
"Non ho niente da dirti"
"Fammi entrare almeno"
Che pena.
"Se proprio ci tieni" Mi spostai per farla passare, entró e si mise a sedere sul divano. Io andai a sedere su una poltrona, volevo stare il più lontano possibile da lei e dal suo squallore.
Inizió a giocherellare con le balze del suo vestito. Dovevo stare calmo. Si era permessa di entrare in camera mia per giocare con il suo fottutissimo vestito? Era troppo.
"Non ho tempo da perdere" dissi alzandomi.
"Bart, no aspetta" mi prese per mano. Detestavo quando mi toccava con quelle stessa mani, con cui aveva toccato Christopher, sentii brividi di disgusto lungo tutta la schiena.
Le lasciai bruscamente la mano. Non doveva toccarmi.
"Dimmi cosa vuoi o vattene subito" le dissi, senza pensare troppo alla disperazione che aveva riempito i suoi occhi.
"Voglio parlare con te"
"Sto aspettando"
"Mi dispiace per non avertelo detto prima"
"Dirmi prima cosa?"
"Che saremmo venuti anche noi" disse sospirando.
"Non devi dirmi così"
"Perché?"
"Non voglio che qualcuno pensi che a te importa qualcosa di me"
Sgranó gli occhi e abbassó lo sguardo.
"A me importa di te"
Ridicola. Di me? Voleva farmi davvero ridere?
"Anche se fosse, a me non importa niente di te"
"Ma..." provó a ribattere ma non riuscì a dire niente.
"Ma?" La incalzai. Era insopportabile.
"Io sono tua madre" disse con un filo di voce. Ah si? Scoppiai a ridere.
"Hai smesso di essere mia madre da molto tempo ormai"
Sospiró.
"Mi odi non è vero?"
"Ci sei arrivata finalmente" dissi ovvio. Perché era venuta? Per farsi compatire? Stronza.
"É per questo?" Disse togliendosi la fede.
La guardai inorridito.
"Non m'importa niente di tuo marito"
"Bart, Christopher é tuo.." Non la feci finire, sapevo cosa mi avrebbe detto. Come poteva dirmi una cosa del genere?
"No, non é niente per me e non lo sarà mai"
"É un brav'uomo" provó a dire.
"E tu sei un'ingenua"
Sentii una strano brivido lungo la schiena. Dov'era Christopher?
"Dov'é il tuo brav'uomo?"
"È andato in atelier con Kate e Christine"
Cosa? Avevo sentito bene? Christine era con lui? No, no, no.
Corsi verso la porta, non m'importava se Catherine, mia madre, mi stava implorando di restare, non potevo lasciare da sola Christine. Arrivai all'ascensore e presi il telefono.
"Dove cazzo siete?" Ringhiai a Kate.

Catherine
Se n'era andato, appena avevo detto il nome di quella ragazza, Christine. Non lo aveva mai fatto prima, con nessuna di tutte le ragazze che aveva avuto. Non gli era importato mai niente di nessuna di loro, le aveva usate e basta, ma con lei era diverso. Avevo visto come si guardavano, avevo visto come riusciva a farlo ridere, avevo visto la scintilla che brillava nei loro occhi, quando erano vicini. Era tanto tempo che non vedevo il mio Bart, ogni giorno che passava diventeva sempre più bello, assomigliava così tanto a suo padre. Sospirai. Non passava un giorno senza che pensassi a lui, al mio Robert. Come mi manca.
Avrei fatto di tutto pur che Bart fosse felice e se era grazie a Christine che riusciva ad esserlo avrei fatto di tutto per farli mettere insieme.

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Scusate se é corto.
Nel prossimo capitolo succederà un colpo di scena.
Come mi avete chiesto, ecco Catherine.

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