Non so per quanto tempo rimanemmo lì immobili, senza preoccuparci del tempo che passava, perché c'eravamo solo noi e tutto il resto non importava, perché non esisteva. Quando Bart si staccó sorrise soddisfatto e poi mi mise dolcemente in piedi, mi strinsi alle sue braccia per non cadere, era così bello accarezzarle.
Si avvicinó al mio orecchio e sussurró:
"Ho bisogno di te"
Gemetti, come poteva con poche parole farmi quell'effetto? Il pensiero di lui che aveva bisogno di me era incredibile, mi sentii speciale, importante.
"Anch'io" gli dissi piano.
Bart mi prese per mano e mi aprì lo sportello. Sorrisi felice, adoravo quando lo faceva, quando era gentile e premuroso. Salii e mi ricordai di fare una cosa, presi il telefono e scrissi un messaggio.Mi sono scordata di dirti la cosa più importante di tutte, mi sono scordata di dirti che ti voglio bene.
Premetti invio e mi chiesi svogliatamente se Carlos fosse già partito. Bart salì in macchina e mise in moto, non volevo che in macchina regnasse il silenzio carico di tensione di quella mattina.
"Com'é andata al lavoro?" Gli chiesi.
"Abbiamo una nuova socia" disse sbuffando.
"Nuova socia?" Chiesi incuriosita.
"Si chiama Lucy, ho comprato tutte le azioni della società per cui lavorava che adesso, quindi é di mia proprietà, ho deciso di assumerla e promuoverla come nuovo capo dell'indotto perché credo che tutti abbiano diritto ad avere la possibilità di sentirsi realizzati" disse con non curanza.
Pensava agli altri, al loro futuro e voleva che gli altri fossero felici e soddisfatti.
"É molto carino quello che hai fatto per Lucy"
Bart si mise a ridere.
"Non l'ho fatto né per carineria né per gentilezza, l'ho fatto solo per il guadagno e perché non volevo sentire piagnistei, non m'importa proprio niente di lei e di quello che fa"
La cattiveria e il menefreghismo nella sua voce mi lasciarono attonita. Come poteva non importargli niente degli altri? Non volevo sentirlo più parlare e non volevo che mi dicesse niente. Guardai fuori dal finestrino sperando di potermi dimenticare il suo tono. I grigi palazzi lasciavano spazio al verde degli alberi e pian piano la campagna ci accolse. Arrivammo quasi subito a casa. Appena Bart parcheggió scesi e corsi in casa, non volevo stare con lui. Andai in biblioteca presi un libro e mi rannicchiai sulla mia solita poltrona. Le parole presero spazio nella mia testa, sostituendosi ai pensieri; così mi dimenticai di tutto entrando per l'ennesima volta dentro al libro con Holden. Quando alzai la testa dal libro vidi Bart appoggiato allo stipite della porta che mi stava guardando come affascinato. Sbuffai e mi alzai per andare a rimettere il libro apposto, quando ero arrabbiata divoravo letteralmente qualsiasi cosa mi capitasse per mano e fosse composto da pagine stampate.
Prima che potessi prendere un altro libro Bart disse:
"Il pranzo é pronto"
"Hai fatto una gentilezza venendo qui a dirmelo sai?" Dissi acida e gli passai accanto senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Tutto quello che era successo mi aveva fatto venire una gran fame. Arrivai in cucina con l'acquolina in bocca, già dalle scale si sentiva un sensazionale odorino provenire dalla cucina. Chissà dov'era Jessica. Mi misi a sedere al solito posto e aspettai che il pranzo venisse servito. Anche quando Bart si mise a sedere iniziammo a mangiare. Era tutto celestialmente buono e fui ben felice di finire tutto quello che avevo nel piatto. Lo squillare del telefono interruppe il silenzio che regnava nella sala da pranzo. Mi alzai per andare in giardino, non volevo stare con Bart, non per il momento almeno.
Risposi.
"Pronto?"
"Anch'io mi sono scordato di dirti che ti voglio bene"
"Lo sapevo già"
"Anch'io, ma é sempre bello quando qualcuno te lo dice"
"Hai ragione" sospirai
"Sei già arrivato?"
"No, abbiamo fatto scalo a Parigi"
Parigi? Kate! Mi sorprese come mi risultava facile dimenticarmi completamente di lei.
"Quando arriverai in Spagna?"
"Oggi pomeriggio presto, spero, non ce la faccio più a dormire e guardare fuori dal finestrino, sai le nuvole sono tutte uguali e non é un bello spettacolo guardarle"
Mi misi a ridere.
"Potresti ascoltare la musica" proposi
"Mi mandi qualcosa tu?"
"Va bene"
"Ci risentiamo appena arrivo"
"Va bene"
"Christine?"
"Si?"
"Mi ha fatto veramente tanto piacere ricevere il tuo messaggio"
Lo sentii sorridere.
"Felice di averlo scritto"
Riattaccai, per una volta ero stata io a riattaccare per prima. Soddisfatta mi misi a cercare delle canzoni da mandare a Carlos. Sentivo che avrebbe avuto qualcosa di ridire su tutte, ma dopo tutto era fatto così e a me piaceva.Bruno Mars ~ Grenade
Sam Smith ~ Like I Can
Olly Murs ⓔ Demi Lovato ~ Up
One Republic ~ Good Life
Selena Gomez ~ Nobody Does It Like YouDecisi di mandargli queste e non fui sorpresa di ricevere un messaggio che diceva
Grenade ~ sembra triste
Like I Can ~ io faccio sempre come posso ~ sembra abbastanza triste
Up ~ Demi Lovato ~ lei sicuramente mi piace ;)
Good Life ~ la mia lo é ~ sembra orecchiabile
Nobody Does It Like You ~ lo so, sono unico ~ anche lei sicuramente mi piace ;)Cercai di non ridere, ma non ci riuscii, era proprio scemo a volte. Non ero abbastanza lucida per rispondergli così rimisi il telefono in tasca e mi misi una mano davanti alla bocca per cercare di soffocare le mie risate. Quando riuscii a smettere di ridere, feci un bel respiro e sentii dei passi dietro di me, sapevo già chi era, quello che mi sorprese fu quello che mi disse:
"Ti prego, non smettere di ridere, adoro quando lo fai, é musica per le mie orecchie"
"Non faccio niente per carineria" dissi stizzita complimentandomi con me stessa per l'audacia.
Feci per andarmene, ma Bart mi prese per un braccio e mi attirò a se. Mi mise una mano tra i capelli e li tiró piano costringendomi ad alzare la testa e guardarlo negli occhi, nei suoi occhi che erano diventati due pozze scure, in cui brillava una strana scintilla; che mi fece venire i brividi.
"Questo tuo essere scontrosa ti fa desiderare ancora di più sai?" Disse fin troppo vicino al mio orecchio. Gemetti non riuscendo a controllarmi.
"Bene" disse Bart iniziando a mordicchiarmi il lobo. Mi strinsi a lui mentre iniziai a tremare, io ero arrabbiata, io ero arrabbiata con lui, io era arrabbiata, io ero arrabbiata con lui, io volevo le sue labbra sulle mie. Come se avesse sentito quello che mi ero detta, mise le sue labbra sulle mie. No, io ero arrabbiata, io ero arrabbiata con lui, ero arrabbiata, ero arrabbiata con lui, io volevo sentire il suo sapore. Socchiusi le labbra, permettendogli di togliermi il fiato con la sua lingua che avida s'impadronì della mia bocca. Ero arrabbiata, ma non riuscivo a dare ascolto alla mia testa che mi diceva di andarmene, ero come paralizzata, succube di Bart e di tutto quello che mi avrebbe fatto e come volevo che iniziasse a farlo subito.
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<<SEEDS OF LOVE>>
Romance"Grazie" gli dissi non riuscendo a trovare le parole giuste da dirgli, per fargli capire quanto fosse importante per me.