CAPITOLO 8-LA PROMESSA

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Kakashi aprì gli occhi di soprassalto, prendendo aria a pieni bocconi. Scattò a sedere, col sudore che gli bagnava la fronte e il cuore che sembrava volergli schizzare via dallo sterno.

L'uomo ansimò, cercando gradualmente la calma in ampie sorsate di ossigeno.

Erano anni, forse almeno un decennio, che incubi di quel genere avevano smesso di dargli il tormento, o almeno parzialmente, e data la situazione, in realtà, il fatto che fossero tornati a scovarlo in quella gelida vallata lambita dall'alba non lo stupiva più che tanto.

Il sensei si tenne il viso tra le mani per qualche minuto, imponendosi di tranquillizzarsi, mentre attorno a lui il mondo si risvegliava lentamente e con pigrizia, a differenza del dolore lancinante che gli tormentava la gamba da tempo. Alla fine, scacciate parzialmente quelle immagini, tolse le mani dal viso e guardò attorno a sé la luce che di mano in mano si riprendeva ogni angolo che la notte aveva divorato. Il sole disegnò i lineamenti del solco sul terreno, inflitto da Naruto, illuminando appieno tutto il disastro stravolgente che circondava le rimanenze del gruppo 7. Kakashi si guardò intorno, col cuore in gola. Alla luce del giorno era ancora più evidente quanti danni il ragazzo avesse provocato. Anzi, no. Quanti danni avesse provocato il demone.

Nonostante ciò, la placida luce dell'alba sembrava dare un dissonante tono serafico alla devastazione attorno a loro, come cercando di sminuire la gravità dell'accaduto. Era un effetto quasi disturbante, un po' come il sole che spacca le pietre in un giorno di tragedia.

Kakashi si voltò a guardare i due ragazzi, che ancora giacevano accanto a sé.

Il volto di Sakura era disteso, anche se pallido in un modo che fece storcere la bocca al maestro. Avrebbero dovuto mangiare al più presto, o dubitava di vedere quelle guance ricolorarsi tanto presto. Poi, spostò lo sguardo su Sasuke, ed il suo aspetto gli piacque ancor meno.

Dormiva profondamente, e nonostante ciò tra i suoi lineamenti era rimasta scolpita un'espressione dura, sofferente, tormentata. L'uomo non avrebbe saputo dire se anche il ragazzo fosse tormentato da incubi, cosa che non lo avrebbe stupito... d'altro canto, il passato di Sasuke e quello di Naruto erano molto simili. Strinse gli occhi. E neanche il proprio passato era poi tanto distante dai loro... anche se niente di tutto quello poteva paragonarsi alla furia selvaggia del Kyuubi imprigionata a forza dentro un piccolo bambino, un po' come quando ci si sfroza di fare entrare tutto in una minuscola valigia. Kakashi scosse la testa, allontanando quei ragionamenti. Avrebbe dovuto ritrovare un po' di animo ed impedire che i propri sentimenti riprendessero piede, non ora, non adesso che i suoi tre allievi avevano bisogno di lui al meglio delle sue forze. Si avvicinò, sollevando con delicatezza le coperte di entrambi i ragazzi. 

Constatò che le ferite erano rimaste chiuse, con un moto di sollievo, dopo aver rigirato senza fretta, e sicuro di non destarli, le braccia dei suoi allievi tra le mani. I loro corpi erano freddi, a ogni modo. Neanche questo lo sorprese più che tanto. Se non si fossero nutriti, non sarebbe certo bastata la propria arte medica a singhiozzi o una notte di sonno a rimetterli in sesto.

Kakashi si alzò, dopo aver ricoperto i suoi allievi, con una smorfia di dolore: questa volta, avrebbe dovuto occuparsi di quella maledetta gamba, altrimenti non sarebbe stato in grado di combinare nulla. 

Zoppicò fino a una roccia scheggiata a pochi metri da lì, trascinandosi la gamba dietro come l'inutile carcassa di un animale morto, e si sedette con fatica, ansimando. Non era messa bene. Il chakra rosso era letale oltre ogni dire. Si chiese per la milionesima volta come facesse Naruto a sopportarlo, suo malgrado.

Si asciugò la fronte, svolse le bende che gli cingevano la caviglia e scoprì la gamba dal pantalone. La ferita che gli tracciava la pelle da sotto al ginocchio fino alla caviglia, tracciando il polpaccio con precisione millimetrica, lo spaventò. Osservò incredulo, servendosi dello Sharingan, le tracce ancora presenti di chakra demoniaco che pullulavano attorno all'enorme graffio, dall'aspetto poco incoraggiante. Deglutì. Perché mai ne era rimasta traccia a quel modo? 

Naruto - Il destino del ninjaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora