CAPITOLO 14 - CIO' CHE HAI DENTRO

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Una fascia di luce si allargò sugli occhi di Naruto, brillando del sole caldo del primo mattino.

Il ragazzo riprese i sensi a poco a poco, e quando riaprì gli occhi, colto da un capogiro, ci mise un po' a registrare dove si trovasse.

Sentiva la bocca impastata e dolorante. La pancia sembrava contratta e indolenzita, come fosse fresca di un'ustione... così come tutta la sua pelle, in realtà. Era come sei il solo frusciare della pelle gli provocasse fastidio. Sì, somigliava ad una forte scottatura, molto recente.

Ingoiò a vuoto, sorpreso da una fitta di dolore, con gli occhi che bruciavano e faticavano a mettere a fuoco. Evidentemente doveva in qualche modo essersi fatto male, o aver urlato troppo... o entrambi.

Una stanza d'ospedale si profilò finalmente attorno a lui, che si guardò intorno con fatica.

-...Ma dove mi trovo...?- Gli balenò fiaccamente il pensiero.

Si sentiva debole. Gli sembrava di faticare soltanto a esistere. Sbirciò fuori la tenda della finestra appena socchiusa, sospinta lievemente da una leggera brezza, e scoprì un'immensa distesa di sabbia dorata che luccicava lambita dai raggi solari. Naruto sgranò gli occhi, ed il suo cuore iniziò ad accelerare. -Ma qui....-

Si rizzò faticosamente a sedere, accorgendosi solo in quell'istante di avere una flebo al polso destro.

La squadrò come si guarderebbe una tarantola velenosa. -Ma che diavolo...- si rimirò le braccia, completamente bendate. Così come le gambe, tra l'altro. Si toccò la guancia, dove sentiva un ingombro, scoprendoci un gigantesco cerotto. 

-Ben svegliato. -

La voce che soggiunse dall'uscio lo fece sobbalzare e lo interruppe un attimo prima che, senza riflettere, si strappasse via la flebo. Si voltò in uno scatto, inquadrando la sagoma stagliata sulla porta. 

-Gaara!- esclamò, confuso. 

Lui sorrise, incrociando le braccia, rimanendosene appoggiato al ciglio. - Ah, bene. Ora mi riconosci. Abbiamo fatto passi avanti. -

Naruto aggrottò la fronte, sempre più smarrito. - Ma di che stai parlando? Certo che mi ricordo come ti chiami! - gesticolò. -Piuttosto, dove accidenti siamo?! -

-Ti ho portato all'ospedale della Sabbia. - rispose Gaara, contemplandolo con il viso più neutrale del pianeta. - Dove, sennò? Tutta quella sabbia là fuori non ti suggerisce nulla? -

-Spiritoso! -

Gaara si concesse un sorriso. - Come ti senti? Ti sei fatto  una bella dormita. Quasi un giorno intero.-

Naruto sbiancò. - Un giorno intero...? - scrutò nuovamente fuori la finestra, poi tornò a guardarlo.  - Perché mi hai portato qui?! Non va bene, è ancora troppo vicino al... - si interruppe.

- Naruto... - mormorò Gaara - non è una buona idea scappare. -

Il ragazzo sgranò gli occhi. -... io non sto... - farfugliò.

Gaara si scostò i capelli dalla fronte, per scoprire meglio il segno che c' era sopra. - Non sei l'unica forza portante. So benissimo che cosa stavi facendo. -

Naruto digrignò i denti e distolse lo sguardo, stringendo i pugni. 

-Non ricordi cosa è successo ieri, vero?- Gaara si concesse una pausa. -Il nostro combattimento nel deserto... -

-Ti prego, sta zitto! - esclamò Naruto, inaspettatamente. Si tenne la testa come in un gesto di difesa, e Gaara fu stupito di vederlo tremare. -Non voglio saperlo... -

-Beh, che ti prende? - lo incalzò l'amico. - te la stai facendo sotto? -

-Io... io non so cosa stia succedendo - mormorò Naruto in un atteggiamento spaventato che Gaara non gli riconobbe - e il demone sta facendomi del male... sta facendo del male ai miei amici... - sollevò uno sguardo esausto e spaventato. - ... io non posso tornare al villaggio, capisci?! Sono un mostro. -

Naruto - Il destino del ninjaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora